Napoli, protesta di Greenpeace alla Gaiola contro il raddoppio degli scarichi
Borrelli e Gaeta: “Sostegno pieno all’azione ecologista e proposta alternativa dopo la mozione in Regione”
Venerdì mattina gli attivisti di Greenpeace Italia e Greenpeace Gruppo Locale di Napoli hanno portato a segno un blitz nell’area del Parco sommerso della Gaiola esponendo un enorme striscione in segno di protesta nei confronti del progetto di raddoppio degli scarichi in piena Zona Speciale di Conservazione Europea previsto dal PRARU di Bagnoli. Agli attivisti è giunto il sostegno del deputato Francesco Emilio Borrelli e della consigliera regionale Roberta Gaeta.
“Esprimiamo pieno sostegno all’azione messa in campo dagli attivisti di Greepeace – hanno dichiarato Borrelli e Gaeta – nei confronti di quello che noi abbiamo più volte denunciato come un progetto scellerato i cui effetti sarebbero devastanti per l’intero litorale. Ricordiamo che più volte in questi anni il mare e la spiaggia dell’area marina protetta Gaiola sono stati sommersi dai rifiuti a causa degli scarichi di bypass che insistono sulla zona. Si tratta di un‘area marina protetta, che custodisce i tre più importanti ed ormai unici banchi di Coralligeno della costa cittadina e non solo poiché, come noto, rappresenta, assieme alla Posidonia oceanica, un habitat fondamentale per la biodiversità del Mediterraneo. Un tesoro che difenderemo ad ogni costo. Dopo l’approvazione all’unanimità in Consiglio regionale della mozione che impegna la Giunta affinché vengano messe in atto tutte le più idonee azioni nei confronti di tutti i soggetti coinvolti nella progettazione, Ministero dell’Ambiente in primis, al fine di scongiurare gli enormi rischi ambientali derivanti dall’eventuale realizzazione delle infrastrutture fognarie così come progettate, continueremo a batterci per proposte alternative al doppio scarico. Esprimiamo ancora una volta il nostro parere fortemente contrario all’aumento delle acque reflue, convogliate negli scarichi di Coroglio, e della conseguente realizzazione del nuovo bypass e della condotta di scarico sottomarina. Una posizione condivisa anche dai ricercatori della stazione zoologica Anton Dohrn che spiegano come i già esistenti canali di scolo rappresentino una minaccia agli ecosistemi costieri, oggetto di protezioni e di misure speciali di salvaguardia da parte delle direttive europee, per cui lo scolmatoio andrebbe mitigato e non potenziato”.