Fra l’Europa dei tagli (Schultz-Merkel) e tagliare l’Europa (Le Pen) c’è un’alternativa: Tsipras
Avellino – Oggi pomeriggio al centro sociale Samantha della Porta c’è stata una conferenza stampa per presentare la lista “L’altra Europa per Tsipras” e il candidato al Parlamento Europeo Enzo Di Salvatore, professore associato di Diritto costituzionale presso la Facoltà di Giurisprudenza dell’Università di Teramo. “Le politiche di rigore dell’Unione europea, imposte dai Governi di pochi Stati membri in spregio della democrazia, si stanno traducendo nella richiesta di sacrifici inauditi e, in questa prospettiva, si stanno abbattendo con furia cieca su quel poco che ancora ci resta: sui beni comuni. È nostro dovere difenderli per assicurare a chi verrà dopo di noi una vita più dignitosa” è questo il pensiero del candidato Di Salvatore, che oggi ha 44 anni e sta lavorando alla elaborazione di un progetto di legge nazionale sulla disciplina degli idrocarburi liquidi e gassosi. Infatti è fondatore del Coordinamento nazionale No Triv, aderendo alla campagna di sensibilizzazione “Energia, Ambiente, Costituzione”. Ha organizzato vari convegni, tra cui “Petrolio, Ambiente, Salute” (2012) e “Taranto è in Europa! La sentenza della Corte costituzionale sul decreto salva-Ilva” (2013). Inoltre, nel 2009 ha elaborato una proposta di legge regionale sugli idrocarburi. In più, ha coadiuvato alcuni Comuni nella presentazione del primo ricorso davanti al TAR Lazio contro un permesso di ricerca di idrocarburi in terraferma. Nel mese di febbraio di quest’anno ha presentato una relazione alle Commissioni VIII e X riunite della Camera dei Deputati sulla risoluzione 7-00034 dedicata alle attività petrolifere in mare.
Oggi, in una piccola sala del centro sociale, ad ascoltare Di Salvatore, oltre ai giornalisti, c’erano diverse persone sia sedute sia in piedi. Martin Schulz, per Di Salvatore, pur sembrando simile a Tsipras con il libro “Il gigante incatenato”, non va votato di nuovo perché ha fatto larghe intese con Angela Merkel. Inoltre, Marine Le Pen non vuole alcuna Europa. Dunque, l’alternativa non è fra questa Europa e nessun Europa, ma c’è “L’altra Europa” di Tsipras.
Attualmente, il Ministro dello Sviluppo economico, Federica Guidi, vuole rilanciare al Sud investimenti su attività petrolifere, ed entro i primi di maggio dovrebbe esserci un pacchetto che riguarda la Basilicata e l’Abruzzo. Di Salvatore si è chiesto, allora, qual è la politica energetica italiana: “Non servono ordini del giorno, ma decreti legge che blocchino le questioni aperte e critiche sull’energia. Non abbiamo oggi una politica energetica sistematica ed omogenea. Il codice dell’ambiente nel 2006 è stato adottato su richiesta dell’ U.E.”. Poi un pensiero rivolto alle riforme costituzionali: “perché Renzi parla con la Merkel delle nostre riforme? A lei interessano perché vengono modificati gli enti locali. Ci sono clausole che servono a far assumere subito la decisione al governo. E allora beni culturali, turismo, urbanistica dipenderanno dallo Stato e presto non più dalle Regioni perché, se il governo toglie competenze, loro non hanno più autonomia”. Infine sulle trivellazioni petrolifere ha commentato: “Tutto ciò che viene estratto è prima del privato, poi dello Stato. Con la concessione della terra si cede la risorsa ad altre figure estere che poi la rivendono a noi a prezzo più alto. L’attività agricola non può coesistere con quella petrolifera. Bisogna fare un discorso non ideologico, ma di costi e benefici”.
Quindi, il programma di Alexis Tsipras (candidato alla Presidenza della Commissione Europea) per le elezioni europee del 25 maggio è questo:
1) IMMEDIATA FINE DELL’AUSTERITÀ. L’Austerità è una medicina nociva per la coesione della società, per la democrazia e per il futuro dell’Europa: è l’austerità che ha creato i 27 milioni di disoccupati in Europa.
