Ricordo di Antonio Manganelli, Marangoni: “Per lui il potere era servizio”

manganelli“Ha lottato con la spada in mano, fino all’ultimo si è battuto come un leone con il temperamento e l’orgoglio della gente irpina”. Lo ha affermato  il vicecapo vicario della Polizia, Alessandro Marangoni, che ha ricordato Antonio Manganelli nel corso della messa celebrato nel Duomo di Avellino.

“E’ stato unico e straordinario, insegnandoci che il potere è innanzitutto servizio. Saremo sempre vicini all’Irpinia per aver dato un suo figlio straordinario alla Polizia di Stato e alle Istituzioni”. Alla messa, celebrata dal vescovo di Avellino, Mons. Francesco Marino, hanno partecipato la moglie del prefetto Manganelli, Adriana, la figlia Emanuela, le sorelle Gloria e Laura che, insieme alla anziana madre Liliana, vivono ancora ad Avellino. Presenti anche il sottosegretario Carlo De Stefano, i prefetti e questori della Campania, il generale Saverio Capolupo, Comandante generale della Guardia di Finanza, anch’egli originario della provincia di Avellino, il generale dei Carabinieri  Gualdi, e il comandante provinciale Adinolfi. E poi i vertici nazionali del Dipartimento di Pubblica Sicurezza.

Marangoni  è intervenuto al termine della cerimonia religiosa e ha portato ai familiari di Manganelli “l’abbraccio affettuoso e la vicinanza del ministro dell’Interno, Anna Maria Cancellieri”, trattenuta a Roma da impegni di governo. Il dirigente della Polizia ha ricordato di come Manganelli andasse fiero delle sue origini irpine: “Raccontava delle sue passeggiate sul corso principale della città dove, grazie ad un suo amico giornalista portò alla luce la luminosa figura di Giovanni Palatucci, il questore di Fiume, originario di Montella  che salvò migliaia di ebrei dai campi di sterminio tedeschi. Il nostro Capo- ha aggiunto Marangoni- andava fiero di quell’esempio che trasferiva nel suo lavoro ed a noi, ricordandoci di mettere il cuore nell’ adempiere il dovere di servire, attraverso le istituzioni, i cittadini”.