Nusco – Presentazione del romanzo di Francesca Rullo “Amato”
L'appuntamento è per domenica 9 luglio, ore 18.00, presso il Palazzo di Città
Nusco - L’Amministrazione comunale di Nusco e la Casa editrice Delta 3 organizzano, domenica 9 luglio, ore 18.00, presso il Palazzo di Città di Nusco, la presentazione del primo romanzo di Francesca Rullo, “Amato. La storia di un uomo che saltò da un treno in corsa” (Delta 3 edizioni), prefazione di Paolo Saggese, postfazione di Giambattista Assanti.
Nella prefazione Paolo Saggese ha tra l’altro scritto: “Inizia così la storia di Amato, la partenza e la prigionia immediata ad opera dei tedeschi, la solidarietà tra commilitoni, gli incontri casuali e fortuiti, la fuga, il salto dal treno … Questi improvvisati soldati, nati, cresciuti e vissuti da contadini, ovvero da persone pacifiche, laboriose e riflessive, si ritrovano nuovamente per i campi, tra altri contadini, e così ricevono subito gesti solidali, condivisione: tra poveri, si sa, si è più capaci di generosità. La vicenda di Amato e degli altri soldati, che scendono verso il Sud e verso la libertà, è simile a quella di migliaia di altri: violenze, razzie, rappresaglie, eccidi da parte dei tedeschi, città, montagne, paesi devastati dalla furia della guerra, …
Ma nel racconto tutto ciò è giustamente lasciato sullo sfondo, perché qui non c’è nulla di ideologico, se non indirettamente: lo sguardo resta, come è giusto che sia, quello di un giovane contadino, che descrive i fatti, senza interpretazioni e discussioni di geopolitica o di filosofia della storia. È una “storia vera” (non come quella di Luciano di Samosata), ovvero la ricostruzione fedele di una vicenda raccontata da una persona e riproposta senza aggiunte, modifiche o interpretazioni estranee. Anche questo è uno dei numerosi pregi del libro. Nelle pagine, che seguono, si racconta con semplicità e chiarezza di un’Italia dolente e ferita, di un’umanità allo sbando: il libro diventa una sorta di manifesto per la pace senza alcuna intenzionalità. Il momento più emozionante è quello che racconta gli ultimi chilometri del viaggio di ritorno, l’arrivo a casa, la festa dell’accoglienza, la rievocazione della partenza del suo compagno di viaggio, Vincenzo, “ragazzo timido e schivo, un po’ pauroso, quello che mi aveva spinto, senza sfiorarmi, da quel treno, in quei mesi che sembravano non finire mai” e che “era diventato per me un fratello”. Di quel Vincenzo, Amato ha perso poi ogni traccia, mentre gli altri due amici, che sono partiti insieme al protagonista e al deuteragonista il 28 agosto 1943, sono morti. E adesso è morto anche Amato, che ha “resistito” per tutta la vita, portando con sé tutti questi ricordi, a cui adesso un’osservatrice non “incomprensiva” (per usare le parole di Carlo Levi) ha dato vita se non elevando uno ktèma èis aèi, come avrebbe scritto Tucidide, sicuramente creando un posto importante nella mente di tutti coloro, che avranno il piacere di leggere questo piccolo capolavoro”.