“La gestione pubblica dell’acqua è in pericolo”, il resoconto dell’assemblea al Carcere Borbonico

L’incontro è stato organizzato dal Comitato Acqua Bene Comune – Aspettando Godot

acqua pubblica in pericoloAvellino“Stiamo vivendo una fase difficile sul tema dell’acqua e vogliamo avere risposte precise in merito”. È l’appello che Anna Maria Pascale rivolge ai rappresentanti delle istituzioni locali e nazionali, in occasione dell’assemblea organizzata dal Comitato Acqua Bene Comune – Aspettando Godot presso l’Ex Carcere Borbonico, dal titolo “La gestione pubblica dell’acqua è in pericolo?” e incentrata sul rischio derivante dalla privatizzazione delle risorse idriche che, attualmente, sono gestite dall’Alto Calore.

L’incontro nasce, come affermato dalla Pascale, dalla volontà di invocare: “Il Sindaco, gli assessori e i consiglieri comunali a esprimere una posizione sulla questione, in quanto ci aspettiamo ancora la convocazione di questo Consiglio Comunale monotematico. Vogliamo, inoltre, sapere dai componenti dell’Ente Idrico Campano con quale visione si sono candidati all’Ente e qual è la loro posizione sulla gestione pubblica dell’acqua”. A evidenziare maggiormente l’importanza del dibattito è Maria Grazia Papa, secondo cui: “Il tema della gestione pubblica dell’acqua è di grande interesse per la nostra città (sede dell’Alto Calore) e per la nostra provincia (che ospita il bacino idrico). La gestione deve rimanere tale, in quanto l’ingresso di privati è un’esperienza che ha danneggiato in passato altri territori, permettendo ai privati di ricavarne profitti”. È importante, dunque: “Partire dalla preservazione della gestione pubblica per avere una visione d’insieme che rispetti l’ambiente, i cittadini e soprattutto la dignità delle istituzioni pubbliche. I servizi sono essenziali per la cittadinanza e questa sera l’incontro è stato stabilito per dare una certezza sulla questione”. Le proposte che il Comitato propone, attraverso la voce della Papa, sono le seguenti: “Vogliamo che l’acqua rimanga pubblica e che l’azienda venga risanata e riorganizzata, nell’interesse e nella tutela dei lavoratori. Richiediamo, inoltre, una programmazione sull’efficientamento energetico e delle reti idriche, in quanto le strutture sono vecchie e non sono state rimodernate. Comune, Provincia, Regione e Stato devono essere presenti nel risolvere tale questione in un territorio che è trascurato”.

festa acqua pubblica in pericoloL’appello del Comitato trova il parere positivo del sindaco di Avellino, Gianluca Festa, il quale si mostra polemico nei confronti dell’altruismo che ha permesso ad altre province e regioni di appropinquarsi delle risorse idriche irpine: “Da sempre, l’Irpinia ha mostrato grande disponibilità verso la Puglia, ma il dazio che sta pagando questa Provincia non è più sopportabile per la comunità. Rischiamo il dissesto idrogeologico ed essere altruisti non significa pagare pegno. Vogliamo che lo Stato prendesse consapevolezza di questa situazione. La Regione ha pensato, finora, a un investimento di circa 20 milioni di euro, ma riteniamo un po’ esigua questa somma: chiediamo alle istituzioni regionali una maggiore attenzione in termini di investimenti”. Il primo cittadino del capoluogo ribadisce, inoltre, il suo ventennale impegno nel risolvere la questione, rievocando una mozione avanzata dallo stesso Festa, tre anni fa circa, che ha incontrato molti ostacoli: “Ho fatto battaglie per l’acqua pubblica e continuerò a farle. Adesso, convinciamo quelli che non sono convinti, staniamo chi non è d’accordo e andiamo a Roma a chiedere con forza i soldi per l’Alto Calore alla Cassa Depositi e Prestiti”. E, alle domande relative a un suo maggior impegno nel risolvere la questione e sul Consiglio monotematico, Festa risponde: “Non possiamo immaginare che un sindaco debba essere sempre presente in tutte le problematiche. So che la vicenda è stata già discussa e, in questo Consiglio che si terrà a novembre, chiederò la presenza dei parlamentari che si mostreranno sensibili al problema”.

Diverse, tuttavia, le perplessità riguardanti il ricorso alla CDP. Il consigliere d’opposizione Luca Cipriano (Mai Più Avellino), smentisce quanto detto dal sindaco Festa a proposito del Consiglio monotematico: “L’argomento non è mai stato calendarizzato, sembra che ci siano cose più urgenti. La prima cosa da fare, invece, è portare l’argomento in aula consiliare: il Palazzo di Città è il luogo dove si dovrebbe decidere della questione”. Secondo Cipriano, il problema nasce da una gestione non felice dell’Alto Calore: “Una parte della politica irpina non ha creduto nel tentativo di salvataggio dell’azienda e quando, oggi, sento il ricorso alla Cassa Depositi e Prestiti, resto scettico, in quanto il M5S ha sempre espresso posizioni rigidissime su tale ricorso per giungere alla ricapitalizzazione. Il tema dell’acqua pubblica deve rimanere un cardine fondante, ma riconosco troppe ambiguità su questo tema, per questo bisogna riportare l’argomento nell’aula consiliare per produrre un atto vincolante”. Michele Vignola, primo cittadino del Comune di Solofra e nuovo coordinatore dell’EIC, lancia l’allarme: “La gestione pubblica dell’acqua è in pericolo, in quanto la questione si risolve con un aumento di capitale, al quale siamo ostili. I Comuni possono chiedere un mutuo per avere un trentennio avanti, ma non possiamo pensare che la Cassa Depositi e Prestiti possa elargire una somma per coprire un debito così oneroso”.

L’amministratore unico dell’Alto Calore, Michelangelo Ciarcia, prova a rassicurare tutti sulle condizioni in cui versa l’ente: “Non credo la gestione pubblica dell’acqua sia in pericolo. Nell’ultimo anno e mezzo, mi sono preso una grande responsabilità: ci siamo trovati di fronte a una situazione ingovernabile, ma stiamo imboccando la strada giusta. Proveremo, al 30 novembre, a garantire una serie di risparmi dai 23 dipendenti che andranno in pensione. Il debito resta una montagna, che può essere risanato attraverso delle formule reali e concrete, in merito alle quali chiediamo un incontro con il Governo”. Vittorio D’Alessio, sindaco di Mercogliano, garantisce che: “Ogni decisione che andremo a prendere nell’Ente Idrico Campano verrà condivisa: è impensabile che il modello dell’acquedotto pugliese, utilizzando le nostre risorse idriche, faccia cassa”.

Source: www.irpinia24.it