Avellino – Al Tribunale un convegno sul futuro dell’acqua in Irpinia

Nell'aula magna un dibattito sulla gestione del servizio idrico con l'associazione Irpinia Ritrovata, l'Ordine degli avvocati ed esperti della materia

IMG_8090Avellino – Si riapre il dibattito sulla gestione del servizio idrico in Irpinia. Un nuovo confronto sull’argomento si è tenuto presso l’aula magna del tribunale di Avellino con l’Ordine degli Avvocati di Avellino, l’associazione Irpinia ritrovata, il Fai Avellino e una rappresentanza dei sindaci della provincia.

L’incontro nasce per fornisce elementi e conoscenze ambientali e giuridiche per una comune difesa delle risorse idriche e toglierci quei dubbi per operare per il bene di tutti e preservare l’acqua alle future generazioni”– ha dichiarato il presidente dell’ordine degli avvocati Fabio Benigni.

Una conferenza che, ammette l’organizzatore Gerardo Troncone, avrebbe dovuto avere un “diverso itinerario, data la particolare vocazione per la storia della nostra associazione, interessata a voler tracciare un’analisi storica e critica del patrimonio idrico irpino. Non si poteva rinunciare pero’ a un convegno con piu’ interlocutori che potessero chiarire una questione molto delicata che ci coinvolge da vicino e di cui si parla ormai da mesi”. E si parte da molto lontano per risalire alle origini della storia attuale: ”L’immenso patrimonio idrico in Irpinia non è fatto di oggi. Nasce da molto lontano. Nell’antichità sorgevano dalla nostra provincia due tra i piu’ grandi acquedotti realizzati dai romani e uno di questi, piu’ di oggi, integrava la Campania intera. Pozzuoli era il porto commerciale di Roma ed era alimentao dall’acquedotto irpino di Serino. I grandi edifici romani sono nati anche grazie all’acquedotto di Avellino . In eta’ moderna i comuni si distinguevano tra quelli che stavano prima e dopo gli archi che rivelavano la presenza di acquedotti. Tutti i fiumi della Puglia nascevano dall’Irpinia tra cui l’Ofanto che sorgeva da una serie di rigagnoli da Sant’Angelo, Nusco, Lioni e proprio attorno alla nostra acqua si sono costruiti paesi come Canosa e Barletta , per un periodo anche capitale della Puglia. E’ dunque anche merito nostro dunque se la Puglia è riuscita a crescere e svilupparsi”. E tornando ai giorni d’oggi inevitabile un accenno al decreto regionale sul riordino del servizio idrico integrato : “Oggi è sopraggiunta una legge complessa non in linea con le direttive politiche nazionali e di difficile comprensione. E’ questo un momento delicato che conduce a molte incertezze e quest’appuntamento intende offrire l’occasione per approfondire la questione e chiarirne gli aspetti a tutela di un grande patrimonio e di una delle piu’ grandi aziende d’Italia nel settore che sara’ totalmente coinvolta nel processo in atto. Una societa’ che è un patrimonio per l’Irpinia come le nostre acque e per queste ragioni sentiamo il dover di dover informare la cittadinanza per prepararla alla giusta decisione da prendere”.

L’intervento seguente è quello piu’ tecnico e ricco di nozioni sull’acqua nella provincia di Avellino. A prendere la parola è il geologo Sabino Aquino che ha informato la platea del vastissimo numero di sorgenti in Irpinia e successivamente delle problematiche ambientali che dovra’ affrontare chi dovra’ gestire il servizio idrico. Il primo problema è costituito “ da attacchi di agenti inquinanti che attaccano le falde acquifere. La Piana del Dragone di Volturara è un esempio, essa è abbandonata a se stessa e per quell’area non esiste depurazione ed utilizzo del suolo. I suoi pozzi sono stati del tutto trascurati per la presenza di inquinamento di origine remota che se si espande potrebbe compromettere anche la sorgente. Il secondo problema – continua Aquino – è la regia unica. Sarebbe una grossa deficienza scientifica, da parte del Legislatore, che ignora, che la gestione dell’acqua, deve provenire dall’ambito territoriale locale con cui si avrebbe una piu’ razionale distribuzione delle acque e non si rischierebbe un esaurimento della falda”.

