Istituto De Sanctis, Cgil: “La Regione penalizza l’Irpinia”

istituto de sanctis

“Ancora una volta la Regione Campania, in disprezzo delle esigenze e delle identità de territorio irpino, mette in atto un provvedimento penalizzante per la Provincia di Avellino, senza alcuna motivazione tantomeno condivisione.”

E’ il commento del segretario provinciale della Cgil di Avellino alla decisione dell’ente di Palazzo Santa Lucia di accorpare l’istituto agrario del capoluogo irpino all’istituto d’arte.

“Oltre che incomprensibile dal punto di vista didattico e gestionale – spiega Vincenzo Petruzziello, segretario provinciale CGIL – la delibera che ha già stabilito l’accorpamento cancella un simbolo della cultura irpina, qual è l’istituto De Sanctis, impoverisce il sistema didattico, e aspetto ancor più grave, mira a cancellare uno dei più antichi istituti agrari d’Italia, con una decisione che è opposta e contraria al ragionamento sullo sviluppo e sulla vocazione dell’economia irpina. Cancellare, ancora una volta “per decreto” un patrimonio irpino è la conferma del’atteggiamento vessatorio della Regione Campania, che non intende condividere scelte né aprire ragionamenti, consapevole del fatto che le decisioni prese non hanno ragione d’essere. L’istituto De Sanctis, in una provincia che vanta una produzione vitivinicola di nicchia, con ben tre Docg, che costituiscono un punto qualificante e riconosciuto dell’economia locale, rappresenta un luogo formativo ad alta specializzazione, che va potenziato, piuttosto che eliminato, considerando anche lo sbocco formativo per decine di studenti irpini. La Cgil di Avellino sostiene la battaglia intrapresa dagli studenti per la tutela e la salvaguardia dell’istituto De Sanctis – continua Petruzziello – e manterrà una posizione decisa al fine di contrastare la decisione della Regione Campania. Per questo motivo – conclude Petruzziello – chiediamo la convocazione urgente di un incontro in seno alla Provincia di Avellino, con la Regione Campania e il Provveditorato agli Studi della Provincia di Avellino, affinché la Regione torni sui propri passi e riveda la decisione, ritirando l’accorpamento che non ha alcuna motivazione reale”