Amministrative 2014 – Paternopoli, Forgione “pronta la lista di D’Amato e Barbone”

forgionePaternopoli – “Non si e’ fatta attendere la risposta dell’UDC , dopo che il PD di De Rienzo aveva annunciato il completamento della lista. Infatti, anche l’UDC ha annunciato con manifesti pubblici, apparsi domenica 13 aprile, la sua discesa in campo. Per poter completare la lista e’ dovuto intervenire il dott. Vincenzo D’Amato, uomo forte del presidente De Mita, che ha fornito tre candidature alla famiglia Blasi. Per piu’ di 10 giorni i Blasi avevano tentato invano di raggiungere quota 8 per le candidature ma si erano arenati sullo scoglio delle candidature femminili , rimanendo fermi al palo con solo 5 candidati”. Questo quanto dichiarato da Andrea Forgione, segretario circolo Pd Angelo Vassallo di Paternopoli e dirigente provinciale Pd.

“E cosi – prosegue – e’ arrivato D’Amato ed ha inserito sia la candidatura femminile che due candidati maschi , di cui uno e’ Raffaele Barbone. Quest’ultimo e’ stato prima consigliere comunale di Felice De Rienzo, oggi salta la staccionata e si candida nella lista di D?Amato, vero guru del progetto Blasi. Barbone nell’ultimo anno era stato vice sindaco di De Rienzo e questo ruolo istituzionale e’ proprio il motivo che lo ha portato a candidarsi con gli avversari. Infatti, Barbone voleva essere indicato quale vice sindaco da De Rienzo , senza tenere conto delle preferenze, mentre De Rienzo vuole nominare futuro vice sindaco chi prende piu’ voti.

E cosi e’ arrivato D’Amato che ha convinto Barbone a fare il salto della quaglia , anche se nella lista dei Blasi il vice sindaco e’ gia’ stato indicato nella persona di Antonio Morsa. Grande scandalo ha provocato in paese il passaggio di Barbone con gli avversari di sempre ma va detto che D’Amato ha una grande capacita’ di persuasione. Poco importa se il D’Amato da piu’ di dieci anni mortifica gli iscritti all’UDC . Infatti, ogni volta che il partito decide autonomamente una linea politica, improvvisamente arriva il dott D’Amato , invade il campo e con un intervento a gamba tesa obbliga il partito a seguire la sua linea politica. Lo fece anche nel 2004. Allora , e De Blasio lo ricordera’ bene, il circolo locale della Margherita, di cui io facevo parte, decise di allearsi con i democratici di sinistra , uniti nel nome del dott Federico Troisi, iscritto dei Ds. Anche allora nottetempo arrivo’ D’Amato ed obbligo’ la Margherita ad allearsi con De Rienzo nel nome del suo iscritto Duilio Raffaele Barbieri. Cosi ha fatto anche adesso. PD ed UDC avevano aperto un dialogo , voluto fortemente dal sottoscritto e dal coordinatore locale dell’UDC dott Giuseppe Tecce ma improvvisamente si e’ materializzato il dott D’Amato che ha obbligato Antonio Morsa a fare un passo indietro, ha preso di forza l’UDC e lo ha portato dalla famiglia Blasi. E cosi si’ e’ compiuta la nuova mandrakata: la famiglia Blasi e’ diventata demitiana, l’UDC e’ il partito di riferimento del progetto ed Antonio Morsa ha dovuto abbandonare il sogno di fare il candidato sindaco, accettando il ruolo di comprimario .

E D’Amato e’ ancora una volta il candidato sindaco ombra , vero padrone del progetto e tutore del candidato sindaco della famiglia Blasi. Ma va bene cosi, sfideremo il dott D’Amato nelle urne e lo batteremo , anche se fra qualche anno dovremo fare uno studio approfondito sulle indubbie capacita’ di persuasione del dott. D’ Amato e sulle sue capacita’ di creare soggetti politici dal niente. Manca solo un particolare al capolavoro di D’Amato: il viaggio a Nusco. Ma state tranquilli, ci sara’ anche quello. Infatti , mercoledi la famiglia Blasi salira’ a Nusco per la benedizione finale. E l’opera sara’ completa. E se il progetto Blasi risultera’ vincente, cosa molto remota, avremo ancora il sindaco del lunedi. I vari Martone, Tecce, Pescatore e Salerno sono stati avvisati, non si accettano lamentele successive.

Questa volta - conclude - nessuno muovera’ un dito in caso di aree PIP o di discariche, perche’ chi e’ autore del suo male pianga se stesso. Ancora una volta tocchera’ al Pd impedire che i conservatori reazionari allunghino le mani sull’Ente comune.