Summit internazionale su sport e medicina

Roma ospita esperti e atleti per discutere innovazione, prevenzione e collaborazione interprofessionale

pexels-alesiakozik-8155100Lo Stadio Olimpico di Roma ha ospitato l’International Summit on Sports and Medicine, evento di rilevanza internazionale promosso dallo Sports Doctors Network che ha richiamato medici, ricercatori, istituzioni, federazioni e campioni del mondo sportivo per discutere di innovazione, salute e medicina sportiva. 

Tra gli ospiti d’onore è stato invitato il Prof. Foad Aodi, medico fisiatra, giornalista internazionale ed esperto di salute globale, Presidente di AMSI, UMEM, Uniti per Unire e Direttore di AISC News, docente all’Università di Tor Vergata, membro del Registro Esperti FNOMCeO e per quattro volte consigliere dell’Ordine dei Medici di Roma. Aodi era presente anche come responsabile sanitario dell’Unione Sportiva Euromediterranea (USEM), portando la sua duplice esperienza di medico e di giornalista.

Il Prof. Aodi in relazione all’importante evento afferma: “Lo sport è molto più di una semplice attività fisica: è una vera e propria medicina sociale. È salute, prevenzione, inclusione e cultura. La medicina sportiva, insieme all’ortopedia e alla fisiatria, non deve limitarsi a curare l’infortunio, ma deve insegnare a prevenirlo, deve accompagnare l’atleta nel percorso di crescita e di riabilitazione, e deve sostenere il cittadino comune che pratica attività motoria per il proprio benessere. La fisiatria, con le sue competenze sul recupero funzionale, è oggi uno strumento decisivo per restituire qualità della vita dopo un trauma o un intervento. Allo stesso tempo, l’ortopedia rappresenta il presidio tecnico per la tutela dell’apparato muscolo-scheletrico. Insieme, queste discipline dimostrano che sport e medicina non possono viaggiare separati.”

Aodi insiste su un punto centrale: “Chiediamo con forza che si rafforzi la collaborazione interprofessionale tra medici di diverse specializzazioni, fisioterapisti, psicologi, nutrizionisti e preparatori atletici. Non è più pensabile che ogni professionista lavori da solo: lo sport moderno impone un approccio di squadra anche nella medicina. Questa rete interprofessionale deve accompagnare l’atleta fin dai settori giovanili fino al professionismo, ma anche il cittadino che fa attività fisica come prevenzione. Collaborare significa ridurre i tempi di recupero, migliorare la prevenzione degli infortuni e garantire un futuro più sicuro alla pratica sportiva, a ogni livello e a ogni età.”

Il Presidente di AMSI, UMEM e Uniti per Unire ribadisce anche la dimensione sociale dello sport:

“Lo sport non è solo competizione ma educazione, rispetto delle regole, inclusione sociale e lotta alle disuguaglianze. Dobbiamo investire affinché diventi sempre più uno strumento di integrazione tra popoli e culture, di crescita per i giovani, di prevenzione per le nuove generazioni e di sostegno per le persone fragili. Il fair play deve essere un principio di vita, dentro e fuori dal campo. Per questo come associazioni ribadiamo la nostra proposta: creare reti internazionali permanenti tra medicina e sport, con programmi di formazione, ricerca condivisa e progetti che uniscano professionisti di diversi Paesi.”

L’evento ha visto interventi di medici e ricercatori di fama internazionale, tra cui i responsabili medici di Real Madrid, Chelsea, Bayern Monaco e Nazionale Italiana femminile. Sono stati trattati temi come nutrizione personalizzata, terapie cellulari avanzate, pediatria sportiva, benessere psicologico degli atleti e doppia carriera sportiva.

Aodi continua nella sua analisi: «Abbiamo instaurato un ottimo rapporto con le organizzatrici e desidero ringraziare in particolare Federica Rizzi per l’invito. Questo convegno internazionale ha confermato quanto sia fondamentale il gioco di squadra, non solo in campo ma anche dal punto di vista medico. Per questo ribadiamo che medici sportivi, fisiatri, ortopedici, fisioterapisti, dietisti, nutrizionisti, reumatologi e psicologi devono essere uniti nella prevenzione, nella cura e nell’aggiornamento professionale. Le relazioni di oggi, in particolare quelle del team del Real Madrid e della squadra femminile della Roma, hanno posto l’attenzione anche sulla salute delle calciatrici, sotto il profilo psicologico, nutrizionale e dello sviluppo. Come Unione Sportiva Euromediterranea (USEM), insieme ad AISC News, AMSI, UMEM e Uniti per Unire, abbiamo rinnovato la nostra disponibilità a collaborare: la nostra squadra cresce ogni giorno solo attraverso la collaborazione interprofessionale e internazionale.»

La giornata si è conclusa con una sessione di confronto e networking tra istituzioni, club, professionisti e atleti. Le delegazioni hanno ribadito l’impegno comune a rafforzare il legame tra sport, salute e innovazione, confermando Roma come capitale internazionale della medicina sportiva.

Source: www.irpinia24.it