InvestiMente – Ripartire dal Mezzogiorno per tornare a crescere.

foto-terza-giornata-ppokBenevento – Mezzogiorno e ripresa italiana. Nella terza giornata di “InvestiMente – Formazione a prova di crisi”, la scuola di alta formazione politica organizzata dall’On. Erminia Mazzoni e dall’Associazione Magna Carta Campania sotto l’egida del Partito Popolare Europeo, si è discusso di politica di coesione e di nuove opportunità per l’Italia.

Il Presidente di Italianiinmente, l’On. Nicola Formichella, intervenendo nel corso della sessione pomeridiana della Spring School si è rivolto direttamente ai 45 giovani partecipanti. “E’ fondamentale, oggi, parlare dell’Europa e delle sue opportunità. Il futuro si gioca a Bruxelles. E chi come voi si avvicina al mondo del lavoro deve aver chiare le prospettive, le opportunità e anche le criticità del progetto di aggregazione europea. La Spring School riesce a fare tutto questo” ha sottolineato Formichella ribadendo il potenziale di un contenitore culturale che “continua ad offrire collegamenti concreti con il mondo del lavoro, attraverso stage e borse di studio in Europa e nelle realtà imprenditoriali“.

Gli Onorevoli Antimo Cesaro e Raffaele Calabrò, tra gli invitati alla sessione plenaria del pomeriggio, sono intervenuti da Roma, dove hanno partecipato alle votazioni per l’elezione del nuovo Presidente della Repubblica. Per l’On. Antimo Cesaro la ripresa passa dalla ricerca e dalle università. “Un Paese che importa braccia ed esporta cervelli rappresenta un problema troppo a lungo sottovalutato, che ha contribuito non poco ad acuire l’attuale crisi. Il Made in Italy è la leva che potrebbe trasformare la globalizzazione da problema in opportunità“. E aggiunge ancora Cesaro:”Serve un invito rivolto alle università e ai centri di alta formazione a investire nella ricerca scientifica e industriale per garantire un futuro al nostro Paese. E poi occorre ripensare il ruolo dell’Europa, partendo proprio dall’immagine della bandiera europea, dalle dodici stelle che delimitano un cerchio vuoto. Si tratta di uno spazio simbolico da riempire di contenuti non soltanto economici e finanziari“. Raffaele Calabrò interviene sul tema dell’austerity e afferma: “Preservare il vecchio welfare state europeo. Deve essere questo il nuovo must di un’ Europa che non può preoccuparsi soltanto del Fiscal compact ma anche del Social Compact. Un esempio per tutti: il sistema sanitario nazionale“. Continua Calabrò: “Il diritto alla salute, e in particolare la necessità di garantire un’assistenza socio sanitaria alle diverse fasce sociali non compaiono tra le priorità dell’agenda politica europea. Con il rigore, ma senza quei principi solidaristici che hanno sorretto finora l’impalcatura del vecchio continente rischiamo di non poterci più chiamare Unione”.

Puntare, dunque, sulle regioni meridionali per invertire la rotta economica e offrire all’Italia un nuovo modello efficiente di crescita. Una sfida ambiziosa che può tradursi in realtà. Per l’On. Erminia Mazzoni “Definiti i tetti di spesa con il Quadro Finanziario Pluriennale si passa alla programmazione strategica e si entra nel vivo del tema della crescita. La politica di coesione rappresenta la parte principale degli investimenti. L’agenda 2014/20 punta a una spesa organizzata per obiettivi, concentrata per aree tematiche legate alla strategia 2020 e si misura con un sistema di condizionalità e di sanzioni più severe”. La proposta di bilancio europeo per il 2014-2020 presentata dal Consiglio Ue, seppure al ribasso rispetto alle attese e alle richieste di Commissione ed Europarlamento, nella sua formulazione attuale riserva alla politica di coesione il 30% delle risorse. In termini economici il documento di programmazione finanziaria per il settennio 2014-2020 prevede 325 miliardi di euro da destinare alla politica di coesione. All’Italia spetterebbero 29,6 miliardi di euro, 20 dei quali destinati alle regioni del Sud. Una cifra importante, che se ben utilizzata potrebbe fare da volano all’economia regionale e nazionale. Per l’On. Mazzoni, però “Il rischio delle novità introdotte è la eccessiva rigidità applicata all’uso delle risorse e l’inasprimento delle limitazioni del patto di stabilità“. “La sfida avviata dal Parlamento europeo è ottenere maggiore flessibilità e scorporare la spesa per investimenti dalle restrizioni rigoriste” continua la Mazzoni che aggiunge:” altrimenti si rischia la paralisi e si vanifica la vocazione dei fondi strutturali soprattutto in aree in difficoltà come il nostro Mezzogiorno”.

All’Europa e al suo futuro è dedicata, invece, la giornata formativa conclusiva di domani, domenica 21 aprile c.a., dal titolo “Il domani che verrà”. Tra i temi che verranno snocciolati sul tavolo vi è la crisi dell’euro, la politica di austerità e l’ascesa di quei movimenti euroscettici che minano le basi su cui si fonda l’Unione europea, che, con le prossime consultazione elettorali del 2014, affronterà un banco di prova decisivo. La Spring School aprirà i lavori con una lezione dal titolo “Lobby e processo decisionale tra Parlamento e Commissione Ue” affidata al prof. Pierluigi Petrillo, docente di Teorie e Tecniche del lobbying presso l’Università Luiss Guido Carli. A seguire un approfondimento sui linguaggi della politica con una lezione tenuta dal dott. Claudio Velardi, presidente di Reti – Lobbying, Media & Public Affairs, dal titolo “Relazioni istituzionali. Lobbying e comunicazione in Europa”. “Obiettivo Europa. Un sogno da coltivare o un retaggio da superare?” è invece il titolo della plenaria che chiuderà la quarta edizione della Spring. Il dibattito tra corsisti e protagonisti della politica, moderato dal giornalista de Il Mattino Nico De Vincentiis, vedrà la partecipazione dei Senatori Gaetano Quagliariello, Marco Follini e Lucio Romano.