2) AVVIARE LA TRASFORMAZIONE ECOLOGICA DELLA PRODUZIONE, per rispondere alla crisi ambientale e dare priorità alla qualità della vita, alla solidarietà, all’istruzione, alle fonti energetiche rinnovabili, allo sviluppo ecosostenibile, e nel contempo creare nuova occupazione.
3) RIFORMARE LE POLITICHE EUROPEE DELL’IMMIGRAZIONE, rifiutando il concetto di “Fortezza Europa” che alimenta forme di discriminazione, e garantendo invece i diritti umani, l’integrazione, il diritto d’asilo e le misure per la salvaguardia dei migranti, costretti ad affrontare viaggi in cui è a rischio la loro stessa vita.
4) AGGIUSTAMENTO MACROECONOMICO: i paesi più ricchi dovrebbero collaborare con i paesi in deficit per correggere l’equilibrio economico all’interno dell’Europa. Chi ha più oggi potrebbe essere chi ha meno domani. L’Unione deve garantire la solidarietà tra Stati, per alleviare la pressione unilaterale sui Paesi in deficit.
5) UNA CONFERENZA DEL DEBITO EUROPEO, simile a quella che nel 1953 alleviò il peso del debito che gravava sulla Germania, e le consentì di ricostruire la nazione dopo la guerra, aprendo la strada al suo successo economico. Pagamento della metà dei debiti, sia privati che intergovernativi e tempi di pagamento, diluiti su un periodo di 30 anni, collegati allo sviluppo economico, e condizionati dalla possibilità di pagare.
6) UNA VERA E PROPRIA BANCA EUROPEA che possa prestare denaro come ultima risorsa per gli stati-membri e non solo per le banche. Le unioni monetarie di successo necessitano di una banca centrale che adempia a tutte le funzioni di una banca e non serva solo a mantenere la stabilità dei prezzi. Il destino dell’Euro e la prosperità dell’Europa dipende anche da questo.
7) UN NEW DEAL EUROPEO. L’Europa potrebbe e dovrebbe prendere in prestito denaro a basso interesse per finanziare un programma di ricostruzione economica focalizzato sull’impiego, sulla tecnologia e sull’infrastruttura.
8) L’ESPANSIONE DEI PRESTITI ALLA PICCOLA E MEDIA IMPRESA. Tempi straordinari richiedono misure straordinarie: la banca centrale europea deve seguire l’esempio delle banche centrali degli altri paesi e fornire prestiti a basso interesse solo alle banche che a loro volta accettano di fare credito con bassi interessi alle piccole e medie imprese.
9) SEPARARE LE ATTIVITÀ PRODUTTIVE DAGLI INVESTIMENTI FINANZIARI. Solo operatori distinti possono prevenire la trasformazione delle risorse bancarie in una sola entità incontrollabile, rivolta alla costruzione di denaro con denaro piuttosto che a investimenti concreti che sostengano l’economia reale.
10) SOSPENSIONE DEL NUOVO SISTEMA FISCALE EUROPEO. Il cosiddetto Fiscal Compact richiede anno per anno il pareggio di bilancio. Questo impedisce l’uso delle politiche fiscali come strumento di crescita nei momenti di crisi, cioè quando è più necessario. L’Europa necessita invece di un sistema fiscale che permetta agli stati membri di usare lo stimolo fiscale per fare investimenti durante una recessione.
11) UNA NUOVA LEGISLAZIONE FISCALE EUROPEA. Perché in Europa sia possibile la tassazione delle attività finanziarie e imprenditoriali offshore.
12) SCONFIGGERE LA DISOCCUPAZIONE. La disoccupazione media europea è la più alta mai registrata. La maggior parte della disoccupazione è il risultato dello scarso o nullo sviluppo economico. L’Europa deve dirigere i Fondi Strutturali per creare significative possibilità d’impiego per i cittadini. Laddove i limiti fiscali degli stati membri siano troppo stretti, i contributi a quegli Stati nazionali devono essere azzerati.