Patto Val d’Ofanto – Sottoscritto il patto per collegare il sud con il resto dell’Italia

patto prefetturaAvellino – E’ stato sottoscritto stamane il patto Val d’Ofanto. Grazie alla sottoscrizione di questo patto , alla presenza del prefetto, Carlo Sessa, i comuni, le province, i Gal e le comunità montane che ne fanno parte ripropongono alle tre Regioni e al Governo Nazionale l’idea che la Val d’Ofanto possa essere trattata come un territorio unitario nella programmazione che si sta mettendo a punto in questi mesi e che si attuerà per tutto il periodo 2014-2020, una programmazione che vedrà l’utilizzo di importanti risorse finanziarie europee e nazionali.

La Val d’Ofanto, come è stato più volte sottolineato in questi anni, può rappresentare un vero e proprio banco di prova per una progettualità di qualità dell’intero Mezzogiorno, in grado di guardare ai reali risultati in materia di sviluppo territoriale, servendosi con attenzione dell’utilizzo delle risorse finanziarie messe a disposizione dall’Unione europea.

Il Manifesto permetterà di collegare il Sud con il resto dell’Italia sfruttando l’Ofanto. E’ un progetto strategico che fa parte del patto a cui abbiamo aderito già nel 2009 – spiega Luigi D’angelis, primo cittadino di Cairano - Un modello nuovo che si basa su due elementi importanti: concertazione e partenariato che racchiude un’area molto vasta che mira alla valorizzazione ambientale del fiume ed allo sviluppo di una serie di iniziative collegate ad una programmazione comunitaria che ha una forte impronta per le aree interne del mezzogiorno puntando dallo sviluppo delle filiere agricole alla valorizzazione e alla salvaguardia ambientale”.

 “Questo patto –commenta il primo cittadino di Lioni, Rodolfo Salzarulo – viene riproposto, oggi, con la forza dei 51 comuni dell’Ofanto, i 4 gal, le 4 province e le comunità montane al fine di valorizzare il territorio, esaltare la nobiltà del fiume, mettere a sistema un intero territorio in interconnessione con le province di Avellino, Potenza e Foggia al fine di determinare criteri di sviluppo che integrino la difesa dell’ambiente, la capacità di industrializzazione dell’ agricoltura e mantenere in sinergia con l’ambiente le attività industriali che stanno nelle aree dell’art 32”.