Referendum, Giordano (Ugl Matera): “Diciamo ai cittadini di astenersi”
"Come sindacato riteniamo che si debbano approfondire i singoli temi"
“Come è noto, l’8 e il 9 giugno 2025 i cittadini sono chiamati a esprimersi su cinque referendum abrogativi, in cui si propone di approvare o meno la cancellazione di una legge o di una sua parte. Come sindacato riteniamo che si debbano invece approfondire i singoli temi, alcuni anche molto complessi che non si possono riassumere in due righe, in ambito parlamentare e nella contrattazione collettiva settore per settore, Dunque diciamo e invitiamo i cittadini ad astenersi”.
Lo riferisce Pino Giordano, Segretario Provinciale dell’Ugl Matera entrando nel merito dei singoli quesiti.
Per il sindacalista questa è la posizione Ugl Matera sul Referendum in netta sintonia con la linea politica/sindacale deliberata dal Segretario Generale Ugl, Paolo Capone: “a poche settimane dalla consultazione, una sintesi della nostra analisi su quesiti inattuali e controproducenti. Un tentativo di guardare la realtà con lo specchietto retrovisore, o peggio, con le lenti dell’ideologia e della strategia politica, perché negli ultimi dieci anni il mondo del lavoro è cambiato profondamente e ha bisogno di risposte nuove, capaci di coniugare stabilità, diritti e flessibilità. Per questo l’Ugl si pone in netta contrapposizione con l’iniziativa referendaria Cgil, auspicando, piuttosto, per migliorare la normativa sul mondo del lavoro, un confronto costruttivo tra le parti sociali. Entrando nel merito dei quattro quesiti relativi al mondo del lavoro, sui cinque totali che sono oggetto del Referendum dell’8 e 9 giugno, il primo, ovvero quello sull’abrogazione del decreto attuativo sul contratto a tutele crescenti, farebbe tornare alla norma così come modificata dalla Legge Fornero, con la conseguente diminuzione delle tutele per alcune tipologie di lavoratori, ad esempio quelli delle associazioni di volontariato. Il secondo quesito, che intenderebbe cancellare il tetto di indennizzo massimo in caso di licenziamento illegittimo nelle piccole imprese, avrebbe l’effetto di lasciare il dipendente nell’incertezza di poter ricevere anche un indennizzo inferiore. Il terzo vorrebbe eliminare la possibilità di usare i contratti a tempo indeterminato senza obbligo di causali nei primi dodici mesi e la nostra perplessità riguarda il rischio concreto, per le aziende che necessitano di personale per brevi periodi, di un aumento del sommerso. Infine l’ultimo, eliminando le limitazioni alla responsabilità solidale in capo a committente, appaltatore e subappaltatore, scaricando tutto su committente e appaltatore, potrebbe ridurre il rispetto delle norme su salute e sicurezza da parte dei subappaltatori. Insomma, ci sono ragioni concretissime per non partecipare a questi Referendum, proprio per tutelare al meglio i lavoratori italiani, che, in una fase economica come quella attuale hanno bisogno di ben altro. Non di un’incertezza normativa che potrebbe far diminuire il numero delle assunzioni, in un momento di occupazione record, soprattutto a tempo indeterminato, e spingere le aziende a ridurre il personale o ricorrere al lavoro nero, ma di un serio confronto sulle questioni più urgenti, ovvero quella dell’aumento di salari e stipendi, anche grazie alla contrattazione di secondo livello ed alla partecipazione dei lavoratori, e di maggiore formazione e più ispezioni e controlli, per garantire un lavoro sicuro. Infine, sul tema dell’ottenimento della cittadinanza italiana da parte delle persone maggiorenni nate in un paese esterno all’Unione europea e residenti non più da dieci anni ma ridotti a cinque: come Ugl siamo convinti che questa agevolazione verso gli stranieri non garantirebbe l’effettiva integrazione economico-sociale degli extracomunitari, anzi: agevolerebbe la convinzione di chi ritiene di poter godere della cittadinanza con il minor sforzo e in tempi brevi. Per concludere, come sindacato, siamo convinti che non si possano risolvere i problemi economico-sociali a suon di contrapposizione ideologica e mobilitazione delle piazze o con lo strumento referendario come fa la Cgil, una strategia ormai rivelatasi controproducente e fallimentare che non produce altro che contrapposizione fra politici e parti sociali. Serve il dialogo e il confronto. E con questa modalità noi saremo sempre disponibili”: conclude il Segretario Territoriale Ugl Matera, Pino Giordano.