ATO – Foti alla presidenza. L’opposizione non ci sta: “Città sofferente. Sindaco non può distrarsi”

opposizione comune avellinoAvellino -La questione della nomina del primo cittadino di Avellino, Paolo Foti, alla presidenza dell’Ato non sta passando di certo inosservata tanto che i consiglieri di opposizione hanno presentato, stamane, nel corso della conferenza dei capigruppo un ordine del giorno in cui si chiede “l’impegno del sindaco nella gestione del comune e non farsi distrarre da altre questioni“.

Prima di tutto viene la città – spiega il consigliere d’opposizione de La svolta inizia da te, Costantino Preziosi - Foti è stato eletto per gestire la comunità che ad oggi non mi sembra venga gestita bene. Noi ci eravamo posti, fin da subito, come opposizione governante al fine di dare una mano al comune indipendentemente dai colori politici ma non c’è stato dato modo di farlo. Il problema grave è che i grandi problemi della città non vengono risolti da piccoli uomini ma da grandi uomini e questa è una grave carenza che c’è in città e gli unici a pagarne le conseguenze saranno nuovamente i cittadini che si vedranno costretti a pagare somme ingenti non solo per l’ATO ma per tutte quelle tasse che il comune metterà per alleviare la situazione catastrofica che sta vivendo”.

“A me non interessano gli accordi – continua Preziosi sull’intesa tra PD, FI e UDC sulla questione Ato – bensì mi interessa che qualcuno si alza e dice che è intenzionato a fare qualcosa per la provincia e che per farlo bisogna portare avanti un determinato programma ed in base a questo programma scegliendo le migliori intelligenze ma, purtroppo, non è così succede sempre il contrario”.

Intanto, il prossimo 18 luglio, in consiglio oltre all’odg dell’opposizione verrà presentato un documento, che ha già visto la condivisione di 12 consiglieri (7 di maggioranza e 5 di opposizione), in cui si dice di no all’elezione del sindaco alla presidenza dell’Ato in quanto “è necessario che si impregni a concentrare il gravoso impegno amministrativo esclusivamente nell’interesse superiore della nostra città dedicandosi alla risoluzione delle problematiche che la interessano in piena coerenza con quanto affermato in campagna elettorale”.

“La città sta vivendo una grave sofferenza e noi come minoranza ci chiediamo come questo sindaco possa essere in condizioni di assumere un altro impegno oltre a quello assunto con gli elettori – chiede il consigliere di minoranza di Sel, Giancarlo Giordano – Io già so quale sarà la solfa che saremo costretti a sentire: assunzione responsabilità, funzione di garanzia, ecc… Avrei capito meglio se al sindaco di Avellino fosse stata richiesta una funzione guida che avrebbe potuto avere un senso ma non è così. Piuttosto che pensare a come dare un assetto istituzionale comprensivo alla provincia, ci si preoccupa a dare posti di potere che seguono una logica in parte del pd ed in parte alle larghe intese. Lui sa bene che non amministrerà l’ATO ma sarà lì come uomo di paglia. Il tentativo della maggioranza di far scivolare il consiglio comunale, il giorno della nomina dell’ATO, sottolinea la non solo la volontà di sabotare l’assise ma di quanto rispetto c’è per il consiglio comunale“.

Ad appoggiare le parole dei consiglieri Preziosi e Giordano ci sono anche i consiglieri Virgilio Cicalese, Enza Ambrosono e Carmine Montanile.

“Mi chiedo come mai il sindaco possa immaginare la presidenza dell’Ato senza parlare in consiglio su quale ruolo svolgere e come gestire il doppio ruolo quando sta riscontrando gravi difficoltà nel superare le grandi emergenze che ci sono in città – evidenza l’ex consigliera UDC, Enza Ambrosone – Quando avevamo chiesto di superare il recinto di appartenenza per amministrare insieme la città abbiamo registrato solo porte in faccia perchè il sindaco ed il suo capogruppo PD hanno sempre fatto esposizione di autosufficienza perchè loro erano in grado di governare e corrispondere alle problematiche di Avellino. Ma questo anno di amministrazione testimonia quanto questo sindaco non ce la fa. Storia diversa, invece, quando ci spostiamo sul terreno della gestione degli enti sovra comunali dove assistiamo ad un gioco diverso: il sindaco e il PD azzera qualsiasi riferimento all’appartenenza. Io non sono abituata a commentare ciò che avviene nelle case di altri – rimarca – ma commento ciò che avviene in consiglio. Sarebbe stato auspicabile e giusto, mentre si chiede responsabilità all’ato, che il consiglio comunale avesse dato prima gli indirizzi e i contenuti lungo i quali questo ambito si avvia, noi pretendiamo che questa discussione venga portata e votata in assise”.

“Ormai non bisogna più parlare di larghe intese ma di largo inciucio – conclude Carmine Montanile, consigliere ex AN, riferendosi soprattutto alla mancata firma del documento dai consiglieri di minoranza di FI e UDC – ciò che è successo sottolinea che oltre la “diversamente maggioranza” esiste anche una “diversamente minoranza” ma con una differenza sostanziale che se dal lato della maggioranza c’è chi sta costruendo un nuovo percorso da seguire dal lato della minoranza, invece, si stanno ricalcando i vecchi inciuci per acquisire un tozzo di potere e queste persone non hanno nessuna dignità a calcare il palcoscenico della vita politica di questa città“.