Entro il 2040 grave carenza di medici e infermieri

"Deserti sanitari in aumento, meno diagnosi e prevenzione"

logo amsiAMSI (Associazione Medici di Origine Straniera in Italia), UMEM (Unione Medica Euromediterranea), AISC News (Agenzia Mondiale Britannica Informazione Senza Confini) e il Movimento Internazionale Uniti per Unire lanciano un nuovo allarme sulla crisi della forza lavoro sanitaria in Europa, Africa e Medio Oriente, presentando stime aggiornate che evidenziano un rischio crescente per la salute globale.

«Nei prossimi 15 anni mancheranno 400.000 tra medici e infermieri solo nell’area euro-mediterranea, con un 30% dei professionisti che andranno in pensione senza sostituzione adeguata. Se non interveniamo oggi, assisteremo a un collasso sistemico: tumori non diagnosticati, infarti non trattati, nuove pandemie e una prevenzione sanitaria ormai crollata», dichiara il Prof. Foad Aodi, fondatore e presidente delle quattro organizzazioni promotrici, medico fisiatra, giornalista internazionale ed esperto in salute globale, docente all’Università di Tor Vergata, membro del Registro Esperti FNOMCeO, già quattro volte consigliere dell’OMCeO di Roma.

I deserti sanitari si allargano a livello globale
«I deserti sanitari si stanno espandendo in Africa, Medio Oriente, America Latina, India, Pakistan, Asia e perfino nell’Europa rurale e periferica. Il 45% dei medici ed infermieri ha lasciato i Paesi in guerra o affamati, attratti da salari più alti e condizioni migliori in Europa, America e nei Paesi del Golfo», denuncia Aodi.
Secondo le analisi integrate elaborate da AMSI e UMEM, nei territori privi di copertura medica, in Europa negli ultimi 5 anni:
• i tumori in stadio avanzato sono aumentati del 35%;
• le pandemie evitabili del 38%;
• gli infarti e i casi di diabete del 31%;
• le malattie renali legate alla malnutrizione del 28%;
• la cecità e le amputazioni da diabete non diagnosticato sono in drammatico aumento nei Paesi a basso reddito;
• la malnutrizione è aumentata del 46%.

«In molte aree del continente africano e asiatico, inoltre – aggiunge Aodi – non solo il paziente non sa di essere diabetico, ma viene a conoscenza della patologia solo dopo amputazioni di arti o perdita della vista.»

«La crisi non risparmia l’Occidente. Oggi oltre 80 milioni di cittadini europei non hanno accesso regolare alle cure primarie (indagine ultimi 3 anni). Il numero è destinato a salire se non si cambia rotta. Entro il 2071, secondo le nostre stime, l’Europa avrà bisogno del 30% in più di medici e del 33% in più di infermieri per garantire gli attuali standard di assistenza», avverte Aodi.

Le proposte operative di AMSI, UMEM e Uniti per Unire
Aodi lancia un appello forte: «Servono politiche strutturali e piani a lungo termine, non campagne emergenziali o reclutamenti spot. Le nostre proposte sono chiare:»
• Valorizzare i professionisti sanitari migranti presenti nei Paesi europei attraverso procedure semplificate e inclusione lavorativa attiva;
• Investire in formazione, aggiornamento e medicina di prossimità;
• Attivare un sistema di monitoraggio permanente della carenza di personale, con una rete euromediterranea di sorveglianza e allerta;
• Sostenere programmi di cooperazione sanitaria tra Nord e Sud, puntando su scambi di competenze e risorse condivise;
• Riconoscere il ruolo strategico delle associazioni transnazionali, come AMSI, Movimento Uniti per Unire e UMEM, nella costruzione di ponti sanitari tra culture, lingue e continenti.

Una chiamata all’azione per governi e istituzioni
«L’epoca dei proclami è finita», conclude Aodi. «Servono risposte strutturate e concertate tra governi, istituzioni sanitarie e comunità scientifiche. Senza una redistribuzione intelligente delle risorse e senza il contributo delle competenze straniere già presenti, il sistema non reggerà.»

RIEPILOGO DATI AMSI – UMEM – UNITI PER UNIRE – AISC NEWS (aggiornati al 30 giugno 2025)
• Carenza stimata entro il 2040 nei paesi UE e Mediterraneo: 150.000 medici e 250.000 infermieri mancanti
• Percentuale di operatori sanitari prossimi al pensionamento entro 10 anni in Europa: 30% del personale attuale
• Cittadini europei privi di accesso regolare alle cure primarie: oltre 80 milioni (dato su base ultimi 5 anni)
• Fabbisogno stimato al 2071 per mantenere gli attuali livelli di assistenza: +30% medici, +33% infermieri in tutta Europa
• Incremento delle malattie tumorali nei paesi con carenze strutturali: +35% (dato su base ultimi 5 anni, Europa)
• Aumento previsto di pandemie globali legate a carenze sanitarie e fughe di medici: +38% (dato su base ultimi 5 anni, Europa)
• Incremento patologie cardiovascolari e metaboliche (infarti, diabete): +31% (dato su base ultimi 5 anni)
• Incremento malattie renali legate a malnutrizione e povertà: +28% (dato su base ultimi 5 anni)
• Calo della prevenzione primaria e secondaria nei paesi in crisi: –40% (dato su base ultimi 5 anni, Africa e Medioriente)
• Percentuale di medici fuggiti da paesi in guerra o colpiti da instabilità (Africa, Medio Oriente, Asia): 45% negli ultimi 10 anni
• Aumento casi di cecità e amputazioni agli arti inferiori per diabete non diagnosticato nei paesi poveri: +34% stimato, con grave ritardo nella diagnosi (dato su base ultimi 5 anni, Africa e Medioriente)
• Paesi poveri con copertura sanitaria inferiore al 50% della popolazione: oltre 60 nazioni, tra cui gran parte dell’Africa subsahariana e aree del Sud-est asiatico (dato su base ultimi 5 anni)
• Tempo medio di attesa per una diagnosi specialistica nei deserti sanitari rurali d’Europa: oltre 9 mesi (dato su base ultimi 5 anni)
• Copertura di medici per 1000 abitanti nei paesi in crisi (es. Somalia, Sudan, Yemen): <0,3 medici ogni 1000 abitanti (contro media europea di 3,8)

Source: www.irpinia24.it