Fuga dal Pd… ma Capone conferma la sua fedeltà

Ivo CaponeQuanti scossoni nel Pd. Un tira e molla infinito con lo squadrone di consiglieri di Piazza del Popolo e assessori (Modestino Verrengia ha già detto addio, ora in bilico c’è Nicola Giordano) che continua a storcere il naso rispetto ad un quartier generale che, a loro dire, non è stato in grado di ‘partecipare’ le scelte. E se nella schiera degli aventiniani molti sono pronti a dire addio  – Angelo Petitto, Rita Caronia, Giuseppe Giacobbe, Pino De Lorenzo, etc. etc. – c’è anche chi, dopo aver messo i puntini sulle ‘i’ e detto la sua in merito ad un partito senza guida cittadina, alla fine sostiene senza tentennamenti: resto nel Partito democratico per continuare a portare avanti progetti e prospettive in nome della città capoluogo. Suona così la sottolineatura dell’ex componente dell’Esecutivo Galasso, Ivo Capone.

“Così come ho deciso di aderire al Pd con convinzione, con rinnovata convinzione resto all’interno del Partito democratico”. Lo dice a chiare lettere il già assessore con deleghe pesanti Capone che aggiunge: “Sono stato tra coloro i quali hanno contribuito ad accendere le speranze del Pd in provincia avendo avuto un governo della città. A maggior ragione oggi  – che vediamo il Pd proiettato verso la crescita con una proposta credibile  - bisogna andare avanti con determinazione”.

Però lei era tra gli scontenti. Cosa le ha fatto cambiare idea?

“Ci sono questioni che vanno affrontate subito dopo le Politiche ma non è tempo di polemiche. Bisogna fare squadra. Poi per le questioni legate all’organizzazione del partito se ne riparlerà all’indomani della tornata elettorale. Purtroppo il partito è stato senza guida cittadina e soprattutto senza una linea politica certa”.

Cosa manca?

“Ci vuole una guida che sia legittimata dalla base. Solo questo potrà dare impulso all’azione politica”.

Qual è il messaggio diretto al segretario provinciale Caterina Lengua e agli altri vertici del Pd?

“Siamo una pattuglia di rappresentanti che guarderà con attenzione alle dinamiche locali facendo in modo che l’agenda di governo possa essere attenta al Sud che è stato depennato dal governo Berlusconi”.

Lei che è stato assessore al Bilancio ed è stato anche più volte nel mirino, perché accusato di non aver gestito le casse comunali come un buon padre di famiglia, cosa si sente di dire?

“Parlano i fatti. Abbiamo messo in sicurezza lo strumento contabile della città nonostante i debiti fuori bilancio che ammontano ad oltre 10 milioni di euro. La maggiore parte sono stati onorati con risorse proprie dell’amministrazione, nonostante i tagli risaputi che abbiamo dovuto sopportare a causa del governo di centrodestra (scuola Tremonti). Siamo stati i precursori della spending review. Già da tempo avevamo puntato sulla razionalizzazione e selezione delle spese per assicurare comunque, malgrado le ristrettezze economiche, una vasta gamma di servizi alla nostra comunità”.

Pertanto nessun mea culpa, anzi. Per Capone la chiosa è: avanti tutta per il bene della città.

Fonte: Il Sannio Quotidiano (Teresa Lombardo)