“Due come noi tre” di Francesco Cannadoro presentato al Carcere Borbonico.

L'evento di sensibilizzazione e inclusione delle persone diversamente abili, "Esserci per prendersi cura".

due come noi tre evidenzaSi è svolta nel pomeriggio di oggi, martedì 21 maggio, presso la Sala Ripa dell’ex Carcere Borbonico di Avellino, la presentazione del libro “Due come noi tre” di Francesco Cannadoro, caregiver e creator sulle sue pagine social media (“Diario di un papà fortunato”), dove condivide il suo messaggio e comunica la propria vita anche con grande ironia, in modo chiaro e semplice. 

L’evento è stato organizzato dall’AMDOS Avellino, dal Comitato Provinciale dell’UNICEF, dalla Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio di Salerno ed Avellino e da AMOS (azienda che supporta l’attività sanitaria, ospedaliera e territoriale pubblica). L’iniziativa è rivolta alla sensibilizzazione ed all’inclusione delle persone diversamente abili, come testimonia il tema prescelto, “Esserci per prendersi cura“.

Mariagrazia Barone ha portato i saluti della Soprintendente all’Archeologia Belle Arti e Paesaggio di Salerno ed Avellino, Raffaella Bonaudo. Di seguito sono intervenute la presidente AMDOS (Associazione Meridionale Donne Operate al Seno), Giuseppina Belvedere, e la presidente dell’UNICEF di Avellino, Amalia Benevento. Ha, poi, dialogato con il pubblico l’autore, Francesco Cannadoro. Ha moderato il dibattito Angela D’Amore, vice-presidente AMOS di Solofra. 

Il libro “Due come noi tre” affronta, con linguaggio leggero, il tema della disabilità, raccontando l’esperienza della famiglia dell’autore. Un lavoro che guida il lettore in un mondo particolare, sfatando tanti luoghi comuni, per comprendere la quotidianità di una famiglia normale, che si ama e garantisce affetto e cura al proprio bambino disabile. Si tratta, dunque, di un’occasione di riflessione per imparare a relazionarsi con i cosiddetti “diversi”, che hanno solo bisogno di tanto amore. 

«Racconto la nostra storia», ha commentato Francesco Cannadoro, «cercando di non appesantire la realtà. Con la scrittura, lancio dei messaggi importanti, come l’inclusione, l’accessibilità, la comunicazione con la disabilità». Ha, poi, spiegato: «Non ci sentiamo eroi, ma genitori normali, che amano il proprio figlio e cercano di dargli serenità e gioia di vivere». 

A seguito della presentazione del libro, a partire dalle h. 18.30, si è svolto il firmacopie, presso la sede cittadina dell’UNICEF di via Pironti, 57. 

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Source: www.irpinia24.it