Politiche – Lengua: “Udc forza residuale, il Pd è il vero cambiamento”

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Intervenendo a Montoro, accanto al senatore Enzo De Luca e all’europarlamentare Gianni Pittella, tra gli altri, il segretario provinciale del Pd Caterina Lengua ha chiesto agli elettori un voto utile per il cambiamento, invitando “a non sprecare consensi a sostegno delle forze residuali, come l’Udc”. Ai centristi la Lengua ha contestato il sostegno ad un governo di centrodestra, quello regionale presieduto da Stefano Caldoro, “che ha compiuto un vero e proprio delitto, con politiche che hanno colpito gli interessi della gente e dei territori su trasporti, fondi europei, infrastrutture, servizi, ambiente e, soprattutto, sulla sanità”. Ha invitato l’elettorato a esprimere un voto contro la demagogia e il populismo di Berlusconi, a favore di un governo basato su un progetto di cambiamento, di riforme e di equità sociale. “La nostra campagna elettorale è improntata soltanto sulla verità. Come ha richiesto Bersani, non incontriamo gli elettori per regalare illusioni o strappare qualche applauso con proposte ad effetto ma fuori da ogni concretezza, ma per dire parole di verità, ponendo al centro del nostro progetto l’Italia, il Mezzogiorno e l’Irpinia”. “La nostra preoccupazione è garantire ai cittadini, alle famiglie, ai giovani, agli anziani, a chi sta soffrendo le conseguenze della crisi sulla propria pelle ogni giorno, un governo in grado di far ripartire il Paese. Il nostro compito in questo momento cruciale per le sorti del Mezzogiorno e dell’Italia è contrastare con verità e concretezza il berlusconiano populismo mediatico, che ha portato l’ex premier a offrire una grande e generalizzata amnistia pur di recuperare qualche voto”. Il segretario provinciale del Pd ha proseguito: “Pur avendo governato per quasi un decennio, Berlusconi imputa il disastro realizzato dalle sue politiche agli altri, come se venisse dai banchi dell’opposizione”. Per la Lengua “l’unico partito che ha dimostrato di avere un leader e non un padrone, parlando un linguaggio di verità e offrendo un progetto per il futuro delle nuove generazioni e per il Sud è il Pd. Pierluigi Bersani con la sua candidatura ha offerto al Paese una strategia di uscita dalla crisi per l’Italia, in un quadro di rilancio dell’intera Europa, che progressivamente sta sostituendo ai governi conservatori una giovane e dinamica leadership progressista, forte di una visione proiettata nel futuro”. Per questo, il segretario irpino giudica riduttivo concentrare il dibattito elettorale solo sul tema delle tasse. “Berlusconi ha incrementato di quattro punti la pressione fiscale sulle famiglie e le imprese e oggi si presenta come il benefattore, mentre Bersani propone un graduale abbassamento del carico fiscale, con maggiore riguardo a chi ha dato di più al risanamento dei conti pubblici, pur guadagnando di meno. Tuttavia, è bene dirlo, ridurre le tasse non basta a rilanciare redditi e sviluppo”. Ed ecco la ricetta proposta dal Pd. “Noi dobbiamo tornare ad investire sulla scuola, sulle famiglie creando lavoro per dare un futuro ai giovani. Rilanciare gli investimenti richiede uno sforzo anche da parte dell’Europa, che dovrebbe escludere dal patto di stabilità gli investimenti sulla cultura, la formazione e le infrastrutture, rimettendo in moto le risorse oggi ferme nei cassetti della pubblica amministrazione nazionale e locale”. Una sfida impegnativa, prosegue la Lengua, che può essere vinta soltanto ottenendo un chiaro mandato dagli elettori. “La battaglia che abbiamo di fronte è impegnativa, investe della sua responsabilità tutti, ciascuno di noi: per questo il voto non va buttato via, in un momento in cui abbiamo l’opportunità di realizzare un cambiamento che l’Italia attende da dieci anni”. Pur rispettando le diverse opinioni, “è arrivato il tempo di scegliere se tornare indietro all’italietta cialtrona, snobbata dalla comunità internazionale e dileggiata nel Continente, oppure se dare forza ad un progetto che punta a restituire al nostro Paese un ruolo da protagonista nella nuova Europa che dalla crisi uscirà più forte, florida e coesa”. Quindi, il tema è quello del voto utile. “Non è più il tempo della protesta o della testimonianza, dobbiamo votare con responsabilità scegliendo il governo del Paese, del Mezzogiorno e dell’Irpinia. Dare un voto all’Udc o ai centristi significa darlo a chi non ha possibilità di governare e, quindi, sfavorire la prospettiva di un cambiamento”. E aggiunge: “L’Udc è ormai una forza residuale, che non ha possibilità di incidere sulle posizioni dell’Italia, della Campania e dell’Irpinia. Raccogliendo il 3 per cento in tutta Italia, otterrebbe al massimo dodici o tredici parlamentari, con il rischio di non eleggere deputati nella circoscrizione Campania 2. Un voto non diretto a determinare il cambiamento è un voto perduto”. Nella conclusione del suo intervento, il segretario provinciale del Pd ha sferrato un attacco all’esperienza regionale del governo di centrodestra. “L’inadeguatezza dell’Udc sul piano regionale è provata dai risultati conseguiti dal governo De Mita Caldoro-Cosentino-De Mita, capace di penalizzare drammaticamente le zone interne sulla programmazione dei fondi europei, sulla sanità, i servizi e l’ambiente, contribuendo a gettare le famiglie e le imprese del nostro territorio nella disperazione che ogni giorno le cronache documentano”.