Altavilla dice no al bilancio dell’Alto Calore, la nota di Camerlengo
Il delegato al Bilancio di Altavilla Gianluca Camerlengo spiega i motivi del no del Comune al bilancio dell'Alto Calore
Altavilla Irpina - ”Il voto contrario espresso dal comune di Altavilla al bilancio Alto Calore è un voto tecnico, scevro ca considerazioni politiche, ma basato su argomentazioni di merito che, invece di essere l’essenza dei ragionamenti, sono subordinati agli ordini di scuderia. I documenti allegati al bilancio per l’esercizio 2014 confermano le criticità strutturali della società i cui riflessi ricadono inevitabilmente, nel breve, medio e lungo periodo, sui comuni soci. Contrariamente agli annunci mediatici sui presunti cali dei costi per euro 3 MLN, si evidenzia che: 1. Alla riduzione dei consumi di energia corrisponde un inevitabile aumento dei disservizi nei comuni dovuti ad una politica aziendale incentrata sulle chiusure che determina una ovvia riduzione del sistema di pompaggio, oltre alla riduzione di acquisto di acqua da altri acquedotti per ottemperare al fabbisogno dell’intera popolazione servita; 2. Alla riduzione del costo del personale dovuta ad un minore accantonamento del TFR nell’anno 2014 e ad una riduzione unilaterale cui non vi è stato un prudenziale accantonamento ad uno specifico fondo di un valore a garanzia dell’imminente contenzioso col personale dovuto a quelle rivendicazioni in atto per effetto di demansionamenti e provvedimenti vari sui quali già vi sono state pronunce di condanna in capo alla società”, così Gianluca Camerlengo, delegato al Bilancio Comune di Altavilla Irpina.
“I numeri, dunque, se letti con attenzione, svelano scenari da brivido e non da “ola” come si vorrebbe far apparire. Prova evidente sono le principali voci Crediti e Debiti che segnano, rispettivamente, un incremento rispetto al 2013 di 13 MLN di euro circa. L’incremento dei crediti, nella relazione di commento al bilancio 2014, è stato giustificato soprattutto dalla variazione tariffaria autorizzata dall’Autorità Energia Elettrica e Gas (resa possibile solo grazie al passaggio dal sistema basato sul minimo impegnato a quello attuale basato sul consumo effettivo. Passaggio effettuato con estremo ritardo rispetto al previsto per cui solo oggi è possibile cogliere i benefici dovuti agli incrementi poiché prima il sistema di fatturazione dei consumi non lo consentiva nonostante la società si fosse impegnata già da tempo ad effettuare tale passaggio). Tuttavia il valore di detto incremento (crediti) è maggiore di quello registrato lo scorso anno quando, nel 2013 rispetto al 2012, si iscrisse in bilancio una crescita pari ad euro 11 MLN che venne giustificata in relazione con l’accantonamento riferito a consumi non ancora fatturati “anche a seguito della necessaria revisione delle tariffe idriche adottate a luglio 2013″ (ovvero quella revisione che ha modificato una precedente proposta fatta in CDA che prevedeva, per l’ultima fascia di consumo, la tariffa massima di 7 euro a mc e che ha permesso il passaggio al nuovo sistema senza del quale oggi la società non avrebbe potuto ottenere l’incremento che permette al bilancio di chiudere in utile). Sotto il profilo dei ricavi, si sottolineava (sempre nella relazione al bilancio 2013) la necessità di prevedere un maggiore fatturato, parliamo di oltre 7 milioni di euro circa (da iscriversi a “fatture da emettere” riferite a provvedimenti da emanare), per effetto di una revisione tariffaria, mentre si individuava tra gli obiettivi 2014 la necessità (tra l’altro ribadita anche in altre sedi da parte della società) di rivedere le tariffe perché troppo alte.
È evidente il cortocircuito, come si può, infatti, rendere compatibile l’incremento dei ricavi iscritto in bilancio (senza alcuna specifica) con l’abbassamento delle tariffe promesso ai consumatori? Sembrerebbe una contraddizione in termini che però si è tradotta in un risultato di esercizio e che, peraltro, non ha trovato conferma nelle risultanze dell’esercizio successivo (2014) dove ancora una volta viene movimentata la voce “fatture da emettere” senza considerare i tempi certi e rapidi che tale voce richiede. L’emissione delle fatture doveva essere già avvenuta così come prescrive l’art. 21 DPR 633/72. Difatti, quanti dei 5,5 MLN di ricavi appostati con la motivazione che si sarebbe determinata “la necessaria revisione delle tariffe approvate ed applicate dal precedente CDA” (vedi pag. 57) del 2013 sono stati incassati nel 2014? Nessuno, poiché la revisione tariffaria non c’è stata e nemmeno l’emissione delle relative fatture. Mentre l’apposizione dei ricavi su un evento presunto -operazione contabile a dir poco ardita- quella, invece, si e con essa l’incremento dei crediti. Inoltre la mancanza di una efficace azione di recupero del credito è accompagnata da un peggioramento della situazione finanza. In tutto questo non si tiene conto della mole di contenzioso in atto mentre i debiti aumentano ed in particolare quelli verso i comuni per i rimborsi delle addizionali fognatura e depurazione e verso gli istituti previdenziali. Ciò equivale a dire che Alto Calore tira avanti con i sodi dei comuni e con quelli dei dipendenti (quegli stessi per i quali si chiede il contratto di solidarietà). Basti vedere che la morosità, nel 2014, ha segnato un risultato pari ad euro 350.000 circa, un risultato ridicolo rispetto a quello del 2012 che è stato pari a circa 7 MLN di euro come evidenziato a pagina 5 della relazione sulla gestione allegata al bilancio 2012 che questa stessa maggioranza ha approvato ed il presidente, in particolare, nella qualità di componente del comitato di controllo analogo allora vide formarsi e definirsi passo dopo passo. Cosa è successo nella attività di recupero del credito per cui negli anni passati si sono registrati grandi risultati (con l’utilizzo di personale interno) che l’amministrazione finge di ignorare ed oggi, invece, si registra un flop?
Chi è il responsabile di risultati così deludenti? Chi ha smantellato una struttura che funzionava ed ha voluto una nuova organizzazione e perché lo ha fatto visto che funzionava meglio ed i risultati lo attestano? In ultimo si scontano difficoltà di quotidiana gestione come quelle riscontrate per la carenza idrica nei comuni, gli spaventosi ritardi per gli allacciamenti ad edifici comunali regolarmente pagati, l’acquisizione di dati relativi al fatturato di competenza del comune per non parlare delle rispettive quote relative a fognatura e depurazione. Difronte a queste incognite che in assemblea non sono state chiarite ed alle evidenti incertezze contabili confermate dagli interrogativi inevasi fatti in assemblea, il voto è stato la naturale conseguenza”, conclude la nota.