Buttafuoco ad Avellino: “Travaglio è di destra: parla di legalità”

buttafuocoPietrangelo Buttafuoco è stato intervistato questo pomeriggio, presso il Circolo della Stampa di Avellino, dallo scrittore irpino Marco Ciriello. L’autore del recente libro “Fuochi” si è concesso al pubblico avellinese per una riflessione che ha avuto incipit da “la Destra destrutta”. Il giornalista siciliano ha cercato di indagare su uno dei più incredibili casi di destrutturazione politica, quello appunto della destra che, pur avendo governato questi ultimi anni, ha ottenuto il risultato di una scarsa rappresentatività alle scorse elezioni politiche. “Non ho una appartenenza ma un’identità. Mi sforzo di amare questa terra e di metterci un carico sentimentale”. Il nipote dell’ex parlamentare del Movimento sociale italiano, Antonio Buttafuoco, ha provato ad esprimere una propria considerazione attraverso la lettura dei fatti e lo scorrere dell’attualità, spaziando dalla politica, all’economia, dalla società, all’Europa fino all’intero pianeta. Accenna anche al collega giornalista Marco Travaglio definendolo di destra in quanto “parla di legalità”. Poi apre il capitolo del sud, rivendica le sue origine meridionali, e invita i giovani ad “osservare quello che succede dall’alto, come guardare il mondo da una cartina geografica”. Buttafuoco fa trasparire dalle proprie parole un sentimento di preoccupazione rispetto alla condizione del Paese, ma in particolare del sud: “Qui c’è almeno un disoccupato in ogni famiglia”. E poi si lascia andare ad una amara constatazione nei confronti delle banche che “non concedono credito da Roma a scendere giù neanche per la ristrutturazione delle caserme, ma di questo nessuno se ne preoccupa, non se ne parla”. Il mondo è cambiato, gli orizzonti e i confini non sono quelli che vengono ancora fatti percepire dai grandi giornali, in quanto “il nostro vicino non è la Germania, la Francia o l’euro. Il nostro vicino è la Turchia. Le cose sono diametralmente diverse rispetto alla realtà. Il mondo che va avanti è all’opposto rispetto a noi: l’India e’ una potenza, il brasile non e’ fatto più di ballerine e del carnevale, ma e’ una potenza”. Questo mentre la politica tenta sempre di rinviare e mai di assumersi le responsabilità. “L’Italia è bloccata e invece di rimboccarsi le maniche pensano a nuove elezioni”. La penna di Repubblica, da tale considerazione, trae la conclusione che “noi meridionali  siamo la periferia di una periferia”. L’incontro di Buttafuoco termina con il racconto di un proprio aneddoto. “Sono stato al Cairo e stando in giro per la città tutti mi salutavano. Degli amici in mia compagnia mi hanno chiesto come mai, gli ho risposto: ci salutiamo perché siamo tutti del sud”. Così Buttafuoco, definitosi un ex libraio.