All’Alto Calore un confronto tra sindaci per l’acqua pubblica
La tavola rotanda è stata istituita dal sindaco di Summonte Giuditta per trattare del riordino del servizio idrico integrato
Avellino – Si è tenuto questa mattina presso la sala conferenze dell’Alto Calore in Corso Europa una riunione tra sindaci convocata dal sindaco di Summonte Pasquale Giuditta.
La tavola rotonda è stata istituita per trattare del riordino del servizio idrico integrato e per consentire a ciascuna amministrazione di appropriarsi del proprio ruolo e delle proprie responsabilita’ su questa sottilissima questione che riguarda l’economia e il futuro del territorio irpino.
Martedì il primo cittadino di Summonte ha inoltato un invito a tutti i sindaci dei comuni soci dell’ ACS ( 31 quelli del beneventano e 95 quelli irpini) per risolvere quanto prima una situazione che negli ultimi anni sta producendo tanto disordine e molte polemiche.
A rispondere a questa chiamata sono stati i sindaci Ferruccio Capone di Montella, Francesco Antonio Capone di Mirabella Eclano, Mario Vanni di Altavilla Irpina, Enza Bergamasco di Grottolella, Giuseppe Leone di Vallata, Giulio Belmonte di Pietradefusi, Luigi De Nisco di Venticano e Carmine De Angelis di Chiusano.
Gli amministratori chiedono il loro naturale diritto di occuparsi del riordino del servizio idrico integrato ) e di conseguenza della elaborazione di provvedimenti da attuare opponendosi a misure prese senza il consenso dell’assemblea dei sindaci con il quale l’Acs, nella persona del presidente De Stefano, non si è mai confrontato. I sindaci non accettano decisioni senza nessun accordo o presa di posizione comune soprattutto alla luce anche del fatto che ciascun amministratore deve rendere conto al proprio consiglio comunale e alle comunita’ che rappresentano.
Ad aprire il dibattito il sindaco di Summonte Pasquale Giuditta capofila di una battaglia per ragionare e guardare alle prospettive dell’Irpinia: “Non occupiamoci solo delle attivita’ ordinarie. Occorre riportare ordine e chiarezza sul futuro dell’acqua e della nostra Provincia. Dobbiamo essere noi sindaci i titolari delle decisioni e strategie per il territorio. E’ nostro compito evitare una gravissima penalizzazione, si è perso molto tempo e c’è l’urgenza di gestire bene l’Acs fino al gestore unico. Accelleriamo i tempi e apriamoci a nuove adesioni di comuni per diventare piu’ forti e risollevarci. L’Alto Calore è rimasto fermo in questo mesi mentre a muoversi sono stati solo i privati. L’inattivita’ di questa società ha consentito ad altri di accumulare assensi e a noi di perdere”. Giuditta accenna e informa del rafforzamento della societa’ privata Ge.se.sa con cui l’Alto Calore potrebbe fondersi e costituire un unico gestore dell’acqua per le province di Benevento e Avellino.
“Negli ultimi tempi, l’Alto Calore è fermo mentre altri hanno pensato bene di allargarsi. La Ge.se.sa – continua Giuditta – ha acquisito altri comuni come anche l’Acquedotto pugliese. La faccenda è davvero importante e non si può assistere da fuori a soluzioni già trovate come invitare tutti i comuni dell’Ato (Autorità Territoriale d’Ambito Ottimale ) a una riunione della Ge.se.sa e convincerli a seguire un modello di gestione. Non si puo’ sbagliare o prendere decisioni affrettate che poi si riflettono sui cittadini e li danneggiano. Un accordo con una societa’ che costa poco e da risanare, come l’Alto Calore, fa pensare che dietro tutto questo ci sia ben altro . Abbiamo bisogno di piu’ confronto e piu’ occasioni per discutere sul destino dell’acqua in Irpinia rinunciando se possibile a qualsiasi logica di partito. Sono proprio i partiti i responsabili della nostra rovina”.
Ad accodarsi al discorso di Giuditta il sindaco di Montella Ferruccio Capone anche quest’ultimo contrario ai frastuoni e gesti sbagliati dei giorni scorsi: “ L’acqua è in assoluto il bene pubblico per eccellenza, il piu’ importante e irrinunciabile, che viene al di sopra dei colori politici e ogni tipo di interesse. L’unico scopo che deve tenerci uniti è mantenere l’acqua come bene pubblico e al servizio di tutti, anche per quei paesi dell’Africa che non possiedono questo bene . Il problema va visto anche in una prospettiva universale poiché è giusto anche aiutare paesi che hanno bisogno”. E a proposito della L.r. n.15/2015 sul riordino del sistema idrico integrato parla di ‘’ legge con qualche nicchia di incostituzionalità perche’ va nella direzione opposta al referendum sull‘acqua. Il controllo di privati costituirebbe una contraddizione. A gestire l’acqua deve essere un ente pubblico con corporazioni di società pubbliche . Cosa da fare subito è chiedere la scissione del distretto irpino-sannito ( istituito proprio dalla suddetta legge) poiché non vi è nessuna ragione per associare Avellino a Benevento e rinunciare all’ambito provinciale”. Su De Stefano invece aggiunge :” Ha fatto male a non intavolare una discussione senza i comuni soci dell’Alto Calore. Questa legge propone uno scenario diverso e qualsiasi tipo di iniziativa deve essere analizzata e vagliata con i rappresentati della popolazione. Il nostro patrimonio idrico è il piu’ importante d’Europa e sarebbe immorale dare la nostra acqua ai privati”. E infine conclusioni sull’Alto Calore chiedendo ‘’ un check up dello stato dell’ente prima di sedersi al tavolo con altri. Questo è il punto di partenza prima di vendere o creare sinergie , scelte che vanno comunque fatte insieme” conclude Capone
La preoccupazione di molti sindaci è far capire ai propri cittadini cosa succede e il perche’ di questa crisi. “La regione Puglia fa utili con la nostra acqua. Noi non sappiamo difenderla e facciamo debiti” – dichiara il sindaco Francesco Antonio Capone di Mirabella. “Vogliamo sapere esattamente il patrimonio e il valore della nostra rete. C’è bisogno di una operazione verità e di persone per bene che sappiano amministrare con onestà le nostre ricchezze. E’ necessario a questo punto un piano di rilancio serio dell’Alto Calore per evitare un disservizio ai nostri cittadini come la mancata fornitura dell’acqua”.
Della stessa opinione anche Mario Vanni primo cittadino di Altavilla che si aggiunge alla richiesta di maggiore trasparenza e concretezza all’interno dell’Acs preoccupandosi di garantire alle nuove generazioni la proprietà pubblica dell’acqua come diritto.
Presente durante l’incontro anche il presidente dell’Acs Raffaello De Stefano che ha chiarito con poche battute che non c’è nessun accordo definitivo con Ge.se.sa o altra società e che s’intende a tutti i costi difendere l’acqua irpina senza rinunciare possibilmente all’Alto Calore.
Generoso Vella