Bersani a Galasso: “Vai dove ti porta il cuore”

BERSANI1280. Un numero significativo. Bandiere che sventolano. Sala gremita. Applausi per Pierluigi Bersani.E’ lui che infiamma, riflette, richiama e invita al voto. A non sprecarlo per partitini. Nel mirino Centristi e Montiani. Anche se il problema è altro: si chiama lavoro, legalità, moralità, sobrietà della politica. In una parola Italia; in due: Italia e quindi Irpinia.
“Se vinciamo manderemo a casa il leghismo che ci ha rovinato. Noi siamo un popolo. Ed io voglio dare una mano a svegliare l’arma atomica che è la partecipazione. Vi chiedo lo sforzo degli ultimi giorni”.
Sono le parole del candidato premier del Partito democratico Pierluigi Bersani ieri sera in città nella sala stracolma del Teatro Gesualdo. In prima fila si notano: De Luca, Famiglietti, Paris, Repole ma c’è anche il segretario regionale del Pd Amendola. Iscritti, simpatizzanti e anche tanta gente comune.
Lì ci sono i lavoratori della Irisbus, i forestali che attendono risposte. Sono lì con striscioni a testimoniare che in fondo i cittadini chiedono cose semplici, non arzigogolate: il rispetto della dignità, della quotidianità. Della vita e non della sopravvivenza.
“Noi siamo una forza plurale. Siamo un partito aperto. Siamo affidabili. Facciamo quel che diciamo. Noi saremo leali. Non metteremo e non abbiamo messo  l’interesse del partito dinanzi all’Italia”.

BORDATE ALL’INDIRIZZO MONTI: “Ha mai incontrato i lavoratori della Irisbus? Ha mai visto un precario della scuola? Ha mai incontrato un esodato?… Noi non siamo un partito personale. Ogni candidato sarà eletto dal popolo col metodo delle primarie”.
E ancora: “Mi dicono: ma vai in giro con Renzi? E cosa c’è di così strano?…”.
Una risposta che passa in secondo ordine quando si tratta di dire: “Vinceremo. Avremo in Parlamento il 40 per cento di donne. Spero che arrivino così spiegheranno a Berlusconi come si parla con le donne. Vogliono dare a noi lezioni? Monti? Grillo? Berlusconi?”.
Affondi, stilettate per poi sottolineare: “Un cambiamento vero ci vuole”.
“Siamo un Paese civile. Credo – continua Bersani – dobbiamo partire dalle situazioni più difficili, come quella delle decine di migliaia di lavoratori che non stanno prendendo dall’Inps i soldi delle casse integrazioni in deroga. Abbiamo poi gli esodati, i disoccupati, i lavoratori della Irisbus… Le prime misure devono essere rivolte a queste situazioni. Occorre partire dalla legalità, dalla moralità e dal lavoro. Adottare  misure sulla sobrietà della politica, sulla lotta alla corruzione e primi provvedimenti per dare un po’ di lavoro, fare un po’ di
investimenti. Si deve partire così e si partirà così”.
Ma Bersani mette in guardia. “Attenzione al mare di protesta, di disillusione e rabbia che circola: siamo arrabbiati anche noi perché in questi anni ne abbiamo visto di cotte e di crude. Abbiamo la stessa indignazione ma la protesta da sola non risolve e anche un governo senza cambiamento non risolve. Sono convinto che noi ce la possiamo fare. In giro c’è tanta offerta politica, tutti hanno la loro dignità, ma o vincono loro o vinciamo noi per il cambiamento”.

QUERELLE INUTILI. “Non riesco a mettere la testa su quello che dice Monti. Con tutti i problemi che abbiamo, col populismo che c’è in giro,continuare a prendersela con Vendola mi sembra uno sport che non porta da nessuna parte. Cerchiamo di parlare di problemi seri. Basta con questi politicismi”.

PIANO TRASPORTI: “Se sarò premier possiamo riprenderlo. Credo che sia necessario pensare di investire perché solo così potremo ridare lavoro”.
In soldoni: “Andiamo al sodo delle questioni”.

ORGANIGRAMMA DEL PARTITO. “L’anno prossimo non sarò sicuramente più segretario. Perché dobbiamo in ogni caso far girare la ruota”.
E… sull’addio dell’ex sindaco di Avellino Galasso al Pd la risposta è secca: “Ognuno va dove lo porta il cuore”.
Bersani rifugge dalla polemica, replica ai giornalisti ma soprattutto parla al cuore della gente che ha problemi, dubbi, incertezze e una infinita paura del domani a cui la politica è chiamata a dare risposte. Questa è la mission di ogni politico, o meglio di chi tende a voler diventare un politico con la ‘P’ maiuscola.

(fonte il Sannio Quotidiano di Teresa Lombardo)