Restyling Piazza Libertà – Rossano: “Rispedite il progetto agli uffici”
Avellino – “Dopo lunghi studi e cogitazioni la montagna ha partorito il topolino di Piazza Libertà, che ha moltissime criticità e costi altissimi in relazione al risultato che si vorrebbe produrre. Contrariamente a quanto si afferma non è stata affatto ricomposta l’unitarietà del percorso che unisce Corso Vittorio Emanuele a Via Nappi, percorso visivamente interrotto dalla brutta fontana cementizia, che tutti si ostinano a voler definire “bene storico ed ambientale” solo in ragione della data della sua costruzione. Ed anche se fosse “bene vincolato” sarebbe stata senz’altro possibile una sua diversa collocazione. Ricordo a me stesso che a Napoli la fontana del Nettuno – opera del Fanzago e di ben altro valore storico artistico – è stata spostata più volte, tanto da essere definita “la fontana con la valigia”. E tali spostamenti hanno incontrato il parere favorevole di quella Soprintendenza”. Così l’architetto Claudio Rossano in merito all’approvazione da parte della giunta del progetto esecutivo di Piazza Libertà.
“Se malauguratamente il progetto dovesse realizzarsi, – continua – un osservatore posizionato sul Corso, nei pressi della Prefettura, troverebbe ulteriormente impedita la vista da tre “casatielli” in cemento e vetro, con funzioni bottegaie, posti uno al centro della nuova piazza e gli altri due di fronte al lato corto della Prefettura e di fronte a palazzo Sarchiola. Un vero e proprio oltraggio alla storica piazza! Meglio lasciare le attuali strutture commerciali in ghisa, che si adattano allo storico luogo. Anche le nuove alberature sono state scelte con criteri che personalmente ritengo errati, in quanto non ricompongono l’unità della piazza, ma addirittura la diversificano: sul lato di palazzo Ercolino alberature dalla chioma rossa – credo siano pruni – mentre sul lato opposto, quello di palazzo Caracciolo, dei tigli dalla verde chioma”.
“E al centro della piazza un grande nuovo albero posto irresponsabilmente in una pavimentazione in pietra locale, senza alcuno spazio per il suo apparato radicale. Non sanno i progettisti che l’apparato radicale ha bisogno di terreno della stessa larghezza della chioma? Non hanno mai visto cosa è successo agli alberi di viale Italia , di viale De Gasperi, della piazza antistante il Tribunale; le radici si sono ribellate agli angusti spazi assegnati ed hanno divelto pavimenti e marciapiedi. Casuale è poi il disegno del verde a prato ed eccessivo l’uso della inadatta pietra locale scelta, che tanti danni ha già causato nella piazza di Valle. A tutto ciò – conclude – si aggiunge il fatto di aver scelto come sistema per la gara di appalto “ il massimo ribasso”, causa principale delle tante opere incompiute di Avellino. Spero che i consiglieri comunali tutti, riflettendo per quanto sta per essere approvato e mandato in gara, rispediscano il progetto agli uffici. E per fare tutto questo tantissimi tecnici comunali e consulenti vari”.