A Palazzo Caracciolo si discute di mobbing e di pari opportunità

E’ una questione di priorità. Le sue sono quelle di sempre. Le pari opportunità. Le discriminazioni di genere. Il femminicidio. Il mobbing sul lavoro e ogni altra forma di discriminazione sociale, etnica e culturale.  E Domenica Marianna Lomazzo, consigliera di parità della Provincia di Avellino, ce le ricorda, come sempre, anche oggi all’interno delle mura di Palazzo Caracciolo, dove ha voluto celebrare la giornata internazionale della donna organizzando un convegno-dibattito per parlare dello stato dell’arte del lavoro svolto nella nostra provincia. “E’ la prima volta che si riunisce la IV° Commissione Speciale del Consiglio regionale, qui ad Avellino” afferma il viceprefetto, nonché sub commissario del Comune di Avellino, Elvira Nuzzolo. E non a caso. Si capisce che la presenza del Presidente della Commissione mobbing, on. Donato Pica, infatti, ha proprio il compito di ascoltare gli attori del territorio e promuovere a livello regionale una maggiore e positiva sinergia con le istituzioni locali “allo scopo” come afferma lo stesso on. Pica “di programmare una serie di eventi che sviluppino i temi affrontati questa mattina”. E i temi o meglio i problemi eviscerati dal parterre presente in sala sono tanti. La Lomazzo da voce innanzitutto alla rappresentanza istituzionale. Vi è la consigliera regionale, Rosetta D’Amelio che si inorgoglisce quando prende la parola e ricorda “che la Regione Campania è prima in quanto a  rappresentanza di donne nel Consiglio regionale che ne conta ben 15. E questo grazie ad una legge. Ma tanto vi è ancora da fare. Come quella di estendere la rappresentanza femminile anche nei piccoli, tanti, Comuni sotto i 10.000 abitanti o, ancora, quello di vigilare sulla norma che prevede la rappresentanza di donne nelle società di nomina regionale. Prima venivano nominati solo gli uomini. Oggi, invece, dopo un anno e mezzo di battaglie anche le donne”. Una sala gremita di donne, tante. Come ci ricorda Isabella che prende la parola proprio per evidenziare questo dato. Ma non importa. “Le trasformazioni”- ribadisce l’on. Cortese – “richiedono purtroppo tempi lunghi”.

E poi quando si parla di mobbing familiare con grande coraggio si leva la voce di una studentessa liceale che parla della sua esperienza. “Ricordo” – dice – “ il senso di oppressione, di sottomissione nei confronti di un uomo oramai estraneo alla famiglia. Quando, assieme a mia madre, abbiamo capito che dovevamo uscire da questo stato di solitudine, abbiamo denunciato”. Ma non è stato facile. Così come non è facile superare gli inevitabili problemi strutturali e finanziari. Da qui la proposta di costituire un osservatorio permanente sul mobbing e dei gruppi di auto aiuto che attraverso attività teatrali possano dare un supporto concreto alle persone vittime di discriminazioni o di violenza. O ancora, come sostengono i sindacati, realizzare in provincia di Avellino un tavolo permanente dei CUG (Comitati Unici di Garanzia), in modo che le esperienze positive realizzatesi sul territorio di Mercogliano, Castelvetere e S. Mango sul Calore (su 119 comuni solo 27 hanno costituito dei CUG e di questi sono operativi solo 3) possano fare da esperienza pilota per le altre realtà della pubblica amministrazione. Ma, il paradosso, come sostiene Rosa Mazzarella dell’ASL di Avellino “non ci sono i fondi necessari per farli funzionare”. Buoni propositi, buone intenzioni ma poi come afferma il già presidente della Provincia, Alberta De Simone, “il fare si smarrisce dietro i fondi che non ci sono a cui si aggiunge un tessuto culturale oramai caratterizzato da uno sprofondamento dei valori veri. Non a caso, assistiamo più che mai ad una vera e propria esplosione del femminicidio. Per questo reato, bisognerebbe imputare i colpevoli di strage”.

E, allora, in un periodo di forte crisi economica caratterizzato come afferma l’on. Pica “da una grave carenza di risorse finanziarie, a tutti i livelli, dobbiamo guardare ai fondi europei. Sono a nostra disposizione circa 2 miliardi di euro di cui una parte sarà proprio destinata a progetti nel sociale. Dunque, dobbiamo essere capaci di progettare in questa direzione. Abbiamo poi una proposta di legge sul mobbing. Ma come al solito non abbiamo i soldi per attuarla. La nostra intenzione è quella di intraprendere una battaglia per ottenere un finanziamento per questa legge”.