Comunali Avellino – Foti al ‘Sannio quotidiano’: “Non ci sarà spazio per un mattone in più”

foti 2Paolo Foti è un cittadino che si propone ai cittadini avellinesi”. Determinato, deciso, convinto delle proprie idee. Questa è l’impressione che trasmette Paolo Foti, candidato sindaco del capoluogo della coalizione di centrosinistra. Parlando a ‘Il Sannio quotidiano’ prova a spiegare le ragioni della propria candidatura e i progetti che ha in mente per la comunità avellinese. Chi ha provato ad accostarlo come riferimento del mondo dell’edilizia, in quanto direttore dell’associazione dei costruttori avellinesi, l’aspirante fascia tricolore chiarisce: “Non ci sarà spazio per un mattone in più”. E poi prova a rilanciare il dialogo con le formazioni politiche più di sinistra, Sel e Prc, affinché possa essere avvita in extremis un’ulteriore riflessione prima della presentazione delle liste.

Paolo Foti chi è?

“Sono il candidato sindaco del centrosinistra ad Avellino per le prossime amministrative”.

Foti è l’uomo nuovo dell’agone politico cittadino? Perché ha deciso di scendere in campo alle comunali ad Avellino?

“La spinta a candidarmi è venuta dalla constatazione che Avellino sta vivendo una crisi sociale, economica, amministrativa sempre più profonda. Da cittadino ho sentito il bisogno di impegnarmi in prima persona. Lavorerò per dare a questa città un volto nuovo ponendo alla base del mio lavoro la partecipazione e il dialogo con tutti. Voglio essere chiaro fin d’ora: Paolo Foti è un cittadino che si propone ai cittadini avellinesi con l’impegno dell’ascolto, del dialogo, della ricerca concreta di soluzioni ai tanti problemi di Avellino”.

Quali saranno i punti qualificanti del programma elettorale del centrosinistra?

“Lavoro, giovani, servizi sociali, welfare, città europea, sostenibile ed ecologica. Sono questi i temi su cui ho interpellato anche gli altri partiti a discutere e a confrontarsi. Bisogna ridisegnare le funzioni di una città che deve tornare ad essere capoluogo e punto di riferimento per l’intera provincia. Il mio programma per Avellino resta aperto a tutte le sollecitazioni e ai contributi che verranno dalla coalizione di centrosinistra e dall’intera società civile. Il compito che ci aspetta non sarà facile, ma resto convinto che insieme possiamo farcela”.

Avellino di che cosa ha bisogno per esercitare compiutamente il ruolo di capoluogo di provincia?

“Bisogna riconnettere una comunità con il suo territorio, ricreare relazioni, ritrovare un’identità che è stata smarrita con il terremoto del 1980. Il tutto va visto e integrato in un contesto assai più ampio di quello della tradizionale circoscrizione amministrativa, per essere invece rapportato a quello dell’area vasta. Cioè della piccola ma densa conurbazione metropolitana dell’hinterland avellinese. Ciò varrà anche da un lato a riequilibrare la posizione geograficamente eccentrica e sbilanciata di Avellino nei confronti del corpo della provincia, e dall’altro a far assumere alla città un nuovo e più autentico ruolo di capoluogo, al di là delle tradizionali funzioni burocratiche”.

L’urbanistica quanto conta per un candidato che viene dall’associazione dei costruttori? Come intende gestire l’ultimazione delle opere pubbliche e dei cantieri ancora aperti in città?

“Inizio col dire che Avellino dispone di un Piano urbanistico comunale licenziato solo tre anni fa. Non ci sarà spazio per interpretazioni o relativismi di sorta. La stagione delle grandi opere è finita, alla città serve ben altro. Non un mattone in più, ma solo riqualificazione dell’esistente e messa in sicurezza di tutti gli edifici pubblici di competenza comunale. In questo contesto occorre procedere al recupero e alla valorizzazione funzionale di parti significative della città, in modo tale da salvaguardare il patrimonio della “memoria” avellinese, dalla Dogana al complesso della Chiesa del convento dei Liguorini, a San Tommaso, agli antichi mulini della Valle del Fenestrelle, Villa Barattelli, all’area dell’ex Seminario. Ma accanto al patrimonio storico-artistico esistono diversi complessi architettonici che per le loro dimensioni e per le loro funzioni di rilievo vanno recuperati: si pensi al tribunale, all’area dell’azienda ospedaliera del “Moscati” e a quella della caserma “Berardi”. Va poi risolto, una volta per tutte, il problema dei molti luoghi-simbolo della città di Avellino, recuperati o in via di recupero, come il Castello, Parco S. Spirito, Villa Amendola, la Casina del Principe, l’ex complesso GIL. Altro obiettivo fondamentale è quello di favorire il processo di riqualificazione delle aree periferiche. E così pure, sul piano ambientale, priorità assoluta andrà data alla bonifica integrale dell’area dell’ex Isochimica e di altre aree industriali dismesse e degradate come l’ex Caso”.

Nel Pd ci sono ancora problemi o la sosterrà lealmente?

“La mia candidatura vuole essere anche la sintesi tra le diverse sollecitazioni che vengono dal partito. Ripeto: insieme e senza divisioni inutili possiamo restituire ad Avellino la sua centralità di capoluogo e farne una moderna città europea, ecologica, democratica e sostenibile. Il lavoro che ci aspetta deve essere il frutto di scelte condivise e fuori da logiche individualistiche o da interessi particolari. Il mio programma per Avellino sarà aperto a tutte le sollecitazioni e ai contributi che verranno dalla coalizione di centrosinistra e dall’intera società civile”.

Sel e Prc hanno scelto un percorso diverso, ci sarà comunque il dialogo?

“Quale candidato sindaco di una coalizione di centrosinistra, sento la responsabilità di invitare ad un’ulteriore riflessione quelle forze politiche, come SeL e Rifondazione comunista, che ritengo nostri naturali alleati, ma che non hanno ritenuto, fin qui, di partecipare alla coalizione. Registro, del resto, una larga convergenza fra le indicazioni programmatiche di SeL e Rifondazione comunista e la bozza che stanno mettendo a punto i circoli cittadini del Partito democratico. Pur rispettando le idealità e la richiesta di partecipazione che sottendono alla formazione di liste civiche, resto convinto che debba essere dei partiti politici la responsabilità di riavvicinare i cittadini alle istituzioni e la capacità di indicare una prospettiva di sviluppo che collochi la città di Avellino all’interno di un coerente contesto regionale e nazionale. Rivolgo, perciò, un appello a SeL e a Rifondazione comunista perché possa costituirsi fin dal primo turno una coalizione di centrosinistra omogenea, organica ed ampia, sulla base di concrete convergenze programmatiche e di un comune sentire”.

Se Foti sarà eletto sindaco come comporrà la propria giunta?

“Se gli avellinesi dovessero scegliere il sottoscritto, selezionerò gli assessori solo in funzione delle competenze e del merito senza preoccuparmi dello statuto. Ogni lunedì mattina detterò l’agenda del sindaco ai dirigenti comunali e verificherò settimanalmente lo stato dell’arte rispetto al programma. Le parole d’ordine sono lavoro, competenza e serietà. E la Città che ce lo chiede. E gli avellinesi se lo meritano”.

 Fonte il Sannio quotidiano edizione Irpinia