Bonito – Presentato libro nella nuova biblioteca. De Pasquale: “sia cuore pulsante del paese”
Bonito - E’ stato presentato ieri sera a Bonito nella nuova Biblioteca Comunale intitolata a “Crescenzo Miletti” (situata nell’ex Convento francescano di S. Antonio, oggi restaurato ed adibito per eventi) il libro: “I Cassitto, storia di un’illustre famiglia meridionale tra Capitanata, Principato Ultra e Napoli.” (Ediz. Realtà Sannita). Presenti anche lo storico irpino Gennaro Passaro e una delegazione beneventana.
“Vedo con piacere che si comincia a stare stretti in questi locali - ha esordito Giuseppe De Pasquale, sindaco di Bonito, circondato da già 9 scaffali di libri - questo luogo è una biblioteca che sta nascendo: ci sono libri di un’importanza enorme. La biblioteca C. Miletti del 1914 fu acquisita dal Comune nel 1934 e divenne la più importante dopo quella di Ariano e di Avellino. Abbiamo rimesso in ordine i libri con le nostre forze e il trasporto dalla vecchia biblioteca a questa è stata senza spese per il Comune in quanto ci hanno aiutato dei volontari. Occorrerebbe un bibliotecario per questo che è il cuore pulsante del paese sia per anziani come luogo d’incontro, sia per i giovani come luogo di studio. La cultura, infatti, si crea non solo con la presentazione di un libro, ma con un rapporto giornaliero fra le persone che si confrontano stando insieme in un luogo”.
Quindi, Salvatore Salvatore, direttore della rivista “Vicum”, che ha moderato l’incontro, ha aggiunto: “la cultura è il nostro futuro, anche se tempo fa a Vallata partecipai ad un convegno con 10 relatori e 4 persone del paese. Entrò, allora, un anziano e disse: ‘ahe! 12 buoi e 36 pastori’. Capimmo allora che la cultura deve essere anche gioia!”.
In seguito, è intervenuto Virgilio Iandiorio, dirigente scolastico a Pietradefusi, che, si è complimentato con De Pasquale, dicendogli che anche se fra 5 anni la Biblioteca non porterà voti, ha fatto bene ad iniziare da lì perché va vista come la strada maestra. Poi ha detto: “ho insegnato al liceo classico di Mirabella e ho conosciuto vari bonitesi, tra cui Valerio Miletti che da alunno mi ha sempre dato lezioni di compostezza. Vedo in sala anche Ermelinda Pagella, discendente dei Cassitto, famiglia che ha radici cinquecentesche. Di loro mi sono fatto l’idea che erano imprenditori lungimiranti. Infatti dal territorio dell’Austria-Ungheria-Slovenia vennero in Italia ad investire. E ad Alberona, Teora, Bonito, Napoli, Benevento, San Bartolomeo in Galdo si sono distinti sempre. Non ce ne uno che non abbia fatto qualcosa di notevole! L. Vincenzo Cassitto, ad es., era intelligente poiché parlò in dialetto napoletano per far capire al popolo le sue omelie. Purtroppo nella nostra provincia c’è un abuso della parola ‘cultura’ e del ‘fatto storico’. La storia è altamente etica, non è una prescrizione morale, ma un’esigenza. L’interesse per i fatti storici non è una questione d’antiquariato, ma serve per conoscere le nostre radici, ed è in base alla propria storia familiare che si può rispondere si o no ad una richiesta di candidatura, com’è stato per il consigliere comunale Valerio Miletti. Mi domando spesso: ‘ma che cosa sto facendo? E perché?’. Il fatto che sia venuto a Bonito è perché ci sono amici. I legami d’amicizia ci riattivano anche la memoria del vissuto passato. Nel mio paese, Manocalzati, ci sono stati bonitesi che sono venuti. Non possiamo parlare solo di una partita di pallone: è meglio chiedersi ‘dove andiamo?’. Ciò ci coinvolge ad andare avanti”.
I Cassitto sono sempre stati cattolici, apostolici e romani. E ad intervenire è stato, perciò, anche Fausto Baldassarre, docente dell’Istituto Superiore di Scienze Religiose “S. Giuseppe Moscati” di Avellino, il quale ha affermato: “la presentazione di un libro serve a suscitare altri libri altrimenti non ha valore. Dinanzi ad un testo dobbiamo comprendere e liberarci da certe categorie. Si è grandi perché si riconosce un fatto: le categorie imprigionano a volte in parole retoriche ideologiche e insignificanti. Qui ci sono personaggi diversi che hanno in comune la passione che li ha portati a fare grandi cose. Troviamo geografia, storia, genealogia: è una storia che si rifà alle biografie. A volte il crollo di un edificio sta a significare la decadenza di una famiglia, e c’è la memoria nelle memorie (testamenti, contratti matrimoniali). Siamo il primo bacino idrografico in Europa e il secondo nel mondo. Una ricchezza, quella dell’acqua, che i Cassitto non trascurarono. E poi le leggi, che devono essere leali e l’amministrazione deve essere fedele: guai agli amministratori che non tengono conto dello scorrere del tempo. Inoltre, uno dei guai è l’ignoranza che impedisce il miglioramento sociale: nella seconda metà dell’800 i Cassitto ribadivano ciò quando De Sanctis non vedeva gli asili nelle terre irpine, importanti perché quando tornavano a casa i figli portavano il sapere e la moralità. C’è dunque una ricaduta del processo pedagogico. Era difficile anche salvaguardare la tradizione, ma la traslazione del copro del santo martire Crescenzo a Bonito riportò al cristianesimo primitivo. Poi applicarono i monti frumentari, su indicazione di papa Orsini, per evitare l’usura. I Cassitto unirono materie scientifiche e umanistiche e avevano la capacità di mettersi dalla parte del meglio. Spero che si faccia un’opera teatrale su Luigi Cassitto da diffondere nelle scuole per la sua satira e le sue poesie contro la malapolitica. Lui fu apprezzato, giudicato, ma anche temuto. Il decoro è stato un grande valore che non è mancato ai Cassitto: rimarrà scolpita la gratitudine generosa per tanti atti gentili”.
