Elezioni, l’Irpinia e il voto …

Il Paese, oggi e domani, è chiamato a scegliere il nuovo Parlamento. Risultati incerti e orizzonti da definire. Tante le aspettative che gli elettori hanno deposto anche in movimenti emergenti che hanno scelto di lanciare nuovi messaggi e di proporre volti nuovi. La politica nonostante sia stata considerata dalla maggioranza degli italiani incancrenita per i comportamenti disonesti di alcuni suoi interpreti e incapace di affrontare i problemi e le emergenze del Paese, ha finito per generare grande partecipazione e attenzione rispetto alle iniziative proposte dai candidati.

La campagna elettorale è stata caratterizzata dall’antipolitica e da quel sentimento maturato negli italiani di mandare a casa tutti i protagonisti del Parlamento nell’ultima legislatura, e di eleggere una nuova rappresentanza. Anche in Irpinia la campagna elettorale si è conclusa con la speranza degli elettori di eleggere deputati e senatori che si attivino per mettere in campo proposte di legge utili per affrontare e risolvere le tante questioni del territorio. Volti nuovi e riproposizioni sperano di insediarsi a Montecitorio e Palazzo Madama portando, almeno si auspica, un pezzo di quell’impegno e quelle promesse fatte ai propri elettori durante il tour elettorale tra le comunità della provincia di Avellino. Non sono mancati i tipici veleni e scontri del confronto dialettico. Del resto sarebbe risultata alquanta anomala una competizione elettorale priva di aspro confronto e di contrapposizione tra candidati.

Va segnalato, inoltre, che per la prima volta, non sono scesi in campo i protagonisti irpini della Prima Repubblica. Coloro che hanno occupato i massimi livelli istituzionali del Paese sono ormai fuori dall’agone politico, ma hanno scelto di dispensare consigli e di non rinunciare a qualche intervento pubblico. E’ anche questo un segno del nuovo tempo che si è aperto portando con sé la speranza e la legittima aspettativa di restituire alla provincia di Avellino una nuova rappresentanza che sappia dimostrare anche competenza e qualità nella determinazione delle scelte da assumere.

Ai futuri parlamentari questo pezzo di terra del Sud non può che chiedere un impegno serio e responsabile per tentare di uscire dalle secche della crisi economica. Le imprese sono sottoposte al continuo stillicidio di cacciare i propri dipendenti e di chiudere i battenti. La produzione è ridotta ai minimi termini, il lavoro che non c’è apre piaghe sociali di enorme portata a cui urge rispondere con risposte certe e realizzabili. Un grido di dolore che affligge le famiglie irpine e che non merita di essere strumentalizzato per consentire a qualcuno l’ingresso nelle Aule del Parlamento. L’improvvisazione potrebbe finire per acuire lo scontro e allargare la distanza tra eletti e elettori, demolendo definitivamente il patto di fiducia tra governati e governanti.

La sfida sempre attuale è quella che ricevuta la delega alla rappresentanza ci si impegni a farsi carico di un progetto che in Irpinia non può che essere indirizzato verso la crescita e il rilancio dell’economia. La partecipazione al voto resta, tuttavia, un baluardo insostituibile per l’esercizio della democrazia. Anche perché l’Italia sente il bisogno urgente di dotarsi di un nuovo Governo che possa rappresentare la nazione in Europa e nel mondo, e questo può concretizzarsi solo se le urne riusciranno ad attribuire una netta maggioranza ad una delle coalizioni in campo. Poche ore ancora per conoscere se il futuro del Paese sarà meno fosco.

Twitter@ciroaquino