Aodi: “Abbiamo dato voce a migliaia di professionisti stranieri”
"Dalla discriminazione alla partecipazione, il Manifesto AMSI per fermare la fuga di cervelli e valorizzare il capitale umano"
In occasione del 1° Convegno del 25° Corso Internazionale e Interdisciplinare AMSI – dedicato alla diagnosi, cura e riabilitazione delle patologie della colonna vertebrale, in programma per il prossimo 28 giugno – il professor Foad Aodi, fondatore e presidente dell’Associazione Medici di Origine Straniera in Italia (AMSI), ha tracciato un bilancio dei 25 anni di attività dell’organizzazione, affiancato dalle realtà connesse: UMEM (Unione Medica Euromediterranea), il Movimento Internazionale Uniti per Unire e l’Agenzia di informazione AISC News.
Medico fisiatra, giornalista internazionale, docente all’Università di Tor Vergata, esperto di salute globale, direttore dell’AISC e membro del Registro degli Esperti della FNOMCeO, Aodi ha ripercorso le origini dell’AMSI, nata nel 1998 e ufficializzata nel 2000.
“Abbiamo attraversato quattro fasi storiche dell’immigrazione sanitaria – ha spiegato –. L’AMSI è stata la prima realtà a rappresentare tutti i professionisti della sanità di origine straniera in Italia senza distinzioni e muri, superando ostacoli legislativi, culturali e sociali. Abbiamo contribuito a far riconoscere il diritto al lavoro e alla dignità professionale di migliaia di colleghi, a partire dalla Legge Martelli del 1989. Oggi siamo l’unica associazione medico-sanitaria multiculturale italiana e una delle più autorevoli a livello europeo e mondiale”.
Dal 2000 ad oggi, AMSI ha organizzato 1.225 convegni, conferenze e iniziative in Italia e all’estero, molti dei quali in sinergia con il Movimento Uniti per Unire, UMEM, AISC News, istituzioni pubbliche, università e albi professionali.
Ha inoltre attivato 12 ambulatori multiculturali Amsi per stranieri in altrettante città italiane, fornendo assistenza sanitaria gratuita e continuativa a persone vulnerabili, migranti, richiedenti asilo e senza permesso di soggiorno.
Nel solo quinquennio 2020–2025, AMSI ha raccolto oltre 13.000 richieste da parte delle Regioni italiane per reperire medici, infermieri, fisioterapisti e farmacisti. Parallelamente, ha ricevuto oltre 15.000 segnalazioni di professionisti sanitari intenzionati a lasciare l’Italia per condizioni di lavoro migliori all’estero dal 01.01.2023.
“Non parliamo solo di numeri – ha proseguito Aodi –. Parliamo di storie di vite, sacrifici, famiglie, sogni. Lavoriamo da sempre per trasformare il dolore in risorsa, l’esclusione in cooperazione. Per noi l’integrazione non è uno slogan, ma un processo bidirezionale: si costruisce giorno dopo giorno, in ospedale come nei corsi universitari, nei quartieri difficili come nei protocolli tra comuni italiani e comunità estere”.
Tra le principali attività, AMSI ha promosso oltre 80 protocolli di collaborazione con istituzioni italiane e straniere, gemellaggi tra enti locali italiani e comuni internazionali, e numerose giornate gratuite di prevenzione sanitaria aperte alla cittadinanza.
Dall’origine medica all’inclusione di tutti i professionisti della sanità: l’evoluzione dell’AMSI
Dal 2000, l’AMSI ha ampliato la propria missione, passando da un’associazione riservata a medici e professionisti sanitari di origine straniera a una realtà che difende e rappresenta la maggioranza delle professioni sanitarie, affrontandone le relative criticità tutti i giorni tramite il nostro #SportellOnline Amsi 24H.
Oltre a questo ampliamento, l’associazione ha istituito specifiche commissioni dedicate ai diversi profili professionali: medici, dentisti, infermieri, fisioterapisti, psicologi, logopedisti, podologi, dietisti, nutrizionisti e tecnici sanitari.
A queste si sono poi aggiunte ulteriori commissioni, introdotte in una fase successiva, con l’obiettivo di rafforzare la rappresentanza e affrontare le esigenze specifiche di ciascun ambito sanitario: (Cooperazione internazionale, Lavoro, Aggiornamento professionale ed ECM, Responsabilità sanitaria e Medicina difensiva, Discriminazioni, Dialogo tra i popoli, Alleanza Sanitaria Internazionale, Intelligenza Artificiale, Carenza dei professionisti della sanità, Fuga all’estero, Aggressioni e non solo, Sanità Pubblica, Sanità privata, Nuove Generazioni e Rapporto con Istituzioni e sindacati ed albi professionali e Commissione associazioni sanitarie di origine straniera).
L’associazione è da sempre impegnata tramite le sue commissioni ed esperti ed esponenti e rappresentanti regionali nel monitoraggio costante delle criticità del sistema: mobilità sanitaria, aggressioni al personale, sovraccarico nei pronto soccorso, desertificazione sanitaria nei territori periferici.
A livello informativo, Aodi ha sottolineato il ruolo chiave dell’AISC News, agenzia con sede nel Regno Unito, che pubblica quotidianamente oltre 35 articoli al giorno in lingua italiana e straniera su temi legati alla sanità globale, alla salute pubblica e alla mobilità dei professionisti della salute.
“Collaboriamo da anni con FNOMCeO, Ministero della Salute, Istituto Superiore di Sanità, Albi professionali, Regioni, Comuni, Università, sindacati e reti associative – ha ribadito –. Abbiamo evitato la chiusura di numerose strutture sanitarie, più di 3.000 dal 01.01.24. Oggi possiamo contare su oltre 110 organizzazioni sanitarie – tra comunità, associazioni, enti e istituti – aderenti alla nostra rete internazionale. AMSI non è un club di stranieri, è un laboratorio di sanità del futuro. Un futuro che o sarà inclusivo o non sarà affatto”.
Foad Aodi, rieletto quattro volte nel Consiglio dell’Ordine dei Medici di Roma, ha infine annunciato il completamento del Manifesto per la Sanità Internazionale:
“Il nostro Manifesto propone azioni concrete e immediate per riconoscere i titoli professionali in modo rapido, valorizzare i percorsi di formazione, potenziare l’inserimento dei professionisti stranieri nel SSN, e frenare la fuga all’estero. L’integrazione non può più aspettare. Non si può più parlare di emergenza. Serve una regia unitaria, europea, globale. Chiediamo che il Governo italiano legga le nostre proposte. Le soluzioni ci sono. Da 25 anni le portiamo nei convegni, nei tavoli istituzionali, e nei territori. È il momento del coraggio”.
Nei prossimi giorni verranno diffuse le statistiche complete elaborate da AMSI, UMEM, AISC e Uniti per Unire sul quadro attuale dei professionisti della sanità di origine straniera in Italia, con focus su aree critiche e proposte operative.