Un dato numerico interessante, scaturito dalla discussione, è il totale delle risorse idriche presenti in provincia e destinate al consumo umano, circa 13,500 litri al secondo serviti a una popolazione di 5.832.000 abitanti.

Altrettanto esauriente e ricco di dettagli, l’intervento dell’avvocato Maurizio Balletta che ha definito il servizio idrico integrato (SII) come “ l’insieme dei servizi pubblici di capitazione, adduzione e distribuzione di acqua ad usi civili di fognatura e di depurazione della acque, la cui gestione deve avvenire secondo principi di efficienza , efficacia ed economicità, nel rispetto delle norme nazionali e comunitarie. La sua organizzazione è basata su AATTOO definiti dalla regione (art. 147) che individuano di conseguenza l’ente di governo dell’Ato a cui devono partecipare obbligatoriamente i comuni” – e aggiunge – “ I principi della gestione del SII sono l’unità del bacino idrografico o del sub bacino, l’unicità della gestione e adeguatezza delle dimensioni gestionali in base a parametri fisici , demografici e tecnici . L’affidamento diretto può avvenire a favore di società interamente pubbliche, in possesso dei requisiti prescritti dall’ordinamento europee per la gestione in house, , comunque partecipate dagli enti locali ricadenti nell’ambito territoriale ottimale”.

Dalla precisa relazione dell’esperto si ricava che la pubblica amministrazione puo’ scegliere se affidare il servizio con procedura ad evidenza pubblica, assegnare il servizio ad una societa’ mista il cui socio sia selezionato con una gara a doppio oggetto, affidare in house, con gestione in economia o mediante azienda speciale non per i servizi in rete. La durata dell’affidamento deve essere proporzionata all’entità e alla misura degli investimenti e comunque mai superiore al periodo necessario ad ammortizzare gli investimenti. Nel caso dei servizi diversi da quelli a rete ( tra cui il SII ), la durata non puo’ mai superare i 5 anni.

Doverosa in tale circostanza la rilettura e la diffusione dell’Atto della Camera 2212 che stabilisce il diritto dell’uomo all’acqua e la sua definizione di bene pubblico e non mercificabile. “ 50 litri al giorno è il quantitativo minimo vitale gratuito. Il SII deve costituirsi come un servizio pubblico privo di rilevanza economica, senza fini di lucro e finanziato dalla fiscalità generale e/o meccanicismi tariffari ma soprattutto deve essere affidato esclusivamente a enti di diritto pubblico”.

Dichiarazioni che convincono, se ce ne fosse bisogno, che l’acqua appartiene al popolo e che è di tutti e che fanno di questa risorsa una fonte di ricchezza per le nostre zone e per il mezzogiorno. “Il nostro territorio è una grande miniera di acqua – ribadisce il gia’ avvocato dello stato Francesco Lettera – La concessione dell’acqua ad Avellino e Benevento non si può cambiare come il biglietto del tram. Rappresenta la vita delle citte e delle piccole comunità e senza acqua non si può vivere. Il servizio idrico è una competenza degli enti locali e non può essere ceduto per scopi commerciali e non possiamo giocare con la concessione dell’acqua. Le decisioni che si prenderanno dovranno essere ponderate e nessuna legge non può tenere conto di un quadro costituzionale e di leggi europee che stabiliscono che l’acqua è pubblica e sacra in Italia e materia prima per l’UE. Non si può mettere a gara un servizio cosi’ importante, il suo costo ricadrebbe sul bilancio degli enti locali che si ritroveranno inevitabilmente in dissesto e a maggior ragione c’è da temere per gli equilibri degli enti locali”. - E conclude – “Gli organismi esistenti dovranno individuare in maniera condivisa criteri efficaci per giungere a una decisione e salvare il destino dell’acqua”.

Infine, il saluto del presidente dell’Alto Calore Lello De Stefano che si definisce sostenitore dell’acqua pubblica e invita alla fine delle polemiche e di dichiarazioni spesso inopportune sul suo mandato presso l’ente di Corso Europa e, rivolgendosi ai sindaci, dichiara: “Occorre ridare valore all’acqua lo stesso valore del petrolio. Tra pochi giorni finirà il mio mandato e consegnerò un’azienda che deve cercare di fare il suo sviluppo. Pensiamo alle cose serie e basta con le guerre”.

Source: www.irpinia24.it