Comunali Avellino, De Pascale: “In campo con Ciro D’Argenio per riprenderci la città”

roberto de pascale“C’è un’idea: presentare una lista civica. Valuteremo. Stiamo studiando una serie di iniziative. Ciro D’Argenio potrebbe essere il nostro candidato sindaco”. Lo dice ad irpinia24.it Roberto De Pascale, nei mesi scorsi simbolo della lotta contro lo “scippo” che si stava per materializzare, ovvero la perdita dello status di Capoluogo della città di Avellino. “Il 4 aprile – spiega – andremo dal notaio per costituire ufficialmente il comitato civico ‘Avellino Capoluogo’. Subito dopo convocheremo i giornalisti, presso il Circolo della stampa, per illustrare le nostre proposte”. Ha le idee piuttosto chiare il giovane titolare della rinomata pasticceria del centro cittadino che, in questi mesi, ha dato prova di essere per davvero attaccato alle sorti della propria comunità ingaggiando una dura lotta contro la spending review.

“Stiamo procedendo a piccoli passi insieme agli amici con cui abbiamo dato vita al comitato: Giovanni Simbolo, Giovanni Ventre, Luca Nacca Iannaccone, Renato D’Argenio, Maurizio Sarno e tanti altri. Siamo cittadini di varie estrazioni ed ideologie animati tutti dall’intendo di rimboccarci le maniche e impegnarsi per la città. Però attenzione: non vogliamo emulare il Movimento 5 stelle, per carità!”. La precisazione di De Pascale serve a sgombrare il campo dagli equivoci, anche se appaino tante – ascoltandolo – le analogie con il movimento di Beppe Grillo.

“Il comitato – prosegue De Pascale – è fatto di gente della società civile, impegnati anche nel sociale che vogliono riavviare un percorso civico e culturale per la città che è stata distrutta dagli amministratori che si sono succeduti negli anni. Vogliamo ridare un’anima alla città. La nostra identità è andata persa ad opera dei cattivi amministratori. I loro buoni propositi, tante volte, sono andati in fumo a causa dei loro padroni: i partiti”. Parlando dello stato del centro cittadino, De Pascale chiosa: “Il Corso Vittorio Emanuele è fumo negli occhi. C’è stata troppa approssimazione nei lavori pubblici e nell’organizzazione dei servizi. Tante sono le opere incompiute. Non c’è stata una visione urbanistica omogenea, è una città rattoppata”. Per questo “noi cittadini dobbiamo riprenderci il governo della città. Abbiamo anche noi delle colpe: abbiamo lasciato fare ai partiti. Il terremoto è stata un’occasione sprecata: doveva essere una grande occasione di crescita, sviluppo e programmazione. Invece ha contribuito a creare un enorme degrado, anche perché si sono incentivate le speculazioni dei costruttori”. E  sul commercio aggiunge: “I napoletani sono stati un alibi per chi ha messo le mani sulla città. Ormai siamo sullo stesso asse economico dei paesi vesuviani, anzi dobbiamo tenerceli stretti quelli che dal napoletano sono venuti ad investire qua, perché i commerciati storici avellinesi non ci sono più”. Il quadro del capoluogo descritto da De Pascale è piuttosto a tinte fosche. “Avellino è ormai devastata. Siamo all’alba del terremoto provocato dai partiti: urge una risurrezione. Uno scatto d’orgoglio, un nuovo volontariato della politica. Da questa considerazione nasce la nostra volontà di candidare a sindaco di Avellino, Ciro D’Argenio. Un cittadino di via Trinità, a due passi da Piazza Libertà, che ama Avellino e che si sente impegnato per questa realtà. La sua passione e la sua genuinità può fermare lo sciacallaggio e dare un contributo alla città”. Ma il diretto interessato ancora non ha sciolto la riserva. E conclude: “Tanti esponenti dei partiti mi hanno sollecitato a seguirli in politica. A me non interessano le battaglie personali, non mi interessa fare il politico. Per me vale uno slogan: uniti si vince”.