Napoli – Nella stazione ferroviaria “Deportati”, il teatro itinerante di “Città & Fabbrica Wojtyla”
Dopo Napoli Centrale, Napoli Campi Flegrei, Caserta, Avellino, Benevento e Salerno sarà la volta di Napoli Mergellina
Napoli – Il teatro itinerante della Compagnia della Città & Fabbrica Wojtyla di Caserta, presenta “Deportati”: circostanze teatrali tratte dall’opera “Vinti e Vincitori” di Patrizio Ranieri Ciu nata nella data di istituzione della Giornata della Memoria e giunta al 14° anno consecutivo di repliche, promosso dall’Assessorato ai Fondi Europei, Politiche Giovanili, Cooperazione Europea e Bacino Euro-Mediterraneo della Regione Campania in collaborazione con RFI. La rappresentazione è un simbolico processo alla Shoah in cui “difesa” e “accusa” si affrontano nell’emblematico confronto tra chi nega l’Olocausto e chi afferma che sia stata la pagina di storia più aberrante della nostra civiltà.
Un’umanità smarrita si muove in una surreale “aula di giustizia” attraverso autentiche testimonianze sulla grande pagina oscura del secolo passato, dove vittime e carnefici (l’ebreo, la donna del Sonderbau, i bambini deportati Sergio De Simone e Jaqueline con il boia Johann Frahm, responsabile della loro esecuzione) si raccontano di fronte ad un giudice che lascerà la giuria sola nella decisione finale. La scelta delle stazioni ferroviarie come location per la performance ha l’obiettivo di trasformarle, anche solo per pochi minuti, da luoghi di passaggio in originale ad intima e profonda opportunità di incontro e aggregazione. La scelta della tempistica, poi, volutamente sfalsata rispetto alla data della Giornata della Memoria, risponde alla volontà di tener vivo il ricordo della storia al di là delle ricorrenze, cosa assolutamente necessaria per tener testa ai principi di negazionismo purtroppo sempre più presenti nella nostra collettività.
I giovani infatti hanno ancora qualcosa da dire al mondo, ad un mondo che li spaventa perché permette che qualcuno, bianco o nero che sia, agisca in nome di logiche disumane, che dei folli diventino giustizieri, che si dia spazio al bullismo e si formino baby-gang che seminano il panico nella quotidianità di una società in piena crisi esistenziale. Spesso questi stessi giovani non sono oggetto di servizi giornalistici o televisivi, mentre proprio loro dovrebbero avere strumenti reali per parlare ed essere ascoltati, più dei politici, più dei professori, più dei giornalisti e dei giustizieri, perché sono i giovani il futuro del mondo. “Deportati” è una occasione per ascoltare la loro voce. La circostanza dello spettacolo – garanzia assoluta di riflessione collettiva – sarà prova della volontà, se ancora esiste, di una piena convergenza tra cittadini ed istituzioni: perché il dovere di partecipazione di tutti è la sola compatta dichiarazione di unità possibile davanti ai drammi dell’umanità.