Comunisti italiani: “I nostri lavoratori hanno i salari più bassi d’Europa”

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“Lavoro, sviluppo e democrazia”, sono gli argomenti che animeranno il dibattito organizzato dal Partito dei Comunisti Italiani, federazione Irpina e il comitato Valle Caudina di Rivoluzione Civile.

“Ormai l’Italia – si legge in una nota – è in pieno declino economico, morale e democratico. I lavoratori hanno i salari tra i più bassi d’Europa, pagando al contempo tasse più alte. Gli ultimi Governi non sono riusciti a dare un freno a questa crisi, generando altra disoccupazione (al massimo storico del 12%) e altra cassa integrazione (oltre 1 miliardo di ore nel 2012), dimostrando la loro incapacità politica. Le privatizzazioni di questi ultimi anni, hanno solo indebolito lo sviluppo industriale e messo lo Stato in condizioni marginali, mentre nel periodo del boom economico esso controllava importanti settori strategici per lo sviluppo industriale creando lavoro, sviluppo e ricerca. Per affrontare la crisi, l’ultimo Governo ha pensato che la soluzione fosse quella di scippare ai lavoratori e alle lavoratrici quei diritti sul lavoro, frutto di dure battaglie politiche e di piazza. Per ridare un senso alla parola lavoro, bisogna quindi ripartire da quei diritti fondamentali, ripristinando cioè l’articolo 18 dello statuto dei lavoratori, abrogare l’articolo 8 e la riforma delle pensioni, voluta dalla Fornero, che probabilmente non ha mai stretto la mano ad un muratore o un autista, per capire che lavorare dopo i 60 anni, in quelle condizioni, è semplicemente disumano.

Lo sviluppo dell’Italia – prosegue la nota- passa per la piccola e media impresa, poiché il fenomeno del nano-capitalismo ha dato via ad un ridimensionamento della grande industria, mettendo in luce i limiti del nostro sistema. L’accesso al credito, per la maggior parte dei richiedenti, è diventato un ostacolo difficile da superare e questo impedisce al piccolo artigianato di avviare l’impresa. I grandi investitori scappano in altre nazioni, bloccati principalmente dalla presenza della criminalità, della  corruzione e dell’illegalità. Inoltre le imprese “nostrane” (come la Fiat) preferiscono delocalizzare gli stabilimenti per risparmiare sulla manodopera, creando desertificazione e povertà.

Serve un programma che riparta da tre fattori principali, cioè: l’agricoltura, il turismo e il rispetto del territorio. La difesa dell’ambiente e la valorizzazione del territorio significa andare in controtendenza rispetto ad un sistema sociale ed economico capitalista ed ultraliberista basato sullo sfruttamento delle risorse (umane e non) che ha portato al declino l’Italia e gli altri Paesi occidentali.

Infine, con la questione democratica vogliamo ripristinare quella legalità andata persa nel Paese. Legalità intesa non solo come rispetto delle regole, poiché le regole le cambia il potere a seconda delle comodità, ma come faro per lo sviluppo. In Italia abbiamo un economia sommersa che ammonta a 180 miliardi di euro l’anno, fra corruzione ed evasione fiscale. Recuperando quei soldi possono ripartire interi settori produttivi, abbassando il livello di disoccupazione e reintegrando quelle migliaia di precari che da anni aspettano una risposta per il loro futuro ed infine investire quei soldi in ricerca, istruzione e salute che oggi vivono in un forte stato di crisi.

La questione democratica, infine, attraversa anche quella schiera di diritti civili che in Italia ci ostiniamo a considerare un tabù, a partire dai diritti LGBT (Lesbiche, gay, bisessuali, transgender) che sono la riconoscenza minima per chi viene considerato diverso da un società che, probabilmente, ha smarrito il senso del sentimento e dell’umanità.”

Sulla base di questi argomenti si animerà il dibattito “Lavoro, sviluppo e democrazia”, previsto per sabato 16 febbraio ore 17.30 presso il centro sociale “Melina Pignatelli” di San Martino Valle Caudina. Parteciperanno al dibattito: Luca Servodio (direzione Nazionale PdCI); le candidate Katia Renzulli (candidata alla Camera in Campania 2) e Rosalba Capone (candidata al Senato in Campania) e Maria Felicia di Pietro  (candidata alla Camera in Campania 2). Le conclusioni saranno affidate ad Orazio Licandro (candidato alla Camera in Campania 2 e coordinatore della Segreteria Nazionale del PdCI).