Angri, l’onore prima di tutto

Testa alta fino alla fine

36675e08-4f0c-e084-3d5e-e347b07643e3A testa alta. Con il petto in fuori, la schiena dritta e lo sguardo fiero. Così l’Angri si prepara a vivere le ultime due giornate di un campionato che ha preso la piega più dolorosa. La retrocessione è ormai una certezza che solo l’aritmetica non ha ancora sancito, ma che la realtà ha già scolpito nel cuore dei tifosi grigiorossi. Dopo tre anni di battaglie in Serie D, la squadra tornerà nell’Eccellenza campana, in quel terreno complicato dove ogni partita è una trincea, ma anche un’occasione per ripartire.

Il destino è crudele, ma l’orgoglio non conosce resa. Ecco perché domenica al “San Francesco” non sarà una passerella di addio, ma un’altra battaglia. Perché di fronte ci sarà la Nocerina, la rivale storica, la seconda forza del campionato, una squadra con il secondo posto blindato e la voglia di chiudere in bellezza. E per l’Angri sarà il 42° derby della storia, una sfida che va oltre i punti e le classifiche, che richiama passioni antiche e sentimenti che il tempo non ha sbiadito.

Dal 1928 a oggi, quando la prima sfida amichevole si chiuse con un 1-0 grigiorosso, Angri e Nocerina hanno scritto pagine dense di emozioni. Il bilancio sorride leggermente ai molossi, ma in gare come queste i numeri contano poco. Conta il cuore. Conta il rispetto per la maglia. Conta la voglia di lottare anche quando tutto sembra perso.

Perché è proprio nei momenti bui che si misura la grandezza di una squadra, di una città, di una tifoseria. E Angri, in questo, ha sempre dimostrato di avere qualcosa in più. Al “San Francesco” ci saranno anche loro, i tifosi grigiorossi, instancabili e fieri, pronti a salutare la categoria con dignità e passione. Perché chi ama davvero, non abbandona mai.

La retrocessione è un dolore, ma può essere anche un’opportunità. Per ricostruire, per rinascere, per tornare subito a battagliare tra i grandi. Ma prima di tutto, c’è da onorare il campo. C’è da vendere cara la pelle. C’è da affrontare la Nocerina con la rabbia buona di chi vuole lasciare un segno, anche nella sconfitta.

Perché perdere non significa arrendersi. Significa imparare. E l’Angri, di certo, non abbasserà la testa. Testa alta, fino alla fine.

Source: www.irpinia24.it