Antonio Pignatiello presenta ‘Ricomincio da qui’
Ricomincio da qui. Dai paesi, dall’Irpinia. Antonio Pignatiello di Lacedonia ha scelto di ripartire dalla sua terra d’origine per offrire al pubblico un lavoro raffinato, presentato lo scorso 22 marzo a Roma al Belville. ‘Ricomincio da qui’ è un concept album da camera per pianoforte e strumenti tascabili registrato al castello Ducale di Bisaccia con l’ausilio di musicisti irpini. Un omaggio all’Irpinia, dunque, che emerge in tanti particolari; la copertina dell’album, ad esempio, che ritrae la linea ferroviaria Avellino- Rocchetta Sant’Antonio, quasi una protesta silenziosa, dunque, contro chi vuole cancellare un pezzo di storia. C’è poi ‘Cosa resta’, il brano registrato non in uno studio, ma ad Aquilonia, in una vecchia casa, quasi per rubare voci, suoni e profumi di una terra rimasta nel cuore, nonostante anni di permanenza romana. Riconoscibilissimi, inoltre, i versi di Franco Arminio, il poeta dell’Irpinia d’Oriente, che ripercorrono i drammi e le attese deluse del terremoto del 1980, versi recitati anche da Roberto Saviano nello spettacolo televisivo Rai con Fazio. E poi le sonorità della banda di Lacedonia, piccola impronta registrata in un’unica sessione a disco ultimato. E ancora il vivace mandolino di Carmine Acocella, uno dei cantori ‘patrona mia’, simbolo della musica popolare di Bisaccia. Profumo di Irpinia, quindi, per un album, ‘Ricomincio da qui’, che ruota intorno al viaggio: c’è la strada, Parigi e un vago richiamo a Paolo Conte, la Francia, l’Irpinia d’Oriente e il terremoto dell’80, la solitudine, la fatalità delle distanze, il frangersi dell’oceano sugli scogli, il relazionarsi con lo spazio e con il tempo. Emergono chiaramente il desiderio di trattenere un ricordo, che si scioglie in uno sguardo, l’amore come un treno che parte o un’illusione nascosta sul ‘porto di Livorno’, e ancora le parole contenute in un luogo e viste da varie angolazioni. Le storie narrate e musicate in quest’opera prima sono state scritte in gran parte tra novembre e dicembre 2011 tra l’Irpinia d’Oriente e Roma. Poesia, letteratura e un mix di suoni diversi si incastrano come un puzzle: voci irpine e francesi, trombe messicane, bottiglie vuote, pianoforte sul mare, mandolin-banjo, grancassa, piatti e bicchieri pronti per l’uso. (Flavia Squarcio- fonte Il Sannio Quotidiano – edizione Irpinia)