Pd, la Commissione di garanzia: non esiste il ricorso nei confronti di Todisco e Fierro
La commissione di garanzia provinciale del Partito Democratico si è riunita per esaminare il ricorso, presentato nei confronti dei dirigenti Lucio Fierro, Francesco Todisco e Giovanni Bove, con il quale si chiedeva la loro l’espulsione.
Tale richiesta era stata formulata da Giuseppe Negrone e Michele Palladino in seguito alle vicende elettorali al comune di Avellino. Tutto era scoppiato con lo stop alle candidature nel Pd – chiesto dall’area dei bersaniani – di Negrone, Palladino e Ettore Iacovacci, rei di aver aderito alla fondazione Città Nuove della Polverini. Una diatriba feroce, che portò però alla sola esclusione di Ettore Iacovacci dalle liste Pd. La presenza, invece, di Negrone e Palladino fece andare su tutte le furie Todisco tanto che impose il ritiro dei candidati della propria area in quanto dichiarò che non erano stati mantenuti gli accordi presi con la direzione provinciale.
Alla fine il verdetto della Commissione di garanzia su Todisco e Fierro, in questi giorni di fuoco incrociato tra bersaniani e franceschiniani che doveva sancire il redde rationem, non c’è stato. Durante l’analisi del ricorso i membri dell’organismo di garanzia hanno rilevato che il ricorso era privo delle generalità dei ricorrenti (solo una firma poco leggibile in calce al testo), e per giunta non è mai stato notificato alla controparte.
Così la seduta è stata sciolta, in quanto l’errata formulazione e la mancata notificazione assume il significato che Negrone e Palladino non hanno mai presentato ricorso nei confronti di Todisco e Fierro, e questi ultimi non sono mai venuti a conoscenza di esserne la controparte.