L’ISTAT condanna Avellino

Meno 80.000 abitanti entro il 2050, l'eccezione di Santo Stefano del Sole

518199376_717914517665909_9176539545456976516_nLe proiezioni demografiche dell’ISTAT, riprese da diverse testate giornalistiche locali e nazionali  confermano il quadro allarmante per la provincia di Avellino.
 
Ecco i punti salienti basati sulle proiezioni ISTAT:
  • Decremento della provincia di Avellino (Irpinia): Le stime prevedono una perdita significativa di popolazione per la provincia di Avellino. Si parla di un calo di circa 000 – 80.000 abitanti nei prossimi 25 anni (quindi entro il 2050 circa), con un ritmo di circa 3.000 abitanti in meno all’anno. Questo porterebbe la popolazione provinciale a circa 317.000 residenti.
  • Perdita del capoluogo Avellino: Anche il capoluogo è destinato a subire un calo demografico. Avellino, che al 2024 contava circa 52.121 abitanti, dovrebbe scendere a circa 445 residenti nel 2050, con una diminuzione di circa 8.676 unità. Questo corrisponde alla “perdita di 9000 abitanti entro il 2050″
  • Eccezioni locali: È vero che, nonostante il trend generale di spopolamento, ci possono essere delle eccezioni.
Santo Stefano del Sole: Un Segno di Controtendenza Demografica
 
Il dato di Santo Stefano del Sole è davvero significativa e offre uno spaccato interessante e, per certi versi, incoraggiante rispetto al trend demografico generale che sta caratterizzando la provincia di Avellino, come evidenziato dalle proiezioni ISTAT.
 
Per la prima volta dal 2013, il comune di Santo Stefano del Sole registra un aumento nel numero dei residenti, raggiungendo quota 2.088 abitanti al 31 dicembre 2024, con un incremento di 7 unità rispetto all’anno precedente. Questo dato, pur sembrando modesto in termini assoluti, è estremamente rilevante poiché inverte una tendenza di declino che perdurava da oltre un decennio.
Questo piccolo ma significativo incremento è trainato principalmente da un saldo migratorio positivo. Ciò significa che nel corso del 2024, il numero di persone che hanno scelto di stabilirsi a Santo Stefano del Sole (105 unità) è stato superiore a quelle che hanno deciso di lasciare il comune (87 unità). Il saldo tra iscritti e cancellati è stato di ben 28 unità positive, un dato notevole che evidenzia un’attrattiva del territorio.
Non solo la popolazione, ma anche il numero delle famiglie è in crescita: al 31 dicembre 2024, le famiglie residenti sono passate da 868 a 883, con un aumento di 15 unità familiari. Questo suggerisce che non si tratta solo di singoli individui che si trasferiscono, ma anche di nuclei familiari che scelgono Santo Stefano del Sole come luogo dove vivere e, presumibilmente, mettere radici.
Il dato di Santo Stefano del Sole, pur non annullando il quadro generale di forte spopolamento della provincia di Avellino (Irpinia) e del capoluogo, rappresenta un’eccezione importante e meritevole di attenzione. Indica che, anche in un contesto demografico difficile, alcuni comuni possono mostrare segni di resilienza e persino di crescita, spesso grazie a:
  • Prossimità ai centri maggiori: La vicinanza al capoluogo Avellino può rendere Santo Stefano del Sole attraente per chi cerca la tranquillità di un piccolo centro senza rinunciare ai servizi di una città.
  • Qualità della vita: Fattori come un ambiente meno stressante, la natura, e un costo della vita potenzialmente più contenuto possono incentivare nuovi residenti.
  • Servizi e iniziative locali: La capacità dell’amministrazione comunale di mantenere o migliorare i servizi essenziali e di promuovere iniziative per la comunità può giocare un ruolo cruciale.
Il caso di Santo Stefano del Sole ci ricorda che, dietro le grandi cifre delle proiezioni demografiche, ci sono dinamiche locali complesse, e che con le giuste politiche e un’offerta territoriale attrattiva, anche piccoli centri possono riuscire a invertire la rotta dello spopolamento.
In sintesi, le proiezioni ISTAT confermano il forte spopolamento dell’Irpinia e del suo capoluogo, Avellino, nei prossimi decenni, con poche eccezioni di controtendenza a livello di singoli comuni. Questo fenomeno è guidato da fattori come la bassa natalità, l’invecchiamento della popolazione e l’emigrazione.
Source: www.irpinia24.it