Avellino – La segretaria della Cgil Susanna Camusso a discutere di lavoro, ambiente e sviluppo
Camusso:"Non è vero che non esiste un altra idea di Paese, al degrado non si risponde con altro degrado".
Avellino – Susanna Camusso, Segretaria Generale CGIL, è stata ospite questo pomeriggio al carcere borbonico per discutere insieme al segretario della regione Campania e della provincia di Avellino della Cgil di ‘lavoro ambiente e sviluppo’.
Ha introdotto il segretario Tavella che ha posto l’accento sull’importanza dell’incrocio dei temi del lavoro e dell’ambiente in materia di sviluppo delle aree interne, lasciando poi subito la parola al Sindaco avellinese, Paolo Foti. Il primo cittadino ha dato il benvenuto alla Segretaria nazionale per poi passare rapidamente all’esposizione della sua idea di crescita. “Lo sviluppo è legato alla capacità delle amministrazioni di intercettare le risorse – ha asserito Paolo Foti- E’ necessario che si lavori insieme e si progetti una politica industriale specifica per il Sud. Nel caso di Avellino è fondamentale un piano strategico per il saggio utilizzo dei fondi europei. Senza lavoro non c’è sviluppo e senza sviluppo non c’è dignità del lavoro”.
La parola è poi passata a Vincenzo Petruzziello, segretario provinciale Cgil, che ha rivendicato di aver reso possibili, sotto la sua direzione, incontri importanti quali quello con Epifani tempo addietro, e quello con la Camusso odierno. Petruzziello ha poi spiegato l’intenzione da cui è partita l’iniziativa, ossia l’esigenza di legare questioni già profondamente legate e non indipendenti. “Lavoro, ambiente e sviluppo sono necessità specifiche dell’Irpinia. I dati di disoccupazione sono allarmanti, oltre 83.000 persone sono iscritte al centro per l’impiego e tantissime altre hanno smesso di cercare occupazione, questo perchè il Governo non è più attento alla questione del Mezzogiorno. In Campania abbiamo il primato per le richieste di lavoro presentate e anche il maggior scarto tra domanda e offerta”.
Il segretario provinciale ha mal commentato anche i primi effetti del Job’s Act: “Ormai non ci sono più vincoli, ci si aggiudicano commesse solo per gli sgravi fiscali e si aggiunge precariato al precariato. Si va a minare alla base il sistema della piccola e media impresa. Bisogna ripensare lo sviluppo e ripensarlo vuol dire partire dalle risorse del territorio. Puntiamo sull’agricoltura, supportando la ricerca e l’innovazione. Stabiliamo un reddito minimo legato a periodi di formazione per arrestare il fenomeno migratorio. Occupiamoci di servizi, di riqualificazione urbana, edilizia scolastica, perchè oggi si può, oggi l’Irpinia gioca la sua più grande partita dal 1980″.
Vincenzo Petruzziello ha criticato i 5 anni di immobilismo registrati nella Campania di Caldoro, che non ha saputo gestire neanche l’occasione dei fondi europei, senza contare lo sblocco del turn over riguardo al quale così si è espresso: “E’ solo una goccia nel mare. Di fatto il diritto alla salute in Campania è azzerato”.
Il segretario provinciale ha sollevato anche problematiche quali quella della Lioni- Grottaminarda auspicando che non si riveli ‘un’altra Salerno-Reggio’, il problema degli snodi ferroviari abbandonati concludendo: “Prevalgono ancora gli interessi di bottega e delle piccole comunità, ma non possiamo immaginare di restare un contenitore vuoto senza competenze specifiche. La crescita del Paese passa necessariamente dallo sviluppo del Mezzogiorno”.
A seguire l’intervento del presidente di Lega Ambiente Campania, Michele Buonomo, d’accordo essenzialmente con quanto espresso dal rappresentante avellinese della Cgil e che ha esordito con un’amara battuta: “Se oggi avessi deciso di venire con un mezzo pubblico ci avrei messo almeno 7 ore ad arrivare da Salerno”. Chiaramente il riferimento al disagio del settore trasporti non è casuale in un giorno in cui si discute di nuove politiche per il territorio.
Buonomo si è riferito poi a Renzi, colpevole di aver tweettato qualche tempo fa in merito alla realizzazione di un Green Act, tutt’oggi sconosciuto. Anche il segretario campano di Lega Ambiente ha evidenziato la necessità di ripartire dalle radici e quindi dall’agricoltura. “Come ha detto bene un ministro americano tutte le famiglie hanno bisogno di agricoltura. Nei nostri territori è improponibile l’idea delle trivellazioni, anche perchè l’età del petrolio ha una scadenza. Occorre attuare misure di sviluppo a lungo termine, valorizzare i prodotti valorizzabili. L’ambiente deve essere al centro di questa crescita, perchè è la sola proposta durevole, la sola opportunità di offrire un futuro vero e partecipato”.
Ha concluso, come previsto, Susanna Camusso che così ha cominciato: “Nessun Paese ha un futuro se i giovani pensano di doversene andare. Bisogna cambiare l’ordine delle priorità, cosa che stiamo tentando di fare, nonostante nel documento economico- finanziario del governo non compaiano mai le parole lavoro e occupazione. La verità è che i termini e le scelte sono uguali a sempre e la discussione non è che un riflettere sul se sia meglio la deflazione o la recessione. Si è realizzato ad oggi l’arricchimento di pochi e l’impoverimento di tanti e ben sappiamo che in un Paese dove crescono le disuguaglianze non può esserci alcuno sviluppo”.
La segretaria generale ha aspramente contestato coloro che ancora sostengono l’esistenza di due Paesi, di un Nord forte e di un Sud parassita e parassitario: ” Siamo il solo Paese che ha inventato la questione settentrionale”.
In quanto al piano di sviluppo e alle politiche in cantiere per il Paese la Camusso ha asserito: Noi non siamo la piattaforma del Medio Oriente, non siamo un Paese petrolifero. Abbiamo un’infinità di risorse, strettamente legate alla nostra cultura e alla nostra storia, che non sappiamo o vogliamo valorizzare, mentre i Paesi nuovi riescono a rendere grandi anche bacini più piccoli a cui attingere”.
Sulla questione specificatamente legata al lavoro Susanna Camusso ha smentito l’idea di quanti ritengano che non si possa scommettere in maniera alternativa sull’Italia: “L’attenzione alla qualità del lavoro può diventare un’occasione di marketing come negli altri paesi. In questi 5 anni non ho remore nel dire che la Campania non si è fatta sentire, che non ha dato una buona prova di sè. Ma davvero questa Regione non ha nulla da dire?
E poi basta considerare un investimento come un fatto a breve termine, basta delegare al sistema privato gli investimenti. Il soggetto del Paese deve essere il pubblico, ne va della qualità della proprietà dello Stato di se stesso. La Campania ha dei beni culturali straordinari ma vederli è una Via Crucis, dunque bisogna ridiscutere le funzioni e gli obiettivi, non i posti di lavoro. Come se non bastasse l’abbassamento delle tutele produce assolutamente illegalità, di cui il primo segno tangibile è il ricatto che subiscono i lavoratori con gli appalti per mandare avanti la propria attività. Si incentiva la creazione di false aziende e si perde il confine tra legale e illegale. Così non si opera il cambiamento, ma il degrado. Chi vuole governare deve avere assolutamente e ogni giorno il lavoro come priorità. Ricordiamoci che c’è un solo Paese e non rassegnamoci”.