Intervista – D’Agostino: “Non discorsi a vuoto ma impegni concreti”

d'agostino e cesaro

Angelo D’Agostino è sicuramente il volto nuovo che accettato di “salire” nell’agone politico irpino. Un imprenditore di successo che ha abbracciato il progetto della lista Monti, Scelta Civica, e che con ogni probabilità sarà eletto alla Camera, dove rappresenterà la provincia di Avellino, e in particolare il suo modo quello degli imprenditori. In una intervista ad irpinia24.it parla del suo impegno politico.

D’Agostino, quali sono le ragioni che l’hanno spinta ad impegnarsi in Politica?

“Fino a poco tempo fa, non avrei mai immaginato di potermi candidare al Parlamento: è sempre stato lontanissimo da me il pensiero di un impegno diretto in politica. Ho poi riflettuto e dialogato con Montezemolo e il presidente Monti maturando il pensiero che – forse sì – sarebbe stato giusto lasciare le tribune e dare un contributo diretto e forte alla comunità nazionale ed a quella locale in una fase così difficile della nostra vita economica e sociale. Da imprenditore e padre di cinque figli avrei potuto tranquillamente starmene a guardare, la mia “salita” in politica, per usare una espressione assai significativa del presidente Monti, è motivata esclusivamente dalla ragionata volontà di dare un contributo alla politica”.

Cos’è per lei la politica?

In premessa vorrei sottolineare: sono e resto un imprenditore, non un politico. Credo si possa stare in politica comprendendo i bisogni collettivi di una comunità e proponendo per essi le soluzioni possibili e più adeguate. Non discorsi a vuoto ma impegni concreti. Oggi, a mio modesto avviso, il problema più delicato ed urgente è capire quali sono i meccanismi inceppati o arrugginiti che impediscono o rallentano i processi di sviluppo. Credo che nella nostra realtà regionale, e più diffusamente meridionale, c’è un problema di ordine generale che è la madre di tutte le questioni che impediscono o rallentano lo sviluppo: è il problema di una mentalità assistenzialistica e clientelare che dura a morire; è il problema del diritto che viene fatto passare per concessione. E’ il problema, insomma, del peggio della vecchia politica che non si riesce a sconfiggere, e che rappresenta la zavorra dalla quale bisogna liberarsi se vogliamo riavviare i processi di sviluppo e metterci in linea con il resto d’Italia e soprattutto con l’Europa.

Può farci qualche esempio concreto di riforma di ciò che non va?

“Nei miei anni alla presidenza dei Costruttori della provincia di Avellino ho potuto toccare con mano quanti e quali problemi – legati alla cattiva politica ed alla burocrazia da giungla – siano stati la causa principale dell’affanno, e in diversi casi del fallimento, di aziende che una volta vivevano dignitosamente e creavano ricchezza e lavoro. E’ roba da terzo mondo, per esempio, dover attendere mesi per una concessione; è da terzo mondo una realtà in cui servono mesi per far viaggiare una pratica da un ufficio a quello della porta accanto; è da terzo mondo doversi ancora presentare con il cappello in mano dal politico e finanche dall’ultimo consigliere comunale per ottenere il riconoscimento di un diritto. Questi meccanismi perversi hanno rubato ai giovani il presente, è arrivato il momento di costruire insieme ai giovani il futuro”.

Il Sud, uno dei tanti temi che polarizza il dibattito della campagna elettorale…

“Il Sud ha certamente bisogno di risorse aggiuntive per ridurre il gap che lo tiene ancora troppo distante dal Nord e dall’Europa. Fino ad oggi il Sud non solo non ha avuto le risorse aggiuntive che gli erano state promesse ma ha addirittura subito tagli intollerabili sulle risorse ordinarie. In ogni caso, non è soltanto con più soldi che riusciamo a risolvere la questione meridionale. Moltissimo dipende da noi del Sud. Ecco, da imprenditore e da semplice cittadino io sono convinto che la politica economica più incisiva “per” il Sud si fa “nel” Sud. È indispensabile combattere l’inefficienza delle reti amministrative, la lentezza opaca delle procedure pubbliche, i tempi enormi della giustizia civile, lo spreco dei fondi europei, il ritardo nel riciclaggio dei rifiuti, la concorrenza sleale dell’economia sommersa, l’infiltrazione delle mafie nel mercato. Insomma, occorre un cambio radicale  di mentalità e di marcia.  E per fare ciò, serve innanzitutto spazzare via la cattiva politica”.

Nei suoi incontri con gli elettori qual è il tema che più spesso le sottopongono?                

“Il lavoro, senza dubbio. Insieme al tema del cambiamento. I genitori sono preoccupati  per il fenomeno crescente dell’emigrazione dei giovani dalla nostra provincia; i lavoratori precari chiedono e se e quando potranno essere stabilizzati; i disoccupati sono nell’anticamera della depressione e in tanti ci sono già dentro fino al collo. E poi ci sono gli amministratori, che in nome e per conto degli amministrati e quindi anche dell’elettorato, pongono i problemi legati al patto di stabilità, all’assottigliamento delle risorse trasferite dallo Stato, alle difficoltà che si incontrano nella gestione dei servizi pubblici locali con economie di bilancio sempre più ridotte”.

Una volta eletto in Parlamento cosa si impegnerà a realizzare?

“Il mio impegno è quello della verità, non di promesse a vuoto. L’impegno massimo a rappresentare le istanze della provincia di Avellino. Ho già detto della necessità, peraltro contenuta nell’Agenda Monti come priorità, di creare le condizioni per il rilancio dell’occupazione e di quella giovanile senza dimenticare la tutela degli over 55; le priorità sulle quali bisognerebbe puntare sono inoltre la salvaguardia del nostro patrimonio ambientale e la riscoperta dei nostri tesori culturali: non solo perché è doveroso farlo, ma perché rappresentano una grande opportunità di sviluppo se sapientemente utilizzate in chiave turistica. È inutile spianare montagne per creare aree Pip dove non esistono strade di collegamento: avremmo costruito una cattedrale nel deserto e provocato un danno all’ambiente”.

Il suo appello agli elettori…

“In questi giorni di campagna elettorale sono presente nei territori, lo sarò anche dopo con l’impegno di accorciare le distanze tra la politica e le imprese, tra la politica e le famiglie, tra la politica e i giovani, in due parole tra la politica e… la società civile”.