AISI – Sanità privata sotto pressione: costi fuori controllo, tariffe ferme e servizi a rischio

Il Presidente Saccomanno: "Cliniche, laboratori, centri diagnostici operano ogni giorno in perdita per garantire servizi essenziali al cittadino"

logo-okL’AISI, Associazione Imprese Sanitarie Indipendenti, lancia un appello urgente: senza interventi strutturali su tariffe, costi energetici e accesso ai ristori, l’intero comparto della sanità privata – accreditata e non – rischia di implodere.

“Cliniche, laboratori, centri diagnostici operano ogni giorno in perdita per garantire servizi essenziali al cittadino. Ma non possono continuare a farlo senza che lo Stato riconosca il reale costo del servizio sanitario erogato”, afferma Karin Saccomanno, presidente di AISI.

Il nodo principale è l’assenza di aggiornamenti tariffari, mentre i costi energetici e quelli delle tecnologie sanitarie sono esplosi. Il Nomenclatore Tariffario non tiene conto delle nuove prestazioni e ignora completamente l’aumento dei costi di gestione legati, per esempio, all’utilizzo quotidiano di TAC, risonanze magnetiche, ecografi ad alta frequenza.

“È una crisi silenziosa ma gravissima”, commenta Giovanni Onesti, direttore generale di AISI. “Ci sono strutture che assorbono le liste d’attesa del pubblico, che fanno prevenzione oncologica, cardiologica e metabolica, ma che oggi sono tecnicamente in perdita. Perché? Perché il sistema di rimborsi è ancorato a un passato che non esiste più”.

La questione non riguarda solo le strutture accreditate. Anche le realtà non convenzionate – pur fuori dal perimetro SSN – garantiscono servizi alla cittadinanza, contribuendo a decongestionare il sistema pubblico. Eppure, entrambe le anime della sanità privata oggi condividono lo stesso rischio: il collasso.

“Non possiamo più restare fermi. Serve un piano nazionale di revisione tariffaria, un tavolo tecnico con Ministero della Salute e Regioni, e meccanismi compensativi per gli aumenti strutturali di energia e materiali”, dichiara il dott. Fabio Vivaldi, segretario generale AISI.

Adeguamento al Fascicolo Sanitario Elettronico 2.0 (FSE 2.0): un ulteriore onere per le strutture private

A questa già critica situazione si aggiunge l’obbligo per le strutture sanitarie private, accreditate e non, di adeguarsi al nuovo Fascicolo Sanitario Elettronico 2.0 (FSE 2.0). Questo adeguamento comporta significativi investimenti per l’aggiornamento tecnologico delle applicazioni refertanti e la pubblicazione dei documenti clinici nell’infrastruttura FSE 2.0 .

Sebbene siano previsti contributi a fondo perduto per supportare queste modifiche, le risorse disponibili sono limitate e non sufficienti a coprire l’intero fabbisogno del settore. Inoltre, le strutture devono affrontare costi aggiuntivi per l’adeguamento dei sistemi informativi, la formazione del personale e l’implementazione di nuove procedure operative.

Le richieste di AISI

L’AISI chiede senza mezzi termini:

  • l’indicizzazione delle tariffe sanitarie al costo reale di erogazione;
  • l’adeguamento del Nomenclatore alle tecnologie realmente utilizzate;
  • certezze nei pagamenti da parte delle Regioni;
  • il riconoscimento pieno del ruolo strategico della sanità privata nel sistema Paese;
  • il sostegno economico per l’adeguamento al FSE 2.0, attraverso finanziamenti adeguati e tempestivi.

“Non possiamo permettere che il cittadino sia la prima vittima di un sistema che non si aggiorna. La sanità privata non è un lusso, è parte integrante della salute pubblica. Ma senza strumenti, non può reggere”, conclude Saccomanno.

Source: www.irpinia24.it