Saccomanno: “Doppio standard inaccettabile”
AISI contro il protocollo Lazio: prestazioni in farmacia senza regole
L’Associazione Imprese Sanitarie Indipendenti (AISI) interviene con forza contro il protocollo annunciato dalla Regione Lazio, che destina 1,4 milioni di euro per consentire l’esecuzione in farmacia, e con rimborso del SSR, di tele-ECG, Holter cardiaco e pressorio. AISI esprime allarme e fondata preoccupazione per quello che viene definito “un pericoloso scivolamento verso un sistema sanitario a geometria variabile, dove le regole valgono solo per alcuni”.
“Inaccettabile il doppio standard. Se una struttura sanitaria privata vuole offrire prestazioni in convenzione, deve affrontare un percorso rigidissimo: autorizzazione, accreditamento, rispetto di oltre 240 requisiti clinici, tecnologici e organizzativi, e continua sorveglianza da parte delle ASL. Ci vogliono anni e investimenti significativi per arrivare a quei livelli di qualità – afferma Karin Saccomanno, Presidente di AISI –. Ora invece, dall’oggi al domani, si consente alle farmacie, senza alcuna autorizzazione o accreditamento, di erogare prestazioni diagnostiche specialistiche rimborsate dal sistema pubblico. È un colpo mortale alla credibilità dell’intero sistema sanitario”.
“Stiamo assistendo a un preoccupante scardinamento delle norme, a partire dal D.Lgs. 502/1992 – aggiunge il Direttore Generale di AISI, Giovanni Onesti –. Le farmacie non sono autorizzate a operare come strutture sanitarie. Non possiedono mezzi, le competenze, la storia per poter essere messe al pari di una struttura sanitaria. Il concetto di ‘farmacia dei servizi’ non prevede diagnosi strumentali ma solo prestazioni di prima istanza e servizi amministrativi. Eppure, con un drammatico colpo di spugna, la Regione Lazio arriva a permettere prestazioni riservate per legge a strutture sanitarie complesse. Una deroga illegittima che crea un precedente pericoloso”.
AISI lancia un appello urgente agli organi di vigilanza: “È necessario che i Servizi farmaceutici delle ASL e i Carabinieri NAS effettuino ispezioni straordinarie nelle farmacie coinvolte – chiede il Segretario Generale Fabio Vivaldi –. Bisogna accertare se vi siano i presupposti per ipotizzare esercizio abusivo della professione sanitaria, oltre a verificare l’impiego corretto dei fondi pubblici. Invitiamo inoltre la Corte dei Conti e l’Autorità Garante della Concorrenza ad accendere i riflettori su questa operazione”.
Per AISI, si sta compiendo un atto di grave iniquità. “Le strutture sanitarie serie, che operano rispettando ogni vincolo normativo, vengono lasciate ad attendere per anni un accreditamento che potrebbe non arrivare – incalza Saccomanno – mentre alle farmacie si spalancano le porte con zero controlli e zero garanzie. È come dire: se sei un’impresa sanitaria devi sudare per ogni autorizzazione, se sei una farmacia ti basta un protocollo”.
“C’è un rischio evidente di banalizzazione della diagnosi specialistica, che richiede medici, responsabilità clinica, referti validati – prosegue Onesti –. Le prestazioni di telemedicina e diagnostica richiedono standard rigorosi, non possono essere eseguite in ambienti non sanitari né da personale non formato. Chi tutela il paziente in caso di errore? Dove finisce la responsabilità clinica? Fino a che punto per snellire i tempi dobbiamo scavalcare le regole? Questo sistema mina nel profondo la sicurezza delle cure”.
AISI ricorda che le prestazioni diagnostiche complesse devono restare nelle mani di professionisti qualificati, in strutture accreditate e con supervisione medica diretta. Solo attraverso visite specialistiche mirate, eseguite in ambienti idonei e con responsabilità tracciabile, si può garantire una diagnosi accurata, sicura e personalizzata. Il rischio, affidandosi a scorciatoie, è quello di perdere tempo prezioso nella prevenzione e nel trattamento di patologie cardiovascolari gravi.
“Il protocollo della Regione Lazio va revocato immediatamente – concludono i vertici AISI –. Non possiamo permettere che il diritto alla salute venga gestito con approcci emergenziali che sacrificano la qualità in nome della velocità. Non è così che si risolvono le liste d’attesa. Bisogna investire una volta per tutte nella rete dei poliambulatori, potenziare l’accesso alle prestazioni specialistiche, ma stando dentro le regole, non aggirandole. Questo è un vero harakiri per il sistema salute, che danneggia i cittadini, le imprese e la credibilità delle istituzioni”.