Piano Sociale Regionale, Fortini: “Restituiremo alla Campania un welfare di qualità”
Intanto la situazione dei servizi sociali ad Avellino resta bloccata e Tennariello chiede la divisione dell'ambito A04
Avellino – Ultima tappa oggi all’ex asilo Patria e Lavoro del ciclo di incontri dal titolo “Riannodiamo – la rete del welfare a garanzia della fragilità sociale”, tour del Partito Democratico tra le province campane per illustrare il piano sociale regionale 2016-2018.
Un incontro che ha visto la presenza dell’ex Sen. Enzo De Luca, degli Onorevoli Paris e Famiglietti, del Presidente del Consiglio Regionale Rosetta D’Amelio, dei Consiglieri Regionali Tommaso Amabile e Carlo Iannace. Assente il sindaco Foti.
Prima dell’incontro, una delegazione dei Comuni dell’ex Ambito A4, presieduta dal sindaco di Prata di Principato Ultra, Gaetano Tenneriello, si è incontrata con dell’Assessore Regionale alle Politiche Sociali, Lucia Fortini, per sollecitare nuovamente la divisione dell’Ambito A04 e ribadire la volontà di Comuni più piccoli di staccarsi da Avellino principalmente per il fatto che i servizi sociali, da oltre tre anni, non sono ancora erogati, con grave nocumento ai cittadini.
Purtroppo, la ridefinizione dell’Ambito Territoriale Sociale decisa a tavolino con DGRC n. 320/2012, e che ha accorpato il Comune capoluogo ed i 15 Comuni soci del Consorzio A4 – punta di eccellenza regionale nella gestione delle politiche sociali – è stata sicuramente una decisione fallimentare se si considera quanto non è stato fatto o meglio mai avviato in termini di assistenza sociale e socio-sanitaria.
Ricordiamo che con l’obiettivo di staccarsi dal Comune di Avellino, la maggioranza dei Comuni soci del Consorzio A4 hanno incontrato a Napoli tra luglio e settembre 2015, sia il Presidente del Consiglio Regionale Rosetta D’Amelio sia l’Ass. Fortini. Incontri che però ad oggi non hanno portato nessun risultato tant’è che risale a pochi giorni fa l’ultimo atto d’accusa da parte di ben 9 Comuni: Cervinara, Roccabascerana, Rotondi, Petruro Irpino, Altavilla Irpina, Pietrastornina, Grottolella, Capriglia Irpina e Prata di Principato Ultra, che hanno inviato al Comune di Avellino una formale diffida, tramite il penalista Avv. Gerardo Di Martino, per denunciare oltre la mancanza dei servizi sociali ai cittadini anche l’incapacità del Comune di Avellino di svolgere il ruolo di Ente capofila. La diffida preannuncia, inoltre, la volontà di richiedere al Comune di Avellino il risarcimento dei danni dovuto alla probabile perdita dei fondi PAC (Piano di Azione e Coesione) – annualità 2013 – per oltre 1.000.000€ a favore dell’infanzia e degli anziani atteso che a fronte del termine fissato al 30/06/2016 dal Ministero dell’Interno per la rendicontazione della spesa, il Comune di Avellino ad oggi non ha neppure espletato le procedure di gara.
L’Ass. Fortini, dopo aver recepito le difficoltà in cui versa l’Ambito A04, si è impegnata a risolvere la questione della divisione nel più breve tempo possibile, ciò anche al fine di non danneggiare ulteriormente le fasce più fragili della popolazione.
L’iniziativa “Riannodiamo” è entrata poi comunque subito nel vivo con l’intervento dell’Assessore Regionale alle Politiche Sociali Lucia Fortini che ha illustrato le linee programmatiche del piano sociale regionale 2016-2018: “Le linee programmatiche che abbiamo indicato, quelle che mi sono sembrate preponderanti, riguardano quegli aspetti che non consentono di far funzionare un sistema di welfare. Innanzitutto ci siamo focalizzati sulla forma giuridica che il piano deve avere e abbiamo indicato una strada privilegiata: il Consorzio, sotto forma di azienda di servizi; un altro problema che va assolutamente affrontato è il precariato nel campo dei servizi sociali, dobbiamo serietà e rispetto alle persone che tengono in piedi il sistema welfare quando sono essi stessi soggetti deboli sotto quest’aspetto; ci sono poi questioni riguardanti l’introduzione dei buoni di servizi o voucher, utili perché consentono al cittadino di partecipare al processo di monitoraggio e valutazione delle politiche sociali e di poter scegliere il servizio che funziona meglio; va poi sicuramente creato un sistema informativo perché ogni decisione deve imprescindibilmente basarsi sulla conoscenza, un processo che non può avvenire in tempi brevissimi ma che ci impegneremo a decidere insieme ai tecnici”.
“Chiaramente – continua Fortini – esistono delle criticità, prevalentemente legate a questioni economiche: ci sono debiti dal 2011 che ad oggi non sono ancora stati onorati e che non sono risolvibili entro il 2016 ma che riguardano l’amministrazione che ci ha preceduto. Oggi però ci siamo noi e dobbiamo assumerci la responsabilità di risolvere quei problemi per cui sono stati interrotti i servizi, problemi imputabili a scelte dissennate fatte in precedenza. Ci sono poi le questioni legate alla costruzione degli asili nido e ai fondi PAC, per i quali stiamo mettendo insieme una squadra che possa supportare i piani”. “Infine – conclude l’Assessore – stiamo lavorando ad una nuova misura, che sarà implementata da qui a qualche mese, la SIA (misura di sostegno di inclusione attiva): una misura strutturale di sostegno al reddito che è di stampo universalistico ma che almeno in una prima fase si concentrerà su determinate categorie”.
Non può sfuggire all’Ass. Fortini che l’Ambito A04 è fermo (sono solo un lontano ricordo i servizi di assistenza domiciliare agli anziani, ai diversamente abili, i centri diurni, i centri di aggregazione, i servizi di educativa e di tutoraggio ai minori, l’assistenza nelle scuole, il trasporto sociale e così via) e che sul territorio vi è già un Consorzio di servizi sociali, in liquidazione, costituito nel 2009 da 15 Comuni su indicazione allora degli Uffici della Regione Campania e che lo stesso dava lavoro ad oltre 20 professionisti del sociale che dopo anni di lavoro si aspettavano di essere stabilizzati ed invece dal 01 gennaio 2014 sono disoccupati. Il Comune di Avellino, invece di aderire al Consorzio sociale già esistente, ha preferito lo strumento della Convezione che, come recita il nuovo PSR 2016-2018, è una forma troppo flessibile per garantire la stabilità del sistema di interventi e servizi sociali. La Convenzione, inoltre, tra le tante storture, promuove il precariato, a quanto pare, poco gradito anche all’Ass. regionale più orientata, a ragione, verso il Consorzio e la stabilità.