Avellino – Presentato libro di Morano sulla maternità
Avellino – E’ stato presentato al Circolo della Stampa di corso Vittorio Emanuele il libro “Chi ha paura della maternità?” scritto da Sandra Morano. L’autrice, specialista in Ginecologia ed Ostetricia, lavora come ricercatrice presso la Clinica Ostetrica e Ginecologica dell’Università degli Studi di Genova, dedicandosi ad attività di assistenza e didattica nel corso di laurea magistrale in Medicina e Chirurgia, nel corso di laurea in Ostetricia, di Infermieristica pediatrica, e nella scuola di specializzazione in Ginecologia e Ostetricia. Peculiare area di interesse è l’Ostetricia, nell’ambito della quale l’attività di ricerca è rivolta alla realizzazione di una offerta di procedure di assistenza e di formazione coerente con l’appropriatezza delle cure alla nascita. Dal 2000 è responsabile della prima Casa di Maternità Intra–ospedaliera in Italia costituita presso l’Unità Operativa di Ostetricia e Ginecologia dell’IRCCS Azienda Ospedaliera Universitaria San Martino IST di Genova.
L’incontro è stato introdotto dalla dottoressa Silvana Ianuario, presidentessa dell’Amdos Avellino (associazione meridionale delle donne operate al seno) che, in collaborazione con l’Azienda Ospedaliera “San Giuseppe Moscati” e l’Ordine dei Medici di Avellino (rappresentato dal dottor Antonio D’Avanzo) ha reso possibile la serata di confronto e dibattito sul tema della maternità, moderato da Generoso Picone, responsabile della redazione avellinese de “Il Mattino”.
«Alla notizia che Sandra aveva scritto un libro sulla maternità, la curiosità mi ha portato subito ad interessarmi alla cosa e a pensare che c’era qualcosa che ancora ci univa – ha spiegato la dottoressa Silvana Ianuario – e quello che ci unisce è un messaggio politico che vede al centro di ogni processo la donna come individuo sensibile che fa rete con altre donne per cambiare la società che la circonda. Affrontare in maniera più naturale l’esperienza del parto, così come proporre un corso di ginnastica dolce o una camminata rosa, ad esempio, sono iniziative che mirano alla sensibilizzazione delle persone verso una prevenzione completa. Cosi come facciamo all’Amdos nel percorso post operatorio, Sandra invita tutte le donne a prendere in mano la propria vita, ad accettare la maternità in modo fisiologico e naturale. Sandra, con il suo libro, sposta tutto il focus del discorso dalla sfera medico-sanitaria a quella più intima e personale di ogni essere umano che partecipa con trasporto ad un evento naturale come il parto, fornendo a tutte le donne una nuova visione della maternità».
Hanno preso parte all’incontro i dottori Carmine Malzoni, Italo Ardovino, Giovanni Gerosolima, Cristofaro De Stefano, Lucia Amatucci e Mirella Galeota. Ma anche la dottoressa Rosetta Papa, direttrice dei Servizi consultori dell’Unità ospedaliera complessa dell’Asl di Napoli 1 e la dottoressa Carla Ciccone, dirigente medico dell’Unità ospedaliera complessa di Ostetricia e Ginecologia del “Moscati” di Avellino.
«Il libro di Sandra Morano – ha sottolineato Giuseppe Rosato, direttore generale dell’Azienda “Moscati” – offre numerosi spunti di riflessione, poiché l’autrice, con uno stile semplice e originale, sostiene le sue argomentazioni su tematiche relative alla maternità, che a una lettura superficiale potrebbero apparire anche anacronistiche e in controtendenza, in maniera incisiva, documentata e convincente. Inoltre, non si limita a invocare una maggiore umanizzazione dell’assistenza, ma auspica anche nuove politiche di investimenti educativi e una rivalutazione di ruoli e competenze di alcuni professionisti della sanità».
Il volume si propone di presentare alle donne, alle studentesse e agli studenti in Medicina e ai media, un approccio letterario, scientifico e per immagini ai temi universali della nascita e della riproduzione umana. L’inatteso, il sangue, il dolore, la felicità ne sono i caratteri più tipici. La tipologia del racconto, secondo i dettami della narrazione in Medicina, si rivolge a chi frequenta i corsi di laurea in Ostetricia, Infermieristica, Scienze della formazione e del Servizio sociale, come introduzione a esperienze personali e/o a scelte professionali. La trattazione, che incrocia episodi o problemi comunemente incontrati anche da medici generici, può costituire un supporto alla comprensione del loro quotidiano lavoro “di frontiera”. La lettura a più voci della complessità del mettere al mondo richiama, infine, anche alla necessità di politiche e investimenti educativi verso una cultura fatta di più culture, che restituisca dignità e competenze ai protagonisti e nuove vocazioni ai professionisti dell’aiuto.