Questione Irisbus. Gallicchio invia lettera aperta al Presidente Napolitano
Riceviamo e pubblichiamo la lettera aperta che il consigliere comunale di Bisaccia Pasquale Gallicchio ha inviato al Presidente della Repubblica Napolitano e per conoscenza anche al Presidente del Consiglio dei Ministri e a tutti i parlamentari irpini, relativa alla questione Irisbus.
Egregio Presidente Napolitano, “l’indifferenza è parassitismo, è vigliaccheria, è il peso morto della storia”. Una frase di Antonio Gramsci che mi accompagna nella mia vita personale, politica e istituzionale a cui cerco di dare sostanza nei comportamenti. Proprio di fronte a quanto sta accadendo agli operai dello stabilimento Fiat Irisbus in Valle Ufita in provincia di Avellino non posso restare indifferente, anche perché la situazione sta assumendo aspetti drammatici.
Dopo la chiusura dell’Irisbus i lavoratori con il prezioso supporto dei sindacati, di comitati e pochi rappresentanti politici hanno dato vita, da oltre due anni, ad una protesta costante, spesso ignorata, ma capace di portare la questione sui tavoli ministeriali. Nei giorni scorsi, però, la Procura di Ariano Irpino ha inviato 32 avvisi di garanzia ad altrettanti lavoratori della Irisbus in Valle Ufita e cittadini che la mattina del 15 ottobre 2011, secondo l’accusa, impedirono l’uscita degli autobus già destinati a committenti ed acquirenti. Una notizia che risuona come un monito alla civile protesta compiuta con dignità da operai e comunità che vogliono ancora credere in uno Stato capace di tutelare e dare risposte concrete.
Hanno manifestato, occupato, protestato ma sempre con metodi democratici e pacifici. Qui non si sono registrati atti intimidatori nei confronti dello stabilimento Fiat Irisbus di Flumeri. Al contrario, i lavoratori lo hanno presidiato con rispetto proprio perché in quel luogo c’è un pezzo della loro vita, la dignità di un lavoro ma soprattutto perché ritengono, giustamente, che ci sia la possibilità di trasformare la Irisbus in una realtà produttiva di eccellenza nazionale, viste le necessità non più trascurabili del settore trasporti in Italia, denunciate anche dall’Unione Europea, pronta a sanzionarci per l’alto numero di mezzi circolanti ormai ridotti a rottami ambulanti.
Un ruolo, quello della Irisbus riconosciuto anche in sede governativa, per la quale, però, fino a questo momento non ci sono risposte positive. Siamo di fronte a persone che difendono un legittimo diritto e rivendicano il rispetto di impegni presi dal precedente e dall’attuale governo. Basta con i tanti rimandi e promesse, anche se fino a questo momento, in tutta questa storia, una certezza c’è: gli avvisi di garanzia. Proprio rispetto a quanto è accaduto non ci possono essere più distrazioni. Gli operai e i cittadini coinvolti hanno bisogno della nostra solidarietà non solo per la vicenda giudiziaria ma soprattutto in un’azione di pressione su quegli esponenti istituzionali che per l’Irisbus hanno prospettato scelte strategiche. E’ questa la via giusta da percorrere con fermezza anche perché sappiamo bene che le politiche marciano sulle gambe di coloro che sono chiamati ad attuarle, a tutti i livelli.
Proprio nel ruolo di garante del nostro Paese Italia e della nostra Costituzione, e nella veste di Presidente del Csm, massimo organo di governo della Magistratura, Le sottopongo il caso della Irisbus di Valle Ufita per il quale è in gioco la credibilità di quella democrazia che fa della nostra Italia un modello di riferimento.