Congresso Cgil, Simeone (Ugl): “programmazione apre scenari complicati”
Avellino – ”La determinazione della unità d’intenti e di azione scaturita dalla riunione del tavolo del Patto è sicuramente condivisa non fosse altro per il fatto che la Uil l’aveva chiaramente auspicata all’indomani dell’ultimo incontro avuto con il presidente Caldoro, un cui erano apparse chiare le difficoltà a cui sarebbe stato ancor più esposto il territorio Irpino con l’avanzare della crisi e con il palese isolamento a cui tende l’intera politica regionale”. Esordisce così Luigi Simeone, segretario Ugl, nella sua nota.
“La programmazione dei fondi di agenda 2014/2020 – continua – apre tuttavia scenari ancora più complicati e preoccupanti anche in riferimento alla novellata caratteristica assegnata dal legislatore nazionale alle “AREE INTERNE”.
Queste non sono più riconducibili alla classica concezione che abbiamo conosciuto, e la identificazione dei parametri a cui riferirsi per l’assegnazione delle risorse, (distanza dai centri di produzione di servizi, caratteristiche del territorio ecc) non determina più una identificazione delle “aree deboli ” e apre indistintamente a valutazioni che non sono necessariamente ascrivibili e riconducibili a quella che è stata la provincia di Avellino.
Non si tratta di fare guerre di campanile – prosegue -, ma tenuto conto che determinante sarà la individuazione dei progetti pilota, previste in una per ogni regione, appare evidente che la partita dello sviluppo si giocherà sulla possibilità di assegnare al territorio una priorità nell’ambito regionale tale da identificarne l’assegnazione di risorse in maniera efficace e sopratutto propedeutica ad altre realtà pur degne di attenzioni, ma necessariamente diverse per prospettiva ed emergenze che non possono andare confuse con la strategia di sviluppo per il medio e lungo termine.
In tale contesto considerato determinante il protagonismo degli enti territoriali che meglio possono interpretare le esigenze dei cittadini per vicinanza ai centri di produzione della domanda e per il fatto di doversi far carico del costo e dell’offerta dei servizi essenziali, appare evidente che anche con per il tavolo del patto debba farsi una profonda riflessione sulla prospettiva che tale strategia determina, considerando la indeterminatezza prospettica dell’ente Provincia e la incompatibile funzione di regia della Regione per gli interessi dell’Irpinia, per virare verso nuovi assetti del tavolo.
La presenza di tutti i rappresentanti politici del territorio – conclude – ma soprattutto dei comuni destinatari delle attenzioni per le Aree Interne, può meglio rappresentare le esigenze delle nostre comunità e determinare quella unità che non può essere annunciata e mai praticata rendendo evanescente ogni strategia per malcelati gli interessi di parte”.