Rotondi regista dell’intesa con la Lega

Conferenza stampa del ministro Gianfranco Rotondi sulla proposta di abolire la pausa pranzo

“Possiamo arrivare al 40 per cento, come ripete Berlusconi, e l’accordo con la Lega è un importante elemento per ottenere questo risultato: del resto, regalare altre regioni al centro-sinistra non mi sembrava proprio un’ottima idea”. E’ anche questa una delle quotidiane dichiarazioni che l’ex ministro per l’Attuazione del programma di governo, Gianfranco Rotondi, ha affidato alle agenzie di stampa. Dietro la nota stringata del parlamentare avellinese che da qualche legislatura viene eletto in Lombardia, invece, esiste un lungo lavorio che Rotondi ha condotto per arrivare al varo dell’intesa politica tra il Popolo della Libertà e gli esponenti del Carroccio. Nella notte di ieri, all’una e trenta, infatti, è stato firmato ad Arcore un accordo tra il Pdl e la Lega. Silvio Berlusconi e Roberto Maroni hanno stabilito i termini dell’intesa così: l’ex premier sarà il leader dei moderati, mentre il candidato comune per la Regione Lombardia, sarà l’ex ministro dell’Interno. Una pace scoppiata grazie all’intermediazione dell’esponente democristiano che da qualche tempo gode di un rapporto privilegiato e di fiducia con il Cavaliere.
Sono note le qualità politiche di Rotondi che in questi anni, nonostante non avesse alle spalle un grosso movimento elettorale, è riuscito a mantenersi ai vertici della politica del Paese. Dalle stanze della politica che conta traspare la notizia più che fondata che Berlusconi abbia incaricato proprio l’ex ministro di organizzare le liste al centrosud. Una investitura frutto di un rapporto costruito con l’ex premier proprio nei giorni in cui furono costretti a rassegnare la guida del Governo in seguito alla pressione dell’Europa, delle borse e della magistratura. Nelle mani di Rotondi sarebbe appeso il destino di tanti parlamentari uscenti. Per questo, nelle ultime settimane il pressing dei parlamentari uscenti su di lui sono aumentati, soprattutto per ricevere rassicurazioni sulle ricandidature. Il politico avellinese ha preso il largo nel mare della politica nazionale grazie anche alla solida formazione giovanile sotto la direzione di Fiorentino Sullo e di Gerardo Bianco, ma anche attraverso lo scontro con i potenti dell’epoca Ciriaco De Mita e Nicola Mancino. Oggi, tanti gli irpini del centrodestra, già parlamentari e aspiranti, sperano nella benevolentia del conterraneo.