Morte Biondi – Il ricordo dell’assise comunale

silenzio biondiAvellino –   Il vuoto che ha lasciato il professore Federico Biondi con la sua morte non è passato di certo inosservato in città. Note di cordoglio, in ricordo del professore, arrivano da ogni dove. Anche l’amministrazione comunale ha voluto ricordare la sua figura, questo pomeriggio, prima dell’inizio dei lavori d’assise.

“Un intellettuale e politico di primo piano – ricorda il primo cittadino Paolo Foti – Con la sua scomparsa registriamo una grave mancanza per questa comunità rispetto ad una personalità di primissimo livello che questa città, purtroppo, in questo momento perde definitivamente”.

“La comunità – continua Foti – perde uno dei suoi figli migliori. Mi piace ricordare la sua presenza per oltre 20 anni nel comune. Protagonista di una stagione irripetibile quando era il riferimento civile culturale della comunità da consigliere comunale fu artefice delle una forme collaborazione tra democristiani e comunisti anticipando qui ad Avellino una linea politica di respiro nazionale. Esempio alto di quella che oggi si chiamerebbe opposizione costruttiva volontà tenace di salvaguardia del bene comune”.

“Biondi era un grande innamorato di Avellino e dell’Irpinia che ha interpretato prima come intellettuale al di là della militanza. Lui – ha commentato il consigliere Giancarlo Giordano – era un uomo capace di parlare con tutti offrendo la propria intelligenza al tenere insieme la comunità. L’Irpinia perde un grande uomo politico un grande compagno punto di riferimento importante e in quest’aula, lui, ha dato il meglio di sé.

“Lui – ha continuato Enza Ambrosone- ha dato vita ad una stagione di dialogo dove il dialogo non era ancora all’ordine del giorno. Ha dato il suo contributo forte per rendere alto il senso di quella politica della quale oggi avvertiamo nostalgia e che abbiamo il dovere, oltre al responsabilità, di ricominciare a tessere”.

Un suo ricordo arriva anche dai banchi della maggioranza e dalla capogruppo del PD, Ida Grella: “Ho avuto modo di conoscerlo come professore in occasione dei cenacoli che lui organizzava con i suoi ex alunni oggi ultra sessantenni. Quelle – chiosa Grella – erano vere e proprie lezioni di politica con la “p” maiuscola e verso la quale dovremmo cercare di tendere”.