“Comprendere i segni del tempo”: dialogo e coesione per inaugurare un nuovo senso di comunità
Si è tenuto stasera presso l’Hotel De La Ville di Avellino il convegno “Per l’Italia, per l’Europa. Quali idee, quale popolarismo”, fortemente voluto e organizzato dall’Onorevole Giuseppe De Mita. Vi hanno preso parte autorevoli esponenti del nostro panorama politico: i ministri Mario Mauro e Giampiero D’Alia, il sottosegretario Giro e gli Onorevoli Dellai e Gitti, il Presidente Pierferdinando Casini, gli Onorevoli Gaetano Piepoli e Gea Schirò Planeta. È intervenuto, inoltre, l’Onorevole Ciriaco De Mita.
Presenti in sala numerosi dirigenti irpini e rappresentanti dell’Udc Campania; grandi assenti gli Onn. Pietro Foglia e Angelo D’Agostino.
«Questo incontro è il risultato della maturazione di un’esigenza comune – ha dichiarato in apertura Giuseppe De Mita – e vuole essere un’occasione per interrogarsi sulle ragioni della crisi politica attuale. La politica ha una sola soglia di credibilità: dire in pubblico ciò che si pensa e attuare ciò che si dice». Sottolineando poi l’assenza di simboli, ha continuato il proprio intervento portando a galla quella che è “l’esigenza comune” già citata: «ognuno di noi dovrebbe riflettere sul fatto che non ha un’identità nel marchio, ma nella prospettiva». La necessità di andare oltre le contingenze, l’importanza fondamentale del dialogo, della discussione e della coesione sono stati gli elementi tematici comuni a tutti gli interventi.
E sulla funzione imprescindibile dell’interlocutore, sul piacere di cambiare opinione, sulla capacità di persuadere si è soffermato l’On Ciriaco De Mita, affermando che «la politica è l’intelligenza di farsi aiutare dall’interlocutore. Mai come in politica si ha bisogno della voce dell’escluso, che è lo spettro della realtà».
I rispettivi punti di vista sono risultati convergenti, inoltre, in merito al problema del bipolarismo e l’On Casini ha sostenuto la necessità che si passi a una «democrazia dell’alternanza, che garantisca a un ceto medio, che vede profondamente depauperata la propria capacità di resistenza, risposte sul piano del bisogno». Si è discusso di “populismo”, ma è di “popolarismo” che si tratta. È Ciriaco De Mita a farcelo notare, quando spiega che «individuare il popolo come soggetto politico che legittima la rappresentanza è il fondamento della democrazia».
Sull’urgenza di regalare al Paese un “partito politico normale”, si è espresso l’On Dalia, sottolineando la volontà del governo Letta di «assecondare un cambiamento virtuoso della politica e delle istituzioni». L’auspicio unanimemente condiviso è che si inauguri un processo di pacificazione nazionale, superando recriminazioni e le «sfide reciproche di bassa lega», a cui Monti ha accennato, dando l’impressione, in verità, di voler puntualizzare, ripassando vecchi capitoli, piuttosto che andare oltre alla luce degli intenti appena declamati.
Come negare che il dialogo debba essere il fondamento per la costruzione, nonché il senso e l’esito di ogni rapporto umano! Lo sottolinea il Ministro Mauro, spiegando quanto sia breve il tempo di una costruzione: «chi governa e chi fa politica è chiamato a decidere in poco tempo quello che sarà il destino del paese».