Quirinale – Bianco, 60 anni di imboscate a eccezione Cossiga

bianco“Penso a quanto accadde con Einaudi: De Gasperi aveva indicato Sforza, ma la corrente di sinistra si oppose. Così si aprì la strada per Einaudi. A Gronchi si arrivò in seguito a dissidi interni alla Dc; il suo nome cominciò a imporsi man mano che si andava avanti”, Cossiga, invece, “fu l’operazione migliore. De Mita e Natta siglarono un accordo segreto e fu subito presidente”. Lo racconta al Mattino, Gerardo Bianco, ex segretario del Ppi, secondo cui i partiti attuali sono “troppo mobili. Siamo alle porte girevoli”. “La procedura era questa – spiega Bianco: – se era il ‘turno’ di un candidato democristiano, il partito sollecitato faceva la sua proposta, dopo aver votato al suo interno”. Come competizioni “di peso”, Bianco ricorda “Moro, che dovette cedere il passo a Leone; Forlani e Scalfaro. Io ero capogruppo nel ’92. I socialisti erano per un presidente democristiano e noi, nella nostra votazione interna, decidemmo per Forlani che pero’ non ottenne la maggioranza necessaria. C’erano molti franchi tiratori sia nel nostro partito sia tra i socialisti e così si puntò su Scalfaro”. “Se uno viene candidato perché cattolico – osserva l’ex segretario Ppi, – allora non ha senso. Il problema è la necessità, legittima, di rappresentanza di culture politiche diverse. Ecco perché Renzi ha sbagliato nel dire no a Marini. Ad esempio, fu Moro, cattolico, a indicare Saragat, socialista”. “Se si pensa a Cassese – continua Bianco - dico chapeau. E’ un grande giurista. Ma, fatte salve le eccezioni, non si può accettare di avere la strada sbarrata solo perché si è fatto politica”. Secondo Bianco, poi, la strategia di Bersani “non è stata adeguata al momento politico. Doveva prendere atto, fin da subito, di avere la maggioranza alla Camera ma di non aver vinto le elezioni. E’ stato un errore gettare sul tavolo la pretesa di un governo guidato da lui personalmente. E poi basta con la rincorsa a Grillo. Doveva sfidarlo”. Infine, su Renzi afferma di avere “un giudizio sostanzialmente positivo” ma “la rottamazione è un concetto sbagliato: il rinnovamento non si fa sulle macerie”.

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