Rifiuti, c’è il rischio di una nuova emergenza

discarica

Rischia di scoppiare una nuova emergenza rifiuti e questa volta non per la saturazione degli impianti irpini o per il blocco delle maestranze: questa volta è un decreto legge a mettere in discussione il sistema di raccolta e smaltimento rifiuti in provincia di Avellino. Si tratta del decreto legge n. 1 del 14 gennaio 2013 emanato dal Presidente della Repubblica recante ‘Disposizioni urgenti per il superamento di situazioni di criticità nella gestione dei rifiuti e di taluni fenomeni di inquinamento ambientale’. Il provvedimento, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale, che sarà presentato alle Camere per la conversione in legge, vuole mettere ordine nel sistema rifiuti che a livello nazionale compete alle Regioni, al livello locale in Campania è destinato a far superare la provincializzazione. In provincia di Avellino c’è Irpiniambiente, il braccio operativo dell’Amministrazione provinciale mediante il quale viene gestito l’intero ciclo di raccolta, trasporto e recupero/smaltimento dei rifiuti, a beneficio di tutti i comuni del bacino. La ‘IrpiniAmbiente Spa’ è una società partecipata al 100% dall’Amministrazione provinciale costituita con delibera n. 2 del 23 dicembre 2009 ed è stata costituita in ottemperanza a quanto riportato dall’articolo 11 del decreto legge 195 del 30 dicembre 2009 convertito, con modificazione, in legge n. 26 del 26 febbraio 2010. Con una nota del 28 dicembre scorso l’assessore all’Ambiente della Regione Campania Giovanni Romano aveva sottolineato la “contraddittorietà normativa” tra funzione delle Province e dei Comuni, tra provincializzazione e privativa, ma che restava comunque necessario prorogare il sistema rifiuti così come impostato almeno sino ad una norma definitiva.
E il decreto è arrivato: in sei mesi bisognerà superare la provincializzazione e, in base ad una legge quadro di riferimento regionale, i Comuni costituirsi in Ato che dovranno organizzarsi per la raccolta, il trasporto e il recupero del rifiuto. Cambieranno anche i costi, così come previsto dalla Tares la cui applicazione slitterà a luglio, ma quello che preoccupa il sindacato di categoria sono le conseguenze nella gestione degli impianti. La società Irpiniambiente oggi gestisce l’impianto Stir di Avellino in località Pianodardine, la Stazione di trasferenza di Flumeri, l’impianto di selezione meccanica delle frazioni secche recuperabili in località a Montella, l’impianto di compostaggio nel territorio comunale di Teora e la discarica di Pustarza. Con il nuovo dettato normativo l’impiantistica passa in gestione alla Regione Campania e si aprono nuove preoccupanti possibilità di impiego dello sversatoio a Savignano Irpino che rischia di dover nuovamente accogliere i rifiuti che vengono da ogni parte della Campania. “Quello che abbiamo fatto uscire dalla porta potrebbe rientrare dalla finestra e allora sarebbe impossibile opporsi” dice Michele Caso della Uil che annuncia il coinvolgimento di politici ed istituzioni irpine per scongiurare l’applicazione del nuovo decreto legge.