Rosario Cantelmo ad Avellino: lotta alla criminalità e condizioni di lavoro al primo posto
E’ il giorno di Rosario Cantelmo. Dopo due anni di traversie, l’Irpinia ha il suo procuratore. Pochi minuti dopo le 9, ha fatto ingresso nel Palazzo di Giustizia di Avellino e ha occupato la stanza che, fino a ieri, era di Angelo di Popolo. L’ex sostituto della Dda di Napoli ha subito incontrato le persone che lo affiancheranno nell’assolvimento del mandato ricevuto dal Consiglio Superiore della Magistratura. In primis i sostituti, poi i dirigenti dell’ufficio e gli impiegati.
La notizia della presenza di Cantelmo ha fatto rapidamente il giro della città. In pochi minuti il Palazzo di Giustizia si è affollato di autorità, civili e militari, che hanno voluto presentarsi e stringere la mano al noto giudice anticamorra. Alle 12 Cantelmo ha incontrato il Consiglio dell’ordine degli avvocati; le toghe irpine hanno ribadito al neo procuratore l’intento di continuare la proficua collaborazione che ha finora caratterizzato il rapporto tra avvocati e magistrati. Ed è questa l’occasione colta dal procuratore per pronunciare il suo primo discorso da Procuratore capo; per delineare, anche se solo per sommi capi, il sentiero che seguirà in provincia di Avellino. Prima però, una premessa: “Sono consapevole di essere un estraneo che viene a lavorare in un territorio caratterizzato da un forte senso di appartenenza. Il mio primo impegno – ha dichiarato – sarà quello di diventare uno di voi, calandomi nella realtà sociale di Avellino che conosco solo sotto il profilo della criminalità organizzata”. A seguire, poi, le priorità: al primo posto, ovviamente, l’esigenza di elevare il livello di guardia sulle attività criminali, non solo quelle che hanno gli onori della cronaca, ma anche le meno rilevanti, e poi il miglioramento delle condizioni di lavoro.
Ed è a questo che Cantelmo trova spazio per un momento di autoironia quando, interloquendo con il presidente del consiglio forense, Fabio Benigni, si è definito “una toga rossa”, ma – ha subito specificato – “la mia toga è rossa per la rabbia e per la vergogna per le condizioni nelle quali siamo costretti a operare ogni giorno”. Emerge, dunque, la volontà del Giudice di creare le condizioni per poter lavorare meglio, in condizioni più decorose. “Purtroppo – ha affermato Cantelmo – ci stiamo abituando sempre più ad accettare questo abbassamento del livello di dignità. Tutto questo deve cambiare”. Parole sante per gli avvocati presenti che gli fanno notare che ormai da non poco tempo sono in agitazione per la carenza di personale, di spazi e di strumenti; troppe volte a mancare – dicono – “sono persino le sedie nelle aule dove si tengono i processi.” Poche battute a margine dell’incontro, infine, per riaffermare la cordialità del rapporto con il suo predecessore, Angelo Di Popolo.
Cantelmo è il Procuratore della Repubblica di Avellino, e in molti tra i presenti sussurrano che ora nulla sarà più come prima.
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