“Vertenza Irpinia”: il dolore è di chi lo sente…
Il sindaco di Teora, Stefano Farina, ha pensato bene di lanciare il sasso nello stagno per muovere le acque della politica irpina. Le tante vertenze del territorio – secondo il primo cittadino dell’Alta Irpinia – impongono un’azione sinergica e accorata da parte di tutti i livelli istituzionali. La risposta all’iniziativa, tenutasi ieri a Teora, è stata la mancata partecipazione dei sindaci, solo 5 su 119 hanno riposto all’appello di Farina, ma anche l’assenza dei consiglieri regionali e dei parlamentari. E’ apparsa evidente una certa indifferenza, ormai stratificata nelle coscienze dei rappresentati istituzionali irpini. Consiglieri regionali e parlamentari hanno preferito spendere qualche ultim’ora di fine agosto ancora a riposo, piuttosto che scomodarsi e andare a Teora per ascoltare e provare a dare un contributo alla discussione.
La “Vertenza Irpinia” alla fine è destinata a restare tutta dei lavoratori dell’Irisbus, dei forestali, dell’ex Isochimica, degli avvocati di Sant’Angelo dei Lombardi e Ariano Irpino con la soppressione dei tribunali, dei tanti giovani disoccupati; insomma di quella larga fetta di società non garantita. Eppure dei cittadini che discutono, che si ritrovano per avviare iniziative comuni da portare all’attenzione del Governo e del Parlamento, doveva essere il format politico preferito del Movimento Cinque Stelle. E invece è risultato assente anche il portavoce-cittadino, Carlo Sibilia. Allora, non c’è differenza di colore o di casacca, le comode poltrone parlamentari e i salotti vellutati di Montecitorio sono luoghi più “confortevoli” rispetto alla sala consiliare di Teora…
I problemi sollevati da Farina non interessano nè alla destra e nè alla sinistra, nè al centro e nè ai grillini. Detto questo, il dolore è di chi lo sente… Le grida, la disperazione e i crescenti bisogni di questa provincia non hanno un interlocutore. Il nuovismo, il cambiamento, il rinnovamento è produttivo se coincide con la qualità della classe dirigente, altrimenti si legittima il vuoto e l’effimero.
In questo tempo, l’Irpinia che tentava – disperatamente – di trovare un percorso diverso rispetto al passato è finita per consegnarsi nelle mani di un gruppo di improvvisati e sprovveduti che non hanno neanche la sensibilità di rinunciare a qualche ora del loro tempo per ascoltare chi (i sindaci come Farina) tutti i giorni si confronta con i cittadini e le loro esigenze. Non c’è da pentirsi per averli eletti, ma provare vergogna forse si!