A Baldassarre, inoltre, va attribuita la beatificazione di Teresa Manganiello. Infatti, è stato chiamato spesso in Vaticano a testimoniare. Ieri ha raccontato pubblicamente per la prima volta che: “Bonito è stato il paese che ha aperto il suo processo di beatificazione. Madre Elisabetta Gnerre mi disse di venire qui per intervistare dei Manganiello. Senza Bonito non arrivavamo a niente! Meno male che siamo venuti: qui si è aperto un mondo. Ci fu una signora, infatti, che ci indicò la strada da percorrere. E Borzomati su L’Osservatore Romano riportò l’impostazione che diedi, cioè la santità sociale di Teresa. La sua specificità fu la cura verso gli ammalati. Testi come questo dei Cassitto ci aiutano ad inquadrare (ad es. suore parenti di Manganiello a Montefusco). Alla fine del testo di Miletti e Jelardi sono riportati dei proverbi che dimostrano come nelle nostre terre c’era tanta devozione, ma poca umiltà e cristianesimo. Importante, infine, il tema della pazienza e vigilanza”.
E’ emerso che le famiglie che si muovono non servono per edificare: perciò è importante la stabilità. L’editore Giovanni Fuccio, quindi, ha ricordato come Realtà Sannita ha pubblicato già 120 libri, anche sull’Irpinia perché, ha detto, “partendo dalla microstoria si può ricostruire quella grande. Jelardi la prima volta che pubblicò con noi non aveva neppure 20 anni. Inoltre la nostra rivista ha già 37 anni. Ci siamo trovati bene a Bonito: un sindaco che appena eletto si carica una biblioteca sulle spalle è una cosa bellissima che non si trova altrove! Come mi piace l’idea che la biblioteca deve essere un luogo d’incontro, non solo di custodia di libri. Voglio, infine, ricordare la moralità dell’onorevole Alfredo Covelli” (cfr. http://www.comunedibonito.it/portale/cultura-e-storia/cittadini-illustri/alfredo-covelli/).
Gli autori, Andrea Jelardi (http://it.wikipedia.org/wiki/Andrea_Jelardi ) e Valerio Massimo Miletti, hanno concluso i lavori. La trisnonna di Jelardi era una Cassitto, come anche Miletti è imparentato con loro e tanti racconti familiari di entrambi sono confluiti nel libro. Sebbene uno dei Cassitto abbia progettato la galleria Umberto di Napoli e un altro il museo de Il Cairo, per Jelardi la cosa importante sono gli spunti che questa famiglia dà ancora. E ieri ha detto “Due sono le risorse italiane: il turismo e la cultura. Ciò che conta è la conoscenza del passato che molti politici non hanno perciò si ripetono errori. Si potrebbe vivere meglio rileggendo documenti. Non è cosa da poco che una strada di Roma sia intitolata a Federico Cassitto (non solo nelle nostre terre)”. Miletti, invece, dopo aver ringraziato i presenti, ha ricordato il percorso di studio che ha portato al testo, consultando gli Archivi di Stato di Salerno ed Avellino e la Biblioteca Provinciale Capone, visitando i Comuni di foggiani di Lucera ed Alberona e la comunità irpina di Teora. “Abbiamo fatto ricerche che ci hanno portato a produrre questo lavoro - ha dichiarato Miletti – e abbiamo reso giustizia a questa famiglia che era sottovalutata da alcuni bonitesi”.
Non sono mancati alcuni minuti di dibattito, tanto che il contadino Giuseppe Beatrice ha ricordato che l’orto botanico (oggi giardino della villa comunale) di Avellino si deve ai Cassitto. “Descrizione delle industrie campestri bonitesi”, (Avellino 1843) di Federico Cassitto è utile da leggere ancora oggi perché si trovano impronte nel paesaggio e negli edifici rurali. Egli introdusse la mezzadria ed oggi troviamo ancora 7 case mezzadrili (esempio più bello si riferisce a quello di Attilio Grieco, e forse solo a Guardia dei Lombardi ci sono esempi simili). Con i Cassitto furono valorizzati lino, canapa e gelso. Oggi a Bonito ci sono alberi di quercia e pioppo che vanno difesi perché sono resistiti all’incirca 300 anni!
Infine, nella nuova biblioteca è stata esposta una mostra di documenti antichi relativi alla famiglia Cassitto, anche grazie al contributo di Gaetano Di Vito del “Museo della civiltà contadina, delle arti e dei mestieri”.