Festa dell’Unità, Todisco e Giordano bacchettano, Foti non si lascia scalfire

Continua la manifestazione, portando il centro del suo interesse sul ruolo, mancato da Avellino, e quindi da chi l'ha amministrata, nel corso degli anni.

unitàAvellino – Continua la Festa dell’Unità, che nel primo atto ha offerto alla piazza una riflessione sul futuro dell’Irpinia nel Mezzogiorno, spostando ieri il centro del suo interesse sul ruolo, mancato da Avellino, e quindi da chi l’ha amministrata, nel corso degli anni.

A introdurre ai lavori è stato il padrino dell’evento, Francesco Todisco, che ha subito lanciato il guanto di sfida all’attuale governo cittadino: “E’ ora di chiudere con il passato e dimostrare alla città che la politica è in grado di assolvere al suo ruolo, se l’amministrazione non ce la fa, è il Sindaco che deve raccogliere su di sè la responsabilità. C’è bisogno di prospettive vere, prospettive che molti qui hanno e lo hanno dimostrato, ma che la politica sta ignorando”.

A spingere la lama più a fondo ci ha pensato l’On. Giancarlo Giordano, che concordando con Todisco sulle responsabilità della presente amministrazione, ha poi incalzato: “Le scelte consumatesi durante le amministrative, non sono scelte di singole persone, sono le scelte del Pd e quindi Francesco del tuo partito. Siamo ad un punto tale che la mediocrità di oggi, ci fa rimpiangere il passato”.

A seguire, il riferimento del Pd irpino, Pasquale Gallicchio, che proprio di Irpinia, nel suo complicato rapporto col capoluogo, si è soffermato a ragionare. “Avellino dovrebbe essere la madre di tutti gli input positivi che si spostano nella nostra provincia, essere dunque capace di interpretarli e di sintetizzarli. Gli amministratori irpini devono essere affiancati dalla guida e dal sostegno dei partiti cui appartengono, perchè si crei l’opportunità di formare davvero nuove classi dirigenti”.

E finalmente la volta di Paolo Foti, che evidentemente ha raccolto “lo spunto” di Todisco e di Giordano e ha così risposto: “Io non mi sono mai professato come un salvatore, sto lavorando giorno per giorno affinchè, sino alla fine del mio mandato, si mettano le radici per il cambiamento che ci viene chiesto e sono convinto che questo percorso produrrà gli effetti sperati e gli obiettivi che ci siamo dati. Tutto il resto, per il momento, mi sembra solo una sterile polemica correntizia. Non mi si possono addebitare gli errori del passato, perciò resto sereno”.

A chiusura del cerchio si colloca quanto affermato da Generoso Picone, scrittore del libro “Matrie”, dal quale sono partite le riflessioni circa il ruolo di Avellino e dei suoi comuni. “Personalmente non credo che si possa scaricare la responsabilità su un sindaco o su un altro – ha osservato il direttore de Il Mattino” – Avellino paga lo scotto di anni e anni di immobilismo e di imborghesimento. Ogni classe dirigente non è mai stata abbastanza lungimirante, e quindi capace di cambiare le sorti, ma si è cullata nei suoi miseri benefici. E’ proprio di questo che parlo nel mio libro, uno scritto di forte delusione, ma anche un invito a me stesso, in quanto cittadino avellinese, e alla mia comunità di rinvigorire l’orgoglio. Solo se siamo capaci di indignarci, possiamo avere quel coraggio di rompere con il passato e il presente e di costruire un futuro diverso”.

Source: www.irpinia